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29 giugno 1998 - Riflessioni
Trappola nel Cyberspazio
di Roberto Di Cosmo

Indice del'articolo - Pagina 2

Durante le vacanze di Natale, sono rimasto colpito una volta di più dall'infatuazione crescente dei media per quest'oscuro oggetto del desiderio che si nasconde dietro i termini ''calcolatore'', ''multimedia'', ''Web'', ''Internet'' e loro derivati.


A credere a questi media ed ad un buon numero di esperti improvvisati, non ci si può ritenere cittadini a pieno titolo senza possedere il materiale informatico nuovo fiammante (e per niente economico) che permette di accedere al paradiso incantato del ''cyberspazio''.

Difficile poi non notare lo strano ed onnipresente amalgama che ci spinge a pensare che il solo tipo di calcolatore esistente sia il PC, a condizione, beninteso, che sia equipaggiato di un processore Intel, e che su questo PC ci sia un solo programma indispensabile, Windows prodotto da Microsoft [+].

È ancora più sorprendente che questo fenomeno di servilismo intellettuale di fronte ai due giganti americani giunga al massimo proprio nel momento in cui gli Stati Uniti sembrano svegliarsi dal lungo sonno che ha permesso a questi giganti di conquistarsi una posizione di monopolio praticamente

[continua sulla colonna di destra]

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assoluto distruggendo sul loro cammino un numero impressionante di imprese i cui prodotti erano di qualità ben superiore (tutto questo è ben documentato in numerose opere disponibili negli USA che non sono stati, per quanto è a mia conoscenza, tradotti in francese, come [1, 2, 3]).

Penso ad esempio alla campagna lanciata da Ralph Nader (ben noto difensore dei consumatori che è riuscito a fare ritirare dal commercio una vettura non sicura prodotta dalla General Motors) ed al processo intrapreso dal DoJ (Department of Justice, una istituzione federale) e tuttora in corso contro Microsoft. Penso soprattutto alla sorprendente reazione del pubblico americano ai sondaggi su Internet: una schiacciante maggioranza sostiene il DoJ, e ciò benché il sondaggio sia stato realizzato da aziende come la CNN che nei loro articoli sono risolutamente pro-Microsoft (sondaggi della CNN [4], e anche di Zdnet [5], che ha bloccato arbitrariamente il sondaggio ad una certa data e non l'ha reso pubblico che in seguito a numerose lettere di protesta).

Il nostro pubblico, invece, è ben lontano dal risveglio: cullato dalla voce suadente del conformismo ambiente, si addormenta sempre più profondamente tra le braccia di Microsoft. Sogna di un mondo felice in cui un grande filantropo distribuisce a tutti gli studenti di Francia e del mondo intero copie gratuite di Windows 95, con il solo scopo di aiutarli a recuperare il loro ritardo tecnologico; sorride pensando agli schermi blu pieni di messaggi rassicuranti che spiegano come un programma abbia provocato l'eccezione tale nel modulo talaltro, non per un errore di Windows, ben inteso, ma per colpa del programma; dorme felice senza domandarsi come mai un calcolatore ben più potente di quello che è servito ad inviare degli uomini sulla luna, ed a riportarli indietro vivi, non sia in grado di trattare correttamente un documento di un centinaio di pagine quando questo è impaginato con quel Microsoft Office che ha fatto la gioia di tutti i nostri commentatori.

[continua]

 

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