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La decorazione architettonica romana




Commento a P. PENSABENE, "Un'officina greca per gli elementi
decorativi architettonici dell'anfiteatro di Lecce", Ricerche e studi.
Quaderni del Museo Provinciale di Brindisi,
, 6, 1972, 9-39.

Sono presenti tipologie sia greche sia microasiatiche e ciò fornisce indicazioni sia sugli spostamenti di maestranze nel II sec. d.C., sia sulla posizione storica della città in relazione al suo livello economico
È presente un tipo di capitello a calice, le cui dimensioni implicano la provenienza da un edificio monumentale, per il cui cantiere si può presumere la contemporanea presenza di molti scalpellini Gli esemplari presentano infatti tra loro piccole differenze di mano, sebbene i rapporti proporzionali tra le singoli parti si mantengano fissi e danno indicazioni sul modello. Sappiamo che nel II sec. d.C. esistono maestranze che si spostano dalle cave nei cantieri degli edifici. Viene inoltre tracciata la storia del motivo del kyma di foglie d'acanto alternate a foglie d'acqua e dei rapporti di questa decorazione con il kyma lesbio continuo seminaturalistico e vegetalizzato.
La presenza di maestranze di presumibile origine greca a Lecce prova che le officine greche erano ancora attive nel II sec.d.C., con un proprio repertorio, sebbene con influssi microasiatici.




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