arella a Bologna sia stato il militare di leva Massimo Tramontani; non sappiamo se sia stato un fatale incidente dettato dall’inesperienza del giovane; non sappiamo, nell’eventualità l’omicida materiale sia lui, se ricevette degli ordini ben precisi e chi li dettò”.
Termina lo studio un’appendice che include interviste a due degli avvocati di parte civile (Avv. Gamberini e Avv. Leone), a due compagni di Lorusso (Gabriele Giunchi, testimone oculare del fatto, e Valerio Monteventi), nonché al carabiniere ritenuto responsabile materiale dell’omicidio, Massimo Tramontani.

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lorusso-tesi

 

 

 

 

francesco lorusso

 

Tesi di Franca Menneas

dal sito “Lavorare con lentezza

 

11 marzo: cronaca di una giornata di scontri

Questo è  il 2ndo capitolo della Tesi di Laurea di Franca Menneas dal titolo: “Omicidio Francesco Lorusso: Storia di un processo mancato”. Il relatore della tesi era il Prof. Valerio Romitelli nell’ambito della Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Storia, Indirizzo Contemporaneo. Lo studio della Menneas, discusso nel 19 marzo 2004, ha ottenuto 110 con lode.

La tesi è costituita da un’introduzione, due capitoli e un’appendice. Nella prima, la Menneas scrive: “Nostro intento è quello di ricostruire i fatti della mattina dell’11 marzo del ‘77 che portarono alla morte di Pier Francesco Lorusso servendoci della ricostruzione (nonché Ordinanza d’Archiviazione del caso) fatta dal Procuratore della Repubblica Romano Ricciotti al momento del passaggio del caso nelle mani del Giudice Istruttore Bruno Catalanotti avvenuto nel luglio del ‘77. Con un lungo rapporto di 109 pagine, Ricciotti delinea tutti i passaggi della lunga inchiesta svolta sino a quel momento. Riporteremo i fatti e gli scontri avvenuti tra i dissidenti di estrema sinistra e Comunione e Liberazione prima e tra gli stessi extraparlamentari e le forze dell’ordine poi, con l’uso di una cartina topografica per agevolare la comprensione sugli spostamenti effettuati dai vari protagonisti della vicenda. Si cercherà, inoltre, di interpretare (spesso criticandole, anche negativamente) le posizioni di Ricciotti, che secondo noi esaspera certe situazioni e ne trascura altre, servendoci delle numerose deposizioni da lui raccolte, di quelle effettuate successivamente da Catalanotti e delle interviste a noi recentemente rilasciate. Tutta una parte del lavoro sarà, poi, dedicata alla ricostruzione della vicenda giudiziaria, visto che di processo vero e proprio non si può parlare”.
Nel secondo capitolo, quello qui pubblicato, si ricostruiscono i fatti della mattina dell’11 marzo e l’omicidio Lorusso.

Nel terzo, intitolato “Ricostruzione della vicenda giudiziaria”, la Menneas raccontando la storia del “mancato processo”, ribadisce che: “Le vicissitudini che la mattina dell’11 marzo 1977 portarono alla morte dello studente Pier Francesco Lorusso è facile ricostruirle. Non altrettanto si può dire del movente, ammesso che ce ne fosse uno, del perché quell’incidente sia successo, da chi sia stato voluto. Tutto il procedimento giudiziario avviato dopo la morte del giovane ha portato alla ricostruzione dei fatti evitando accuratamente di capire il perché e chi fossero i responsabili dell’operazione. L’inchiesta è stata subito archiviata per uso legittimo delle armi fatto dal carabiniere Tramontani, evitando quindi di arrivare a una qualsiasi verità. Nonostante siano passati vari anni dal quel fatidico settantasette non sappiamo ancora se a sparare e ad uccidere Lorusso in via Mascarella a Bologna sia stato il militare di leva Massimo Tramontani; non sappiamo se sia stato un fatale incidente dettato dall’inesperienza del giovane; non sappiamo, nell’eventualità l’omicida materiale sia lui, se ricevette degli ordini ben precisi e chi li dettò”.
Termina lo studio un’appendice che include interviste a due degli avvocati di parte civile (Avv. Gamberini e Avv. Leone), a due compagni di Lorusso (Gabriele Giunchi, testimone oculare del fatto, e Valerio Monteventi), nonché al carabiniere ritenuto responsabile materiale dell’omicidio, Massimo Tramontani.

