Quale utilizzatore di programmi di grafica non ha mai avuto dubbi circa il modello di rappresentazione del colore da adoperare? Chi non si è mai sentito un po' spaesato di fronte a sigle misteriose quali CIELAB, CMYK, HSV, RGB e simili? Questa guida si propone di fare luce – mai termine fu più appropriato! - sul complesso mondo dei sistemi di rappresentazione del colore, sia di quelli destinati alla visualizzazione su monitor sia di quelli orientati alla stampa. Di fronte a tale compito non c'è che un punto di partenza possibile: il meccanismo della percezione umana dei colori. Solo comprendendo a fondo cosa sono i colori e in che modo i nostri occhi riescono a discriminarli, potremo scegliere con sicurezza il modello di rappresentazione digitale del colore che fa di volta in volta al caso nostro.
È inoltre di grandissimo aiuto, per il grafico e per l'impaginatore professionista, conoscere i fondamenti percettivi della visione e della mescolanza dei colori, al fine di poter realizzare lavori che non seguano soltanto il gusto personale, ma, rispettando le regole di base della generazione e della visione dei colori e le caratteristiche dei mezzi tecnici a disposizione, consentano di fornire agli utenti prodotti davvero utili e gradevoli.
Ci sembra del tutto scontato e naturale che i colori siano una caratteristica
delle cose stesse. Prendiamo in mano un bel pomodoro rosso e, mentre lo
immaginiamo già affettato in un piatto a fianco di una mozzarella, pronto ad
immolarsi come ingrediente di un'insalata caprese, difficilmente ci sfiorerà
l'idea che il colore rosso non sia un ingrediente
del pomodoro, così come lo
sono invece la polpa e i semi.
Idee simili, per la verità, vengono spesso in mente a filosofi e scienziati, che infatti sono notoriamente più interessati alle idee che alle insalate…
Ed è grazie a filosofi e scienziati che sappiamo oggi con certezza che il colore non è affatto una caratteristica del mondo fisico, ma il complesso risultato dell'effetto della luce sull'apparato percettivo umano. Tornando all'esempio di prima, dunque, è corretto dire, non che il pomodoro è rosso, ma che ci appare rosso. Le spiegazioni che seguiranno dovrebbero rendere manifesta la necessità di tale distinzione.
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Aggiornato Tuesday, 30-Jul-2002 17:18:16 CEST