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Una mattinata di festa ...

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  Nient'altro che una apparizione in una mattinata tiepida, nel paese dove vivevo prima... eppure, a rileggere, continuo a pensare di non aver inventato niente.
Quando si dicono le coincidenze; uscire di casa un minuto prima o dopo avrebbe voluto dire, semplicemente, non essere presenti alla scena...
 

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  Ah, l'inurbazione, il benessere... cadono i muri, si aprono le frontiere. E così, anche nel paesino dove abito, cominciano a vedersi occhi a mandorla e carnagioni più colorate del solito...

Se mai è esistita la "domenica del paesello", quella mattinata di novembre ci prendeva parecchio. Una giornata magnifica, il sole che splende senza bruciare, giusto scalda e carezza e coccola; una mattina dolce, morbida, pigra, la domenica del paesello, via... i bar aperti, il brusio ed il cicaleccio soliti sul marciapiede, il bianchino, il pacchetto delle paste, la mamma con il pupo nella carrozzella, qualche auto, ma niente di molesto, rumoroso, fastidioso, si sentono persino i cinguettii dei passerotti sui rami. La domenica del paesello, suonano le campane e comincia la sfilata dal sagrato, il cappottino buono, la cortesia ed i saluti di rito...

Lei è uno schiaffo anarchico e brutale nella sua vitalità.
Probabilmente lavora come domestica, viste le sporte che si porta appresso di domenica, ma il passo è quello della regina che incede tra i sudditi, elastico, falcato. I capelli sono una cascata di treccine su un viso dal profilo perfetto, la pelle è un mogano scuro lucente di salute, la blusa della canadese non riesce, malgrado gli sforzi, a nascondere l'armonia delle spalle e delle braccia. Ma sotto la blusa, maledetti !, calzoncini a mezza coscia da ciclista, aderenti come un tatuaggio, a fasciare un tripudio di curve che si muovono e danzano in sincrono col passo...

Il paesello si è fermato. Letteralmente, per un breve momento, fermato. Le auto che sembrano mettersi su un cuscino d'aria per camminare in silenzio e non disturbarla. Tutti gli sguardi maschili che seguono quella danza, neanche più desideranti, solo attoniti per tanto splendore. Un ragazzino che si ferma a girarsi, immagino con una strana sensazione di bollore dentro, un turbamento come un mal di pancia... la mamma con la carrozzina che fissa lo sguardo di fronte a sè, rialza leggermente la testa e continua a camminare nell'indifferenza generale (e mi pare di ricordare una manina paffuta che si sporge a cercare la sponda della carrozzina). Una domenica del paesello, tranquilla, senza freddo, senza vento... lo stormire delle foglie ? Ma saranno stati i rami, quando si sono girati a guardare anche loro...

Oh, beh, io passava soltanto da quelle parti, non potevo non vederla la scena. Ehm, vederla, dopo....

aprile 1998
 

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