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La decorazione architettonica romana




Commento a D.E. STRONG, J.B. WARD PERKINS,
"The Temple of Castor in the Forum Romanum", BSR, 30, 1962, 1-30.

Il tempio viene riportato ad epoca augustea e non traianea, anche attraverso l'esame della sua decorazione architettonica.
La base ` composita ("attica a doppia scozia"): si tratta di un'evoluzione della base attica e le indicazioni per la cronologia sono rappresentata dall'iniziale separazione dal plinto e unione con l'imoscapo del fusto. Per la cronologia del capitello sono significativi l'intaglio in due blocchi, le proporzioni delle due corone e dell'abaco, le zone d'ombra inclinate nell'acanto. Altre caratteristiche, in direzione di un maggiore peso degli elementi ornamentali, sono rappresentate dalle elici intrecciate e dalle foglie sovrapposte alle volute; inoltre sono presenti calicetti tra volute ed elici, i caulicoli sono scanalati e con orlo convesso e le zone d'ombra dell'acanto presentano l'orlo inferiore ripiegato in fuori.
La trabeazione presenza il soffitto piuttosto sporgente, con mensole regolarmente spaziate, mentre nella sottocornice dominano i dentelli. Ad un orizzonte pi` avanzato rimandano la corona e la seconda fascia dell'architrave decorati, la presenza di un kyma ionico come modanatura di separazione tra sima e corona e il kyma lesbio che separa le fasce dell'architrave. L'articolo tratta successivamente dell'evoluzione dei singoli motivi: dalle baccellature, al kyma ionico (con sguscio appiattito sotto la punta inferiore dell'ovulo o meno, con lancetta più o meno a spigolo e più o meno profondamente intagliata e staccata dagli sgusci), al kyma lesbio continuo (con sezione ad x della superficie della foglia), o trilobato (con lobo superiore più o meno stretto, archetti più o meno spaziati), all'astragalo a fusarole e perline, ai dentelli (da esaminare in base alle loro proporzioni, allo spazio intermedio e alla sbarretta). Le mensole hanno profilo ad S e i cassettoni presentano un'incorniciatura di modanature decorate.
Vengono poi prese in esame le fondazioni, il rivestimento marmoreo e l'utilizzo di marmo lunense e la struttura dell'architrave, tagliato a giunti obliqui come si trattasse di una piattabanda.
Infine si tratta della datazione dei templi di S.Nicola in Carcere, con una bibliografia sugli edifici augustei di Roma. In appendice si ipotizza l'attribuzione alla decorazione interna del tempio di alcuni frammenti di fregio e architrave conservati nel palazzo ducale di Mantova.




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