Homepage
Note personali
Passatempi e passioni
Gli incontri
I link preferiti
Varie ed eventuali
Sei qui:  Varie ed eventuali -> Domenica Scrivimi  scrivimi

La domenica, a Vignola ...

divider

  Ci sono dei momenti dove le cose appaiono mai viste prima, e poi resta sempre il dubbio di cosa si sia visto realmente, e come...
Almeno, a me capita.
 

divider

  Che sia un giorno diverso, lo si capirebbe pure a livello prelogico, solo con alcuni sensi, a tenerli svegli... perché il risveglio della mattina normalmente profuma dei croissant del bar vicino, mentre i soli rumori sono quelli delle tazzine ed il frullo dei piccioni in piazza e delle catene sui pignoni delle biciclette. Ma la domenica... la domenica nemmeno le biciclette in giro, solo qualche macchina in fondo, sulla strada verso le colline. E ci si alza piano, con calma, e si mette il bricco dell'acqua sulla fiamma, si spalanca la finestra...

La domenica ti irrompe in casa con l'odore del brodo, già sul fuoco dal mattino. Il brodo... mi spariscono gli anni, a pensarci. Mi torna in mente la pentola del brodo sul fuoco, da piccolo, in casa coi miei, e naturalmente a me bambino il lesso non piaceva. E la salsa verde preparata in due minuti dalla nonna, e le minestre della sera. E trovarsi a pensare che in undici anni, non mi era mai capitata l'occasione di prepararlo, il brodo. E come ? Siamo in due, ed il brodo, a farlo come si deve, è cosa ricca, opulenta, famigliare, da tavolata domenicale, appunto. E qui è cercato e ricercato, destinato com'è a fare da bagnetto per i tortellini...
Cominciano il sabato, di fronte al banco del macellaio, le massaie. E le vedi a scrutare la carne, e chiedere, e poi è un gran tagliare pezzi vari, le punte, il costato, il muscolo, e l'osso per il brodo, e poi è la passeggiata al bancone delle verdure, per gli odori. Poi di nuovo davanti al bancone della pasta fresca, magari nel negozietto sotto i portici (quello che ti consigliano sottovoce, come a serbarne il segreto per pochi); una vetrinetta che sembra una finestra tanto è piccola, epperò adorna di culatelli come un trionfo (i prosciutti stan dietro, poveracci; quasi seconda scelta). E le vedi e li vedi, assorti, compunti e concentrati a valutare il giallo della sfoglia, e domandare del ripieno...
Il brodo, e la carne che comunque mica si butta via, si recupera, figurati ! per il secondo, magari insaporita con un po' di mostarda, o la salsina speciale o che so io; ma è il lesso, è il piatto che millenni fa fece la differenza tra la brutalità precedente e la civiltà a venire. Perché un arrosto lo fai anche con un ramo come spiedo, ma il lesso no, il lesso richiede una pentola, e quindi un vasaio, richiede una cottura della pentola e quindi un forno per l'argilla, richiede che si abbandoni una volta per tutte la preistoria e ci si incammini, finalmente, verso la civiltà e le follie sue figlie...

Il tortellino, una scommessa, una sfida a farne stare il maggior numero possibile in un cucchiaio, chè il tortellino "vero" è piccolo, aggraziato, minuscolo... e naturalmente la storia del tortellino modellato sull'ombelico femminile, e sarà stata una ragazza di garretto nervoso e ventre piatto ed asciutto, la coppetta dell'ombelico a sbucare invitante nel candore della carne, a promettere e assicurare... vederle adesso, belle e gambelunghe, sederino alto e tondo, a sgranocchiare tranquille le crescentine col salame, o il pesto modenese, abominazione dietetica se mai ne esiste una, è qualcosa che conforta e riconcilia e fa sperare. E perché non sperare, fin quando la coda davanti al baracchino delle piadine è ancora lunga quanto quella dei panini americani, con tutta la fuffa dei palloncini tra i tavoli e dei pupazzetti nelle patatine, e dietro il bancone una ragazza di colore, bella e sorridente, tira e cuoce piadine come non avesse mai fatto altro ?

Poi cammino per strada, passo lungo il vialetto fianco al Panaro, e mi ritrovo a camminare tra i ricci e le castagne selvatiche. Da queste parti la castagna era una volta il pane, e vederle a terra così abbandonate lascia un po' di sconcerto. Saranno gli anni che passano, il progresso, che adesso c'è mica più bisogno di macinare le castagne per mangiare d'inverno. Ma mi è tornata la voglia di cuocere le castagne, ed andare a cercare i marroni, e fare le caldarroste in casa, calde da scottare, e quest'anno ci stappo sopra anche un lambrusco, toh !
Ah, il lesso; certo che sono andato a comprare la carne e fare il brodo, e poi col brodo ci ho pure cotto i tortellini. E mentre schiumavo, mi tornavano in mente i gesti di mia madre, di mia nonna di fronte alla pentola, gli stessi gesti, le stesse cure, non tramandati ma recuperati dal fondo della memoria e riscoperti come propri... come cambia le cose, il tempo; ritrovarmi, io, ad aver voglia di un piatto di lesso con le salse, quando da piccino non mi piaceva ed i miei a lodarmelo e magnificarmelo, ma tanto non mi piaceva lo stesso...

settembre 1999
 

divider

Torna alla pagina precedente

Homepage
Note personali
Passatempi e passioni
Gli incontri
I link preferiti
Varie ed eventuali