andrea cangitano  

 

14 anni manovale

 

Palermo 8 luglio 1960

 

A Palermo, il centro è presidiato fin dalle prime ore del mattino dalla Celere per disturbare lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per i fatti di Reggio Emilia.

Il corteo operaio viene scortato a vista da un massiccio schