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  Ancora una volta, quanto segue vorrebbe essere soprattutto un tributo a "Annals of Improbable Research" ed allo spirito che li ispira.

Traduzione in inglese a cura di Aldo "Ldx" Giove. Aldo, mille grazie !

Versione inglese: un click qui !  
 

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Metodologie a basso impatto ambientale per la termoregolazione corporea.

  I rilevamenti climatici effettuati negli ultimi anni sembrano suggerire una progressiva diminuzione della temperatura durante la stagione fredda; sfortunatamente i livelli di inquinamento atmosferico attualmente misurati non consentono di prendere in considerazione un incremento dell'utilizzazione delle tradizionali metodologie di riscaldamento dato il loro rilevante impatto ambientale. Sorge pertanto la necessità di prendere in considerazione delle metodologie di termoregolazione a basso impatto ambientale, tali quindi da consentire di soddisfare la richiesta di un mantenimento di temperatura corporea a livelli di benessere accettabili durante la stagione fredda senza nel contempo incidere negativamente sui livelli di inquinamento. L'ampiezza dell'argomento non consente un esame completo delle metodologie tecnicamente oggi disponibili; d'altro canto l'impellenza di un esame scientifico di almeno una parte di queste è tale che si è preferito volutamente restringere il campo di esame pur di poter iniziare a disporre di un set di dati scientificamente formalizzati.

L'esame delle metodologie è stato quindi intenzionalmente ristretto al campo della termoregolazione individuale, trascurando quindi in questa fase il settore della termoregolazione ambientale.

Lo studio è stato affrontato secondo questa sequenza di attività:
  1. individuazione del campione
  2. preselezione dei dispositivi
  3. identificazione delle caratteristiche principali dei dispositivi
  4. test ed analisi dei risultati ottenuti
Individuazione del campione
La necessità di limitare lo studio alle metodologie di termoregolazione personale ha condotto all'individuazione di una popolazione tale da fornire un campione statisticamente accettabile per l'espletamento delle attività successive. Considerando che alti livelli di attività fisica o anche solo manuale comportano un incremento del metabolismo basale dell'individuo, con un conseguente incremento della resistenza al freddo e considerando anche la pesante incidenza delle ore lavorative all'interno del periodo di veglia, si è deciso di estrarre il campione tra le persone addette ad attività di tipo sedentario, per le quali è considerabile come maggiormente impellente la necessità di soddisfare una richiesta di termoregolazione corporea ottimale anche in condizioni di bassa attività metabolica.

Preselezione dei dispositivi
È stato effettuato un primo screening dei dispositivi tecnologicamente disponibili, privilegiando gli aspetti del basso impatto ambientale e di portabilità dei dispositivi stessi. Al termine di questo screening sono stati selezionati, per le loro notevoli potenzialità funzionali, i seguenti dispositivi:

  • PLAID
    (Planar Lambswool-type Auto-modeling Insulating Device)
  • FLOW
    (Flexible-device Loading Overheated Water)
  • GULP
    (Gorgeous Uninhibited Long-legs Purring-girl)
 

Identificazione delle caratteristiche principali dei dispositivi
Plaid
Fig. 1

PLAID
Il dispositivo in questione (un esemplare è rappresentato in fig. 1) è realizzato mediante lavorazione tessile di filo ritorto, preferibilmente originato da lavorazione di materia prima di origine ovina. Topologicamente riconducibile ad una superficie piana, assunto un sistema cartesiano ortogonale, esso utilizza la forza di gravità per effettuare un autoadattamento strutturale-modellante intorno alle superfici sulle quali esso è appoggiato[1]. Dal punto di vista dell'impatto ambientale, questo dispositivo ha presentato le migliori prestazioni in termini assoluti: il risultato è motivato dal meccanismo di funzionamento, definibile come "passivo". In effetti, un dispositivo PLAID influisce sul meccanismo di scambio termico tramite alterazione del coefficiente di conduzione termica in corrispondenza dell'interfaccia utente-ambiente.
La lavorazione utilizzata consente infatti di creare una struttura ad altissima densità di microcelle che vengono riempite, durante il funzionamento, da aria. In termini qualitativi, si viene in pratica a creare una zona a basso coefficiente di conduzione termica (costituita, appunto, dallo strato protettivo PLAID) che ostacola la dispersione termica verso l'ambiente esterno.

FLOW
Il dispositivo in questione è costituito da una struttura flessibile internamente dotata di una cavità atta ad alloggiare un determinato volume di fluido preventivamente riscaldato sino a portarne la temperatura ad un livello maggiore di quello ambientale, realizzando, in tal modo un serbatoio termico in grado di cedere calore verso corpi a minore temperatura. A differenza del dispositivo PLAID esiste stavolta un rilevabile impatto ambientale correlato all'impiego del dispositivo: è infatti necessario preliminarmente fornire una certa quantità di calore al fluido in modo da incrementarne la temperatura (è implicita la necessità che gli scambi di calore avvengano in condizioni abbastanza lontane dalle transizioni di fase), e questo riscaldamento preliminare deve avvenire utilizzando fonti di energia, allo stato attuale della tecnologia, normalmente inquinanti. In virtù della facile disponibilità, della assoluta atossicità (anche se diversi studi ne hanno evidenziato la pericolosità, soprattutto in caso di inalazione accidentale[2]) e dell'elevato calore specifico il liquido di elezione per il dispositivo FLOW e' risultato essere l'acqua. La termoregolazione è ottenuta mediante posizionamento del dispositivo FLOW a ridosso del corpo: il dispositivo, in virtù della differenza di temperatura tra acqua e corpo, cede calore verso quest'ultimo. Ovviamente, dato che la temperatura ambiente è anch'essa normalmente inferiore a quella dell'acqua, si instaura un ulteriore meccanismo di scambio termico verso l'ambiente, a detrimento del rendimento del dispositivo (si definisce, in questo contesto, come rendimento il rapporto tra il calore ceduto da FLOW al corpo ed il calore che è stato necessario somministrare a FLOW per portarlo in condizioni operative).
L'impiego di una struttura flessibile consente al FLOW di adattarsi alla morfologia del corpo da termoregolare, assicurando così un buon livello di comfort ed una buona superficie di scambio termico.
(in fig. 2 una rappresentazione di un dispositivo FLOW durante una sessione di modellazione 3D per prototipazione rapida. Si ringrazia il NothingToDo Lab per la gentile concessione)
Flow
Fig. 2
Gulp
Fig. 3

GULP
In questo caso, più che di un dispositivo, sarebbe opportuno (e politicamente corretto) parlare di una metodologia funzionale: si tratta infatti, in sommi capi, di posizionare a ridosso del corpo oggetto della termoregolazione un altro corpo (il GULP) dotato di capacità metaboliche autonome. Tramite i processi metabolici citati, il GULP è in condizione di produrre calore nelle medesime condizioni di fornitura riscontrabili nel corpo oggetto della termoregolazione: l'estrema affinità fra le due situazioni consente al GULP di ottenere i migliori risultati assoluti in termini di qualità della somministrazione termica. A questo proposito, essendo fondamentale ridurre la resistenza termica offerta da eventuali dispositivi di protezione epiteliale da parte del GULP, i migliori risultati si sono ottenuti con l'adozione di coperture protettive leggere e di contenute dimensioni: si noti ad esempio l'esemplare raffigurato in fig. 3, dove, grazie ad una accurata progettazione del rivestimento, si ottiene un eccellente rapporto tra superficie complessiva e superficie disponibile per lo scambio termico[3].
Data la preponderanza dell'attività sedentaria per i componenti del campione, la zona più opportuna per la collocazione del dispositivo è stata identificata nella regione della gamba compresa tra l'articolazione iliaca e il ginocchio: questa zona si disloca normalmente in posizione orizzontale durante l'espletamento di attività sedentarie, fornendo quindi una eccellente superficie di appoggio. La naturale morbidezza del dispositivo GULP assicura ottimali caratteristiche di adattamento morfologico alla superficie del corpo da termoregolare. Data l'affinità dei processi metabolici tra utente e GULP, l'impatto ambientale è dello stesso ordine di grandezza e quindi considerabile come accettabile.
Test ed analisi dei risultati ottenuti
Dopo aver provveduto a formare un campione statisticamente significativo e rappresentativo della popolazione, è stata avviata la fase sperimentale. Questa ha avuto come scopo quello di definire da un punto di vista qualitativo le prestazioni offerte dai dispositivi in esame: l'approccio qualitativo è stato preferito a quello quantitativo dato che l'elemento fondamentale del soddisfacimento, per gli utenti, del bisogno di termoregolazione non è compiutamente rilevabile se non tramite una valutazione di questo genere.