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11 marzo: cronaca di una giornata di scontri

Questo è  il 2ndo capitolo della Tesi di Laurea di Franca Menneas dal titolo: “Omicidio Francesco Lorusso: Storia di un processo mancato”. Il relatore della tesi era il Prof. Valerio Romitelli nell’ambito della Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Storia, Indirizzo Contemporaneo. Lo studio della Menneas, discusso nel 19 marzo 2004, ha ottenuto 110 con lode.

La tesi è costituita da un’introduzione, due capitoli e un’appendice. Nella prima, la Menneas scrive: “Nostro intento è quello di ricostruire i fatti della mattina dell’11 marzo del ‘77 che portarono alla morte di Pier Francesco Lorusso servendoci della ricostruzione (nonché Ordinanza d’Archiviazione del caso) fatta dal Procuratore della Repubblica Romano Ricciotti al momento del passaggio del caso nelle mani del Giudice Istruttore Bruno Catalanotti avvenuto nel luglio del ‘77. Con un lungo rapporto di 109 pagine, Ricciotti delinea tutti i passaggi della lunga inchiesta svolta sino a quel momento. Riporteremo i fatti e gli scontri avvenuti tra i dissidenti di estrema sinistra e Comunione e Liberazione prima e tra gli stessi extraparlamentari e le forze dell’ordine poi, con l’uso di una cartina topografica per agevolare la comprensione sugli spostamenti effettuati dai vari protagonisti della vicenda. Si cercherà, inoltre, di interpretare (spesso criticandole, anche negativamente) le posizioni di Ricciotti, che secondo noi esaspera certe situazioni e ne trascura altre, servendoci delle numerose deposizioni da lui raccolte, di quelle effettuate successivamente da Catalanotti e delle interviste a noi recentemente rilasciate. Tutta una parte del lavoro sarà, poi, dedicata alla ricostruzione della vicenda giudiziaria, visto che di processo vero e proprio non si può parlare”.
Nel secondo capitolo, quello qui pubblicato, si ricostruiscono i fatti della mattina dell’11 marzo e l’omicidio Lorusso.

Nel terzo, intitolato “Ricostruzione della vicenda giudiziaria”, la Menneas raccontando la storia del “mancato processo”, ribadisce che: “Le vicissitudini che la mattina dell’11 marzo 1977 portarono alla morte dello studente Pier Francesco Lorusso è facile ricostruirle. Non altrettanto si può dire del movente, ammesso che ce ne fosse uno, del perché quell’incidente sia successo, da chi sia stato voluto. Tutto il procedimento giudiziario avviato dopo la morte del giovane ha portato alla ricostruzione dei fatti evitando accuratamente di capire il perché e chi fossero i responsabili dell’operazione. L’inchiesta è stata subito archiviata per uso legittimo delle armi fatto dal carabiniere Tramontani, evitando quindi di arrivare a una qualsiasi verità. Nonostante siano passati vari anni dal quel fatidico settantasette non sappiamo ancora se a sparare e ad uccidere Lorusso in via Mascarella a Bologna sia stato il militare di leva Massimo Tramontani; non sappiamo se sia stato un fatale incidente dettato dall’inesperienza del giovane; non sappiamo, nell’eventualità l’omicida materiale sia lui, se ricevette degli ordini ben precisi e chi li dettò”.
Termina lo studio un’appendice che include interviste a due degli avvocati di parte civile (Avv. Gamberini e Avv. Leone), a due compagni di Lorusso (Gabriele Giunchi, testimone oculare del fatto, e Valerio Monteventi), nonché al carabiniere ritenuto responsabile materiale dell’omicidio, Massimo Tramontani.

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