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La decorazione architettonica romana




Commento a E. v.MERCKLIN, Antike FIguralkapitelle, Berlin 1962.

Dalla recensione di DELVOYE (L'antiquité classique, 32, 1963, 759). Si tratta di un verio e proprio corpus dalla lunga genesi, che percorre l'Egitto dall'epoca faraonica agli esemplari copti, i Fenici, i Nabatei e la Siria, la Persia dagli Achemenidi ai Sassanidi, la Grecia a partire dal capitello delle cariatidi del tesoro dei Sifni a Delfi, e l'impero romano, anche nelle sue provincie occidentali e settentrionali. Meno sistematicamente sono trattati anchei capitelli paleocristiani.
Il raggruppamento geografico si articola poi per soggetti rappresentati e vengono trattati alcune delle problematiche, come ad esempio la diffusione di influssi orientali in Italia tramite Taranto.

Dalla recensione di G. RICHTER (Gnomon, 35, 1963, 639-640).
L'occasionale aggiunta di elementi figurati nei capitelli era normalmente considerata un fatto sporadico e che riportasse ad un orizzonte cronologico tardivo, ma arriva ora a smentire questa convinzione il corpus di questi materiali, suddiviso per soggetti e per località e, all'interno di queste, per cronologia.
Si esaminano i precedenti, ma l'uso appare frequente soprattutto in età imperiale romana. Vengono trattati anche i capitelli dipinti presenti nelle decorazioni di secondo stile.
La presenza di questi elementi figurati ha talvolta un significato apotropaico, ma più spesso ha solo valore decorativo. In alcuni casi (tombe, e ambiente tarantino) si può tuttavia notare una connessione delle figurazioni presenti sui capitelli con il resto della decorazione dell'edificio. I trofei sembrano però estranei ad una precisa connessione con gli avvenimenti storici.

Dalla recensione di D.E. STRONG (JRS, 50, 1964, 224-225).
Il corpus comprende ben 765 esemplari e non omette alcun pezzo significativo, comprendendo anche esempi in bronzo, in terracotta o dipinti. Sebbene si tratti in gran parte di esemplari già editi, gli studi precedenti si erano limitati all'esame di qualche tipo particolare. La divisione geografica adottata sembra poco adeguata alla eterogenea situazione di Grecia, Italia e impero romano. Sembra che una cronologia precisa sia difficilmente raggiungibile, in quanto quasi sempre sembrano mancare dei caposaldi sicuramente datati.
Viene evidenziata l'origine orientale di molti tipi, che hanno una lunga tradizione e ampio uso. L'uso viene adottato saltuariamente nella Grecia classica ed ellenistica, ma diventa una vera e propria moda nell'Italia settentrionale dal IV sec. a.C. in poi, e questa predilezione sembra alla base anche del favore goduto presso i Romani, con l'evoluzione di molte tipologie.
La cronologia è in molti casi poco accurata e non si basa sull'intaglio della foglia d'acanto.



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