I componenti del campione, come detto composto da persone di ambo i sessi dedite ad attività di tipo sedentario, sono stati invitati ad accomodarsi presso una postazione di lavoro definita come "standard" (scrivania, terminale di computer, sedia con rotelle e braccioli, attrezzature di ufficio, pianta di ficus in condizioni medie di mantenimento) posizionata nella camera di prova. Questa è stata mantenuta ad una temperatura media di 15 °C (con scartamenti contenuti entro ± 0,25 °C), e livello di umidità del 40%, condizioni tali da generare sistematicamente, entro un periodo di tempo abbastanza breve, una sensazione di freddo. Quando tale sensazione iniziava a divenire sgradevole, il soggetto della sperimentazione chiedeva all'esterno di poter ricevere uno dei tre dispositivi in esame; nessuna informazione sulla tipologia di questi era data prima dell'inserimento all'interno della camera di prova, per impedire interferenze indesiderate nei processi cognitivo-logici del soggetto.

PLAID
La valutazione media di tale dispositivo à stata abbastanza elevata ed oltretutto abbastanza uniformemente distribuita all'interno dell'intero campione, il che depone a favore dell'efficienza complessiva del dispositivo. Sono state particolarmente apprezzate le doti di leggerezza e di facilità d'uso; un unico punto a sfavore è stato rilevato nella tendenza, data la struttura topologica del dispositivo, ad impigliarsi nelle rotelle della sedia. La riprogettazione della geometria di base del dispositivo dovrebbe consentire di migliorare notevolmente le sue prestazioni in questo specifico settore senza andare a detrimento delle caratteristiche mostrate negli altri campi funzionali esaminati.

FLOW
Malgrado le notevoli potenzialità espresse in corso di preselezione, il dispositivo in questione ha fornito i risultati meno soddisfacenti. I motivi di questa prestazione sono fondamentalmente i seguenti:
  1. è necessario utilizzare, per motivi di scambio termico, dell'acqua ad una temperatura sensibilmente superiore a quella del soggetto utilizzante il dispositivo. Questo può provocare, nel periodo iniziale di applicazione, l'insorgere di una sensazione di calore abbastanza sgradevole;
  2. per evitare la movimentazione di pesi eccessivi, la quantità di liquido immagazzinabile in un dispositivo FLOW è relativamente limitata, e quindi anche le dimensioni del dispositivo nel suo complesso risultano essere abbastanza contenute. Questo, in associazione con la deformabilità del mezzo contenitivo utilizzato, crea una certa situazione di instabilità del dispositivo durante il suo uso, ed in conseguenza limita il livello di comfort fornito all'utente;
  3. è necessario disporre di una sorgente termica esterna per poter procedere al riscaldamento dell'acqua prima dell'utilizzazione: questa sorgente termica, oltre all'impatto ambientale già segnalato, potrebbe essere non disponibile con facilità, limitando pertanto le possibilità di impiego del dispositivo.

GULP
Inaspettatamente, il dispositivo in questione ha fornito i risultati in assoluto più controversi da interpretare. La difficoltà è data dall'enorme ampiezza dell'intervallo contenente le valutazioni fornite sul dispositivo: si passa infatti, in termini qualitativi, dall'apprezzamento entusiastico al freddo disinteresse per giungere fino alla negazione di qualsiasi funzionalità. Un controllo dei risultati ottenuti ha evidenziato una correlazione decisamente marcata tra natura qualitativa dei giudizi e genere sessuale degli sperimentatori, correlazione invece assolutamente assente nella valutazione degli altri dispositivi esaminati. Un altro elemento particolare è che i giudizi negativi non sono mai direttamente ascrivibili a carenze del dispositivo, quanto a valutazioni di tipo soggettivo sulla struttura del dispositivo stesso. La seguente tabella riassume i risultati ottenuti (ogni soggetto poteva esprimere più di una valutazione)

