A questo punto nasce una domanda scontata: perché mai usare un formato di compressione distruttivo, se esistono sistemi non distruttivi che permettono di comprimere e decomprimere uno stesso file infinite volte, conservando tutte le informazioni in esso contenute?
La risposta
è che in molti casi la quantità di spazio che una compressione non distruttiva (lossless
)
riesce a salvare è di molto inferiore al risparmio di spazio ottenibile per
mezzo di una compressione distruttiva (lossy
).
L'efficienza della compressione viene calcolata dividendo la grandezza originale
del file per la sua grandezza una volta compresso. In inglese questo valore si
chiama compression rate
o, alla latina, ratio
; in italiano
possiamo chiamarlo coefficiente o fattore di compressione.
A causa del
differente tipo di operazioni svolte sull'immagine, in certi casi è opportuno
utilizzare un formato di compressione distruttivo, in altri uno non distruttivo.
Tipicamente, le immagini grafiche contenenti disegni a tinte uniformi e contorni
netti e ben contrastati - le tavole dei fumetti ad esempio - sono le candidate
ideali per compressioni del tipo lossless
. Al contrario, le foto -
soprattutto quelle contenenti un gran numero di colori differenti e transizioni
sfumate tra primo piano e sfondo – richiedono compressioni del tipo lossy
se si vuole ottenere un risparmio significativo di spazio.
Ma vediamo, per mezzo di una tabella riassuntiva, i guadagni di spazio che si possono ottenere con ciascuno dei due metodi di compressione dei file grafici.
Tab. 1 | Tipi di compressione | ||
COEFFICIENTI DI COMPRESSIONE OTTENIBILI | Non distruttiva ( lossless) |
Distruttiva ( lossy) |
|
Immagini naturali (foto digitali, scansioni) |
1:1,5 - 1:2 | 1:1,5 - 1:30 | senza una visibile perdita di qualità |
1:10 - 1:300 | con perdita di qualità | ||
Immagini artificiali (disegni, fumetti) |
1:1,5 - 1:20 | 1:1,5 - 1:300 |
Questa tabella ci dice, quindi, che un file grafico di 1024 x 768 pixel in modalità RGB, che, come abbiamo visto più sopra, occupa in forma non compressa 2.304 Kb, può "dimagrire" con una compressione non distruttiva fino a ridursi, nel migliore dei casi, a poco più di 115 Kb, cioè un ventesimo della grandezza originaria. Questo, però, se l'immagine rappresentata nel file è un disegno, un fumetto. Nel caso sia invece una foto, il meglio che possiamo sperare dalla compressione non distruttiva è un dimezzamento del peso del file: da 2.304 a 1.150 Kb circa.
Ben diversi sono i fattori di compressione che possiamo ottenere ricorrendo all'uso di formati distruttivi. Il file contenente la scansione di una foto può ad esempio essere ridotto fino ad un trentesimo circa della grandezza originaria (cioè meno di 77 Kb sui 2.304 Kb di partenza del nostro esempio) senza alcuna perdita di qualità apparente. Se, poi, non ci infastidisce un certo progressivo, visibile degrado dell'immagine, possiamo ottenere fattori di compressione addirittura del 300 per cento, che porterebbero il nostro file da 2.304 a poco meno di 8 Kb!
Evidente, dunque, la necessità di usare per la visualizzazione su Internet, soggetta alla lentezza delle connessioni via modem, i formati distruttivi, grazie alle loro superiori capacità di compressione.
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L'algoritmo RLE
(Run Lenght Encoding)
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Aggiornato Tuesday, 30-Jul-2002 18:14:19 CEST