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La decorazione architettonica romana




Commento a M. NAPOLI, "Il capitello ionico a quattro facce a Pompei", Pompeiana. Raccolta di studi per il secondo centenario degli scavi a Pompei,, Napoli 1950, 1-36.

L'articolo tratta del capitello ionico a quattro facce, con volute angolari o diagonali, che viene denominato "capitello ionico pompeiano" o "italico" o "siculo".
La diversa composizione di questo tipo determina una pianta quadrata anziché rettangolare. Il suo processo evolutivo viene normalmente identificato a partire dal capitello ionico canonico di V sec. a.C., con tappe intermedie riscontrate nel tempio di Apollo a Bassae o nella sala ipostila di Delo, dove rappresentano soluzioni non perfettamente riuscite di particolari problemi architettonici.
Gli esempi pompeiani sono particolarmente numerosi, e vanno dal III sec. a.C. alla data dell'eruzione, ma sono presenti anche in Campania (Ercolano, Paestum, Cuma, Atella, Pozzuoli, Aeclanum, Capua, Benevento) e in Italia centrale (Perugia, Chiusi, Aquinum). Si presenta il catalogo dei 189 esempi di Pompei.
Nelle varie regioni si distinguono tipi con diverse caratteristiche: i capitelli "siculi" esemplificati in particolare nel teatro di Reggio, che vanno dal IV-III al I sec. a.C., con sintassi decorativa dominata dalle palmette verticali e volute con profilo concavo o piano (a cui si aggiunge un ritorno arcaizzante al profilo convesso in alcuni degli esemplari più recenti). Il tipo di capitelli "etruschi", si diffonde tra la seconda metà del II sec.a.C. e il I sec. d.C., caratterizzato da forme tozze e squadrate e da decorazione lineare e massiccia.
A Pompei la decorazione dell'echino presenta il "kyma ionico pompeiano", con lavorazione approfondita che tende ad obliterare il sottostante profilo dell'echino. Questi esemplari non dipendono da quelli siciliani, ma dal tipo diffuso nell'Italia centro-settentrionale, dove si diffonde un tipo di capitello ionico italico, con varianti locali. In età imperiale si sviluppa invece l'uso del capitello composito e il kyma ionico pompeiano va scomparendo tra il III a.C. e l'epoca imperiale.






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