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Peyrano: i sentieri della memoria ...

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  Un ringraziamento vivissimo a Pierluigi "LoneWolf" Miranda, per avermi concesso la possibilità di riportare questo suo messaggio.
Negozi così, in questi tempi di ipermercati e di fretta, rischiano di rimanere solo nei ricordi. O in messaggi come questo...
 

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  "C'era una volta"... un negozio di dolci a Via Pietro Cossa, vicino a Piazza Cavour.

Quando ero bambino, ma bambino davvero, i miei mi ci portavano spesso, e ci compravano i dolci della calza, le uova di Pasqua, splendide confezioni regalo di cioccolatini ed affini (i cremini FIAT, o i gianduiotti della Lindt), i biscotti Lazzaroni.

Il negozio era piccolino: due porte d'angolo, più una terza. Le insegne erano in vetro nero con le scritte dorate, incise dall'interno.

L'anima, lo spirito guida del negozio era l'anziana proprietaria, la signorina Cappelli, che aveva visto crescere mia madre. Magra, minuta, legnosa, coi capelli brizzolati, gli occhiali perennemente calati sul naso, lo sguardo vivace che scrutava da sopra le lenti, un camice scuro da bidella e la bocca tirata in quello che sembrava un sorriso acido ma che invece era la sua espressione normale.

Con la signorina Cappelli collaborava un commesso di cui non ho mai conosciuto il nome: archetipicamente anziano, curvo, anche lui col camice da bidello, si muoveva con passo lentissimo, strascicato, tanto che mi ricordo di aver più volte pensato che se qualcuno gli avesse chiesto delle uova fresche, ne sarebbero usciti dei pulcini prima che tornasse.

L'arredamento era in noce scuro, tutto era lindo e ordinatissimo, sembrava una farmacia, salvo che per l'aroma che vi regnava: un miscuglio di biscotti Gentilini, cioccolata, frutta secca e altre delizie che sembrava provenire dai mobili, dal soffitto, dal terreno.

Un lungo bancone ad "elle" separava l'area riservata ai clienti dagli scaffali da cui facevano gran mostra di sé le confezioni regalo di cioccolatini, gianduiotti, pasticcini e biscotti. Tra le due porte d'angolo, un espositore con le tradizionali scatole di metallo della Gentilini, da cui venivano prelevati i biscotti venduti a peso. Sul bancone e sul ripiano degli scaffali, barattoli di vetro chiusi da coperchi di metallo e contenenti i dolcetti piu' vari, da vendere a peso.

Poi, per tanti anni, gli accadimenti della vita mi portarono altrove. Ogni tanto passavo davanti al negozio, ma senza mai entrare: mi rassicurava vederlo sempre lì, uguale a se stesso, come fosse un porto sicuro nella tempesta.

Tanti anni fa, però, il negozio chiuse. Vidi dei lavori al suo interno, dei cambiamenti... credo che abbia cambiato gestione, e spero che i cambiamenti si siano limitati a questo. Ma non ci sono più tornato, forse per non restare deluso, non lo so nemmeno io.

Però, se il negozio della signorina Cappelli esiste ancora, e i nuovi proprietari ne hanno rispettato l'atmosfera, i gianduiotti della Peyrano non potranno mancarvi...

novembre 1999
 

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