Risultati (blocco 1: negativi)
Motivazione Percentuale
"È piena di cellulite !" 98,65%
"Toglietemi di torno questa cicciona ! Pesa un quintale !" 76,03%
"Ma come si veste ? Questa roba non si usa più da almeno cinque anni " 23,81%
"I capelli ! Sono pieni di doppie punte ! Ma che shampoo usa ?" 15,28%
varie ed eventuali 9,06%
Risultati (blocco 2: positivi)
Motivazione Percentuale
"Come ? Non ho capito la domanda..." 99%
"Cosa ? Potrebbe ripetere, per favore ?" 81, 05%
stupore estatico vario ed eventuale 47,71%
"Eccellente qualità del calore trasmesso, rivestimento cutaneo di sericità e morbidezza assolutamente apprezzabili, associate inoltre ad un sentore misto di caffé ed albicocca olfattivamente gradevolissimo"[4] 1%

La correlazione prima accennata è evidente considerando che praticamente la totalità dei giudizi negativi è stata espressa da utenti di sesso femminile, mentre la totalità dei giudizi positivi è da ascriversi ad utenti di sesso maschile: l'anomala distribuzione percentuale delle risposte fornite da questi ultimi è stata inoltre oggetto di approfondito esame, data l'evidenza di una risposta assolutamente dissonante con i risultati medi ottenuti. Si ritiene opportuno approfondire gli studi e le sessioni di prova per poter meglio valutare il dispositivo GULP nell'interezza delle sue possibilità e cercare di chiarire le motivazioni del divario valutativo riscontrato.
Un elemento meccanico emerso nel corso della sessione di prove è la necessità di irrobustire la struttura delle sedie da ufficio normalmente disponibili sul mercato, in quanto la sommatoria dei pesi dell'utente e del GULP sembra sollecitare eccessivamente le realizzazioni attuali. L'insorgenza dei derivanti fenomeni di instabilità strutturale è in grado di suscitare un'impressione di disagio nell'utente, con i conseguenti riflessi sul suo stato di benessere complessivo.

Considerazioni riassuntive
Sono stati esaminati tre metodi di termoregolazione individuale a basso livello ambientale per applicazione preferenziale su soggetti dediti ad attività sedentarie. Di questi il solo dispositivo PLAID sembra riscuotere consensi nell'intero campione dei soggetti, mentre il dispositivo FLOW ha evidenziato dei punti progettuali sui quali è forse opportuno operare per incrementarne le prestazioni. Il dispositivo GULP ha fornito i risultati qualitativamente migliori, anche se apprezzati solo da circa la metà del campione.

Ringraziamenti
Ancora una volta un doveroso ringraziamento al gruppo di ricerca MEETINGPOINT di MC-Link.
Un ringraziamento particolare a Renato "Alpha" Croci per l'incoraggiamento e lo sprone all'avvio del lavoro.
Un grande ringraziamento ad Aldo "Ldx" Giove, per la preziosissima opera di traduzione di questo lavoro.
Si ringraziano inoltre, per il grande supporto morale, Frank Zappa, Tom Waits, Frank Miller, Alan Moore, PK (prima serie), Priscilla "Voodoo" Kitaen, la redazione e tutte le modelle di "Penthouse".
  Bibliografia e riferimenti:
[1] R. F. Spada "La perifrasi come perifrasi", Guinness University, 1998
[2] cfr. "Dihydrogen Monoxide Research Division" - Ed. Italiana a cura di Aldo "Ldx" Giove
[3] R. F. Spada "Lingerie femminile: un design per l'uomo o per la tecnologia ?", Sauternes Editions, 1999
[4] cfr. Alan Moore "WildC.A.T.s.", Wildstorm Production

WildC.A.T.s . TM e © 1999 WildStorm Productions, edizioni DC Comics.
PK © Walt Disney Italia
Penthouse © General Media Communications, Inc.

febbraio 2002
 

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