Parla il Presidente del Codacons Carlo Rienzi.

Domanda. In mancanza di nessi accertati anche voi dite: ci vuole il principio di precauzione. Vi aspettate una decisione sulla linea di quella inglese?

Risposta. In Inghilterra hanno iniziato a lavorarci e prenderanno dei provvedimenti; in Italia siccome non ci sono soldi per fare ricerche sui topi useremo i nostri bambini come cavie e tra 10 anni scopriremo che danni provocano le emissioni dei cellulari. Noi chiediamo di mettere sui telefonini l'indicazione della potenza del campo magnetico in modo tale che il consumatore possa scegliere i migliori e che tra i produttori si crei una gara a diminuire questi campi. In questo momento i produttori non hanno alcun interesse a farlo tanto vendono lo stesso.

Conduttore. Saluto il professor Gabriele Falciasecca che studia le proprietà delle microonde all'università di Bologna ed è presidente della Fondazione Marconi, che appartiene al consorzio Elettra2000, che raccoglie i gestori dei telefonini.

Domanda. Che differenza c'è tra le microonde e le altre onde?

Risposta. Il termine è abbastanza generico, è stato introdotto per indicare quelle onde radio che hanno lunghezze d'onda molto piccole, cioè hanno frequenze abbastanza elevate. Si comincia a parlare di microonde al di sopra dei 300 MhZ, quindi se ne parla per tutti gli apparecchi cellulari (di prima, di seconda e di terza generazione).

Domanda. L'emissione dipende dalla potenza del telefonino o dalla vicinanza dell'antenna. Ad esempio, è vero che usare un cellulare in campagna fa meno male che usarlo in città sotto un condominio dov'è' installata un'antenna?

Risposta. E' vero. Tutti i telefonini hanno un limite massimo di potenza sulla base del quale tutti gli apparecchi devono essere testati, ci sono normative statunitensi e europee, anche se non esiste alcuna legge in Italia. C'è un limite massimo di emissione che viene indicato e che è calcolato anche sulla base dell'effetto all'interno della testa, cioè in condizioni di uso. A mio avviso è opportuno che tra le informazioni che vengono fornite al consumatore sia data al cliente anche l'informazione di quanta cura il costruttore ha posto su questo aspetto. Ci sono molte ricerche al momento, ma non sono mai abbastanza data la vastità del fenomeno, quello che è sicuro è che introducendo una competizione anche su questo aspetto si mette in moto un circuito virtuoso, in base al quale i produttori - per vendere - sono invogliati ad occuparsi anche di questo. Il cliente potrà fare le sue scelte e decidere se gli interessa di più l'ultimo gadget tecnologico o un margine aggiuntivo dal punto di vista della tutela della salute.