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La decorazione architettonica romana




Commento a D. TARDY, "Le décor architectural de Saintes Antique.
Étude du 'Grand entablement corinthien' ", Aquitania, 4, 1986, 109-123.

Nell'ambito dello studio della decorazione architettonica degli edifici urbani dell'Aquitania romana, viene presa in esame la cosiddetta "grande trabeazione corinzia" conservata nel museo di Saintes, individuando influenze e prestiti dai modelli classici, ma anche i caratteri propri dello stile provinciale. Lo scopo è anche quello di discernere il programma monumentale a cui i blocchi appartenevano e dunque ad esaminare lo sviluppo dell'architettura pubblica in epoca alto-imperiale.
La cornice presenta dall'alto, un listello, una sima a gola diritta decorata con un kyma di foglie acantizzanti, alternate a calici a due foglie nascenti da uno stelo cilindrico.Manca la corona, ridotta ad un semplice listello. Il soffitto è sorretto da corte mensole dal profilo ad S, decorate inferiormente da una foglia d'acanto o da motivi vegetali variati; le mensole sono incorniciate da un kyma ionic, con ovuli larghi e appiattiti, troncati superiormente, contenuti in sgusci dal nastro sottile, separati dalle lancette intermedie. I cassettoni sono interamente riempiti da motivi diversi. Sulla fascia di appoggio delle mensole gli spazi intermedi sono occupati da lisci pannelli rettangolari, inquadrati da fasce incavate. La sottocornice comprende un listello e un grande astragalo con perline ovali alternate a coppie di fusarole pianoconvesse. Nello stesso blocco della cornice è intagliata anche una fascia superiore del fregio. Il fregio ionico è decorato con girali rivestite da foglie d'acanto, desinenti in rosette ed altri fiori di diverso tipo. La decorazione presenta un ricco e pesante plasticismo. Nello stesso blocco del fregio è intagliato anche l'architrave, coronato da un listello, un kyma lesbio continuo e da un astragalo simile a quello presente sulla cornice. Inferiormente compare una fila di piatti dentelli quadrati e quindi una fascia liscia.
La decorazione presenta notevoli varianti: per il kyma di foglie della sima si può distinguere un tipo in cui la costolatura centrale della foglia è sottolineata da una solcatura, da un altro in cui questa si presenta a forma di piatto listello. Una grande varietà compare per gli elementi intermedi tra le foglie d'acanto. I cassettoni possono presentare rosette ad una o più corolle disposte secondo gli assi o secondo le diagonali, oppure foglie d'acanto, o ancora semifoglie con calici. Anche la superficie inferiore delle mensole presenta motivi diversi: foglie d'acanto, palmette, fiori di loto, calici su steli inquadrati da foglie, foglie accostate divise da zone d'ombra triangolari, composizioni floreali o di fiori e frutti, cespi di acanto. Nel kyma ionico la lancetta tende ad unirsi agli sgusci superiormente, ma nel blocco angolare, che sembra essere stato il modello, la lancetta, staccata dagli sgusci anche superiormente tende a trasformarsi inferiormente in una freccetta.
Nella cornice il rapporto tra altezza e spessore è uguale a 1; la sopracornice ha la medesima altezza delle mensole. La caratteristica principale sembra essere la sequenza ridotta delle modanature: mancano la corona e i dentelli. I motivi decorativi che si spostano dalla sima alle mensole e ai cassettoni, sembrano indicare una sostanziale indifferenza verso la sintassi decorativa. Il motivo decorativo della sima sembra derivare, nel primo tipo, da un kyma lesbio continuo vegetalizzato rovesciato, in cui l'elemento interno si è pure vegetalizzato, ispirato da un fiore a tulipano del kyma lesbio trilobato (e ritorna infatti sulle mensole e cassettoni il calice tra due semifoglie che costituirebbero l'originale archetto del kyma). Il secondo tipo è invece più chiaramente un kyma di foglie. Questa differenza traduce l'intervento di due squadre di scalpellini che interpretano diversamente il medesimo cartone.
I motivi decorativi delle mensole e dei cassettoni trovano confronti nel soffitto dei templi gemelli di Glanum e in capitelli di Saintes, in particolare di epoca giulio-claudia. Altri motivi sono tratti dalle decorazioni vegetali. Un tratto che sembra tipico delle officine locali è rappresentato dai riquadri presenti sulla fascia di appoggio delle mensole.
Il kyma ionico che incornicia le mensole, in una posizione dunque insolita nel contesto della fine del I sec. d.C., richiama forme di età medio e tardo-augustea per gli sgusci che ancora non racchiudono l'ovulo superiormente. L'astragalo acquista particolare importanza per le sue grandi proporzioni.
Il fregio-architrave ha carattere eterodosso, chiaramente visibile nelle proporzioni: le due fasce hanno uguale altezza e il coronamento con l'astragalo sottostante acquistano uno sviluppo abnorme. La struttura delle girali si basa su un tralcio principale ad andamento ondulato, da cui si generano steli secondari che si avvolgono a spirale e terminano con rosette. GLi steli sono ricoperti da foglie d'acanto carnose, disposte di tre quarti alla sommità della curva e di profilo alla base. La struttura del motivo doveva essere simmetrica, con avvolgimenti verso destra o verso sinistra. Le prime presentano girali più distanziate e una resa più secca: si tratta probabilmente dell'opera di due diverse squadre di scalpelini. Questa irregolarità fa inoltre pensare che sia stato scolpito sul posto. Il rilievo è alto, con il campo occupato quasi interamente dagli elementi vegetali: la pesantezza di questi rinvia a modelli flavi, con la persistenza però di motivi più antichi. Inoltre la struttura del motivo resta chiara e il ramo principale conserva un marcato ruolo strutturale.
Il kyma lesbio continuo è poco usato come coronamento nell'architettura romana, ma si ritrova in un locale mausoleo di epoca giulio-claudia. I margini esterni degli archetti sono nettamente separati, mentre i margini interni si richiudono sul lobo superiore semicircolare. L'elemento interno è ben distinto, con netta costolatura centrale a spigolo.
La forma dei dentelli "a biglietto", utilizzati come decorazione della fascia dell'architrave, si ritrova a Saintes e costituisce un altra caratteristica locale.
Probabilmente la trabeazione doveva appartenere ad un interno, inserita nella muratura al di sopra di un ordine di lesene o di semicolonne (forse come decorazione interna della cella di un tempio?) La fantasia sintattica dunque deriva sia dall'ambiente provinciale, sia dalla maggiore libertà comune negli ordini interni. Sono comunque presenti caratteri propri delle officine di Saintes e la tipica abbreviazione della sequenza dell'architrave visibile in altri spazi interni. Un certo conservatorismo nella trasmissione dei cartoni si manifesta nell'adozione di alcuni motivi ancora proto-augustei. La datazione si può ascrivere all'epoca flavia, con elementi più antichi presenti anche nelle girali del fregio e con una grande libertà inventiva e di adattamento, che testimonia la vitalità degli ateliers locali.




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