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Motori, qui in Piadinia...

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  Dopo ventuno anni di attesa, domenica 8 ottobre 2000, Michael Schumacher vince con una Ferrari il campionato mondiale piloti di Formula 1. Domenica 22 ottobre, la Ferrari vince anche il campionato mondiale costruttori di Formula 1. Questo per gli annuari. Quello che gli annuari non potranno mai dire è come questa vittoria sia stata sentita da queste parti...
Non che possa riuscire io, a raccontarlo; ma la voglia di provarci c'è...
 
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  A dirla tutta, il giorno dopo Suzuka comincia con la mazzetta dei giornali; un poco più ricca questa mattina, e perché no, poi ? Si tratta solo di ventun anni di attesa... no, non è esatto: non è stata solo una attesa, è stato qualcosa d'altro, almeno qui, tra le vigne ed i frutteti.... Fra le retoriche di rito ed i soliti panegirici, ed i servizi in TV ad allagarci la casa di urla e salti e funerali fasulli (evitabilissimi), ci sarà, ci deve pure essere, qualcosa d'altro, almeno qui, vicino al Panaro, dove l'aria buona spazza persino la nebbia e l'odore della campagna riempie il naso, la mattina presto, di domenica. Deve esserci, in qualche modo, da qualche parte, qualcosa che spieghi questa strana febbre....  

  Enzo FerrariSpostandosi un po' più verso la bassa, è campagna piatta, profonda. Gelata o umida e opaca di nebbia d'inverno; torrida e spossante d'estate, col sole che sembra fare gli straordinari per restituire alla terra il calore mancato nell'inverno, e le piante sembrano gonfiarsi d'acqua e di luce; insetti che ronzano, sabbia e polvere addosso, che si impasta di fatica e sudore.... La macchina, il motore, il progresso. Qualcosa che arriva dalla città e, stranamente, non sembra estraneo o inutile, non una cosa di damerini, sanno fare niente, quelli di città. No, il motore è diverso, fa rumore e puzza, ma forse libera la schiena dalla fatica della zappa. E forse arriva insieme alle voci di qualcosa che sembra cambiare tutto, la velocità, il progresso, l'aria che sembra finalmente muoversi addosso e comincia a sferzare il viso, cosa strana di queste parti, sempre immota, ferma, solo raramente un refolo.  

  Non un grosso problema, immagino, mettere il motore su un telaio e provare a vedere quanto va forte. E la nuvola di polvere porta assieme al fumo ed al chiasso anche l'idea di una potenza nuova, una nuova bestia da domare, come una volta i cavalli o i buoi. Si dovranno cercare gioghi diversi, ma c'è tempo, e questa è zona di agricoltori ed allevatori, si studierà bene qualcosa...  

  Enzo FerrariQuell'ostinazione caparbia nel voler fare tutto da soli, a studiarla con l'occhio tecnico, è tutto fuorché industriale: richiama molto di più, invece, l'abitudine del contadino che scende nel campo, tra le piante. Forse così, o forse (molto probabilmente) per qualcos'altro, comincia a suonare diversa, la campagna, quando il motore si accende. E forse, ancora, nella corsa, la stessa ebbrezza, moltiplicata mille e mille volte, della discesa in bicicletta, quando tutto vibra e sembra sfasciarsi e l'aria sbatte in faccia polvere e moscerini, e tutto mille e mille volte di più.... va bene, metteremo degli occhialoni.  

  AscariIl problema, dopo, è non farsi scappare le cose di mano, nemmeno quando cominciano a farsi così grosse da far tremare i polsi. E se non è piu' possibile fare tutto da soli, cercare qualcuno disposto a dare una mano. Non a dividere lo stesso sogno: i sogni non sono fatti per essere realizzati; quelle che si fanno sono cose, non sogni. Qui non si sogna, qui si fanno automobili. Belle come un sogno, ma e' il sogno di altri; altri sognano. Qui non si sogna, qui le automobili si fanno. E prima della vernice e della cera, ci sono il tornio e il refrigerante che puzza, ed i trucioli che tagliano suole e mani. Quando si dipinge si conosce ogni filo della tela, anche sotto il colore, giusto ? E qui è la stessa cosa, e dopo i tagli ed i lividi e la puzza e l'olio e la polvere di ferro, il colore è solo la firma sul quadro. Ed i fili della tela anche stavolta li conosci tutti, uno per uno, e li vedi anche sotto la vernice e la cera. E sono lì ogni volta che la guardi. Assieme alla voglia di ricominciare.  

  Enzo Ferrari
Il resto l'hanno già scritto in tanti modi ed in tanti fogli. Quello che non può essere scritto è l'agonia delle bielle sul rettilineo di Fiorano, o il motore che sembra rantolare nelle scalate di marcia, e quel suono, come un urlo, che cerca di tagliare la nebbia, in mezzo alla campagna, col freddo che filtra nel cappotto e intirizzisce, solo la passione a scaldare. La passione non raccontata di chi, contro la nebbia ed il caldo, si arrampica su un cavalcavia per spiare una fiammata rossa in lontananza, i timpani pieni dell'urlo del motore.... il motore, ancora; la passione per il motore, una passione che si fa memoria, come qualcosa che possa essere raccontato davanti al camino, come una volta raccontavano le storie i vecchi, un bicchiere sul tavolo e chi ascolta lì, occhi accesi come stelle, incantati...
 
  Ventuno anni. Doveva pur arrivare, questo tempo. È giunto.

ottobre 2000
 

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