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La decorazione architettonica romana




Commento a P. PENSABENE, F. ZEVI, "Un arco in onore
di Caracalla ad Ostia", RendLincei,, 26, 1971, 481-523.

A partire da p.501 Pensabene presenta un catalogo degli elementi architettonici e decorativi pertinenti all'arco. Vengono presi in esame la cornice della trabeazione principale, la cornice e il fregio d'imposta del fornice, la cornice e l'architrave della trabeazione sporgente sopra le colonne libere in facciata e il capitello composito. Quindi vengono presentati in dettaglio i motivi decorativi riscontrati sui diversi elementi: l'anthemion con delfini, l'anthemion con tralci intermittenti e semipalmette, il kyma di foglie d'acanto rovesce, l'astragalo a fusarole e perline, e infine il kyma ionico e i dentelli. L'esame di queste due modanature canoniche viene ampliato a trattarne l'evoluzione.
Il kyma ionico del Foro di Augusto presenta ovuli appuntiti, aderenti allo sguscio e con nastro a sezione obliqua verso l'interno o leggermente concavo. La lancetta con costolatura centrale affilata tra i lati concavi viene talvolta isolata dagli sgusci. In epoca tardo giulio-claudia si comincia a diffondere l'utilizzo di una freccetta al posto della lancetta e con il Foro di Traiano si ritorna nuovamente alla lancetta, ma di forma più espansa; il nastro degli sgusci, più largo e a sezione concava invece che obliqua. In epoca adrianea compaiono maestranze asiatiche, che utilizzano il kyma ionico con freccette, ma in posizioni diverse da quelle consuete. Compaiono in quest'epoca gli sgusci uniti superiormente da una sottile fascia, articolata in elementi sovrapposti, da cui emergono inferiormente le freccette, ben distinte. Infine in età antonina e severiana si riscontra uno stile eclettico, dove i diversi elementi già conosciuti vengono mescolati.
I dentelli di epoca augustea presentano come motivo di separazione una sbarretta, mentre in epoca flavia questa viene sostituita da un motivo ad occhiali; in epoca traianea e primo-adrianea ritorna nuovamente la sbarretta e in età antonina coesistono i precedenti modelli oppure lo spazio intermedio, tra i dentelli di piccole dimensioni, viene lasciato completamente libero. In epoca severiana compaiono le forme precedenti e in qualche caso la superficie anteriore dei dentelli presenta una scanalatura decorativa.
Viene poi esaminato l'uso di decorare la corona della cornice, che compare con il tempio della Concordia e si diffonde in epoca flavia fino alla ripresa dei modelli augustei nel Foro di Traiano. In epoca tardo-adrianea la sima viene decorata con motivi asiatici, mentre la corona si presenta liscia e piuttosto sporgente. In età antonina, esistono esempi con corona liscia e soffitto decorato, che proseguono anche in epoca severiana.
Le officine minori che lavorano soprattutto in ambito privato nei periodi dei grandi cantieri, con cui talvolta tuttavia collaborano, tendono a proseguire la tradizione flavia: questa corrente, insieme alle altre derivate dalla tradizione dei grandi monumenti ufficiali, contribuisce a determinare lo stile decorativo di diversi monumenti severiani.
La successione delle modanature nelle cornici tende a presentare, fino all'epoca tardo-adrianea, sima e corona separate da listello oppure astragalo o kyma lesbio continuo, e nella sottocornice kyma ionico e dentelli. Nel II secolo d.C. la diversa sequenza deriva a volte da influssi microasiatici.
Le modalità di lavorazione prevedono una prima sbozzatura del blocco e una seconda sbozzatura nella quale le modanature si presentano ancora prive dell'intaglio dei particolari. Questa fase può avvenire in officine specializzate presso il cantiere dell'edificio, oppure presso le cave maggiori, dove sono presenti officine stabili, con un proprio patrimonio formale. In tutti i centri importanti sono comunque presenti in tutti i centri più importanti. Nella fase successiva si disegnano i particolari degli elementi delle modanature decorate, con file di forellini di trapano, a cui segue l'abbattimento dei trattini di risulta che separano i forellini e la lisciatura dei margini. Questa lavorazione viene eseguita direttamente sul luogo di impiego e vengono lasciate lisce le parti meno visibili.
Nelle officine di epoca severiana a Roma è presente una tendenza eclettica, ereditata dall'epoca precedente: si alternano una corrente classicistica, più sobria (ad esempio sull'arco di Settimio Severo nel Foro), influssi asiatici, e un gusto decorativo carico di ascendenza flavia (nelle terme di Caracalla le forme tendono a dissolversi sotto il lavoro del trapano). Ad un'officina minore, come quella che lavora sull'arco degli Argentari, si deve la decorazione dell'arco ostiense.




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