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La decorazione architettonica romana




Commento a G. CAVALIERI MANASSE, La decorazione architettonica Romana di Aquileia, Trieste, Pola. L'età augustea e giulio claudia, Padova 1978.

Solo da poco si era cercato, superando la semplice analisi delle categorie di materiali, di approfondire il contesto storico di questo tipo di materiali e di invidivuare maestranze e committenze e rapporti socio-ambientali. Le provincie, e in particolare la Cisalpina, presentano tuttavia ancora una documentazione incompleta.
L'indagine riguarda Aquileia, che presenta una tradizione locale preesistente, e Trieste e Pola, fondate invece come colonie in età augustea.
I monumenti funerari manifestano indirizzi estranei all'architettura ufficiale e rendono evidente la dicotomia presente tra pubblico e privato, con attardamenti ed eclettismi, in modo analogo a quanto si vede accadere per la plastica. Nei monumenti civili è invece presente una maggiore esigenza di adeguarsiai modelli urbani, anche quando si tratti di committenti locali, comunque collegati al centro per mezzo delle loro funzioni amministrative.
Il libro non si propone come catalogo completo, ma piuttosto come illustrazione dello sviluppo dell'edilizia civile e funeraria. Le datazioni sono oscillanti: si presume un ritardo provinciale, ma mancano i dati per definirlo più esattamente.
Per il capitello corinzio, nel I sec. d.C. sembra di poter distinguere, nell'ambito di una generale uniformità una perdita di omogeneità strutturale e di funzionalità degli elementi compositivi.



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