Commento a D.E. STRONG, "Some observations on
Early Roman Corinthian", JRS, 53, 1963, 73-84.
Si esamina l'ordine corinzio romano, secondo la sua individuazione nella sintesi palladiana. La trabeazione è ripresa da quella dell'ordine ionico, ma il soffitto della cornice è sorretto da mensole e decorato da cassettoni incorniciati con modanature decorate e con rosetta centrale. Per Vitruvio l'ordine corinzio consiste nella colonna con capitello corinzio, sormontata da una trabeazione ionica o dorica: da questa definizione, dopo la sperimentazione augustea nascerà l'ordine corinzio come sarà poi ripreso da Palladio. Il più antico esempio di colonne corinzie esterne è il Monumento a Lisicrate ad Atene (334 a.C.), che presenta un fregio ionico-attico e dentelli ionico-asiatici. Il capitello corinzio si era sviluppato a partire dal prototipo del tempio di Apollo a Bassae, della fine del V sec. a.C., e precedentemente utilizzato solo negli interni. L'evoluzione sbocca nell'elaborazione nel II sec. a.C. del tipo canonico. A Roma i primi esempi di ordine corinzio sono quelli del tempio del Divo Giulio (42-29 a.C.), del restauro della Regia (36 a.C.) e del tempio di Apollo Palatino (36-28 a.C.). Le cornici presentano mensole con profilo ad S o piane e decorate da un riquadro allungato, e cassettoni poco profondi con rosette, che riprendono precedenti italici. La Regia presenta dentelli poco profondi e una gola rovescia accentuatamente inclinata tra sima e corona nella cornice e un architrave a due fasce, di cui quella inferiore di altezza maggiore. L'ordine si presenta completamente sviluppato nel tempio dei Castori. L'adozione della mensola deriva dalla mescolanza degli ordini. In Grecia una prima forma di mensola compare per la prima volta intorno al 300 a.C. nella stoà di Antigono a Delo (delle teste di toro molto sporgenti sono intagliate alternate sopra i triglifi e funzionano visivamente come mensole). Nel II sec. a.C. sono presenti mutuli dorici non intagliati, assumendo in tal modo la forma di piatte mensole rettangolari: questa forma compare anche nella cornice ionica alla metà del secolo (Stoà di Attalo con mensole a decorazione dipinta). In epoca tardo-ellenistica le mensole divengono comuni negli interni dei piccoli edifici: la Torre dei Venti ad Atene presenta mensole ad S, arrotondate anteriormente e decorate inferiormente da una solcatura. Queste mensole ellenistiche si ritrovano nelle tombe tardo-ellenistiche di Alessandria (con incisioni a meandro sul soffitto che assomigliano a mensole in ordini che mescolano cornici con dentelli, fregio ionico o dorico e capitelli soprattutto dorici) e nella trabeazione del proscenio del teatro di Efeso, che pur essendo dorica presenta mensole e cassettoni con rosette. Ancora sono presenti nella decorazione a stucco degli interni. Nell'Oriente ellenistico, sono presenti nel III sec. a.C. gli esempi con protomi taurine e le mensole parallelepipede, e nel II sec. a.C. vari profili di mensole, mentre compaiono anche i cassettoni con modanature decorate. Si trovano soprattutto nella decorazione in stucco, ma esistono anche sviluppi in marmo. Rimangono tuttavia rare nell'architettura esterna. L'Italia repubblicana subisce l'influsso delle città della Magna Grecia, dove erano state elaborate forme distinte di capitelli ionici e corinzi. Nel corso del I sec. a.C. compaiono influssi dall'oriente ellenistico, ma mancano ancora le mensole. Tra il 50 e il 40 a.C. il tempio dei Dioscuri a Cori (nella ricostruzione del Canina) sembra presentare mensole parallelepipede e cassettoni con rosette, insieme ad un architrave dorico e a un fregio ionico. Negli esempi di decorazione interna a stucco di Pompei si trovano mensole ad S o parallelepipede, rette da protomi taurine, e ancora sono presenti mensole negli edifici corinzi raffigurati nelle pitture di secondo stile. Con l'introduzione dei rivestimenti in marmo la decorazione è influenzata da quella in stucco e dipinta (un esempio è rappresentato da Casal Rotondo), con mensole ellenistiche semplificate e rosette simili a quelle presenti a Pompei. La trabeazione corinzia romana ortodossa si sviluppa in età cesariana: molti motivi sono presenti nella tradizione di età tardo-repubblicana. La mensola, sebbene rara nell'architettura monumentale, ha già una lunga storia in età ellenistica, in pietra e in stucco, che deve aver influenzato le prime formulazioni. La successiva evoluzione nella prima età augustea si caratterizza per la ricchezza e la varietà dei dettagli e un'iniziale mescolanza degli ordini. Nell'arco di Rimini (27 a.C.) compaiono modanature decorate nella cornice e nei capitelli mentre il fregio e l'architrave sono lisci. Le mensole terminano anteriormente in una spirale che si presenta come pulvino decorato da foglie; i lati sono lisci ma sulla faccia inferiore compare una foglia d'acanto; i cassettoni presentano motivi decorativi variati. Esempi simili sono una cornice conservata presso il tempio di via delle Botteghe Oscure, in una cornice ora perduta dai Saepta Iulia, e un esemplare dell'Antiquarium del Celio. Nell'arco di Augusto del Foro Romano (20 a.C.) la cornice dell'attico presenta mutuli dorici sotto la corona che svolgono la funzione di mensole. Nel tempio di Apollo in Circo compare un architrave a quattro fasce, una cornice priva di corona, ma con soffitto molto sporgente; le mensole sono con profilo ad S e i cassettoni sono incorniciati da modanature decorate e suddivisi in quattro pannelli con rosetta. Nel periodo successivo, caratterizzato da uno stile maggiormente influenzato dalla tradizione classica, il Foro di Augusto (la cui decorazione architettonica può datarsi all'ultimo decennio del I sec. a.C.) presenta motivi derivanti da prototipi dell'Atene classica (come le Cariatidi copiate dall'Eretteo) e modanature più semplici. Nel tempio di Marte Ultore sono presenti architravi a tre fasce e cornice con corona; le mensole hanno profilo ad S, lati decorati e faccia inferiore decorata da un motivo a treccia. I cassettoni sono incorniciati da modanature decorate e presentano rosette ad altorilievo, come nei soffitti greci di V e IV sec. a.C. La decorazione laterale delle mensole con semipalmetta si ritrova anche nelle mensole dell'ordine inferiore della Basilica Emilia. Nel tempio della Concordia il profilo della mensola riprende la pura forma classica, ma la decorazione inferiore è nuovamente una foglia d'acanto: ritornano nella cornice gli stessi profili del tempio di Marte Ultore, ma interamente coperti dalla decorazione. Nel tempio dei Castori le mensole riprendono la forma del tempio di Marte Ultore, ma con la decorazione inferiore a foglia d'acanto e stabiliscono quindi il modello che successivamente verrà maggiormente seguito. |
Ritorna alla pagina sulla bibliografia
Ritorna all'indice per Links e Bibliografia
Ritorna all'Indice del sito.
Copyright (c) 2002 MARINA MILELLA
È garantito il permesso di copiare, distribuire e/o modificare questo documento seguendo i termini della GNU Free Documentation License, Versione 1.1 o ogni versione successiva pubblicata dalla Free Software Foundation. Una copia della licenza è acclusa nella sezione intitolata "GNU Free Documentation License".
Permission is granted to copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the Free Software Foundation. A copy of the license is included in the section entitled "GNU Free Documentation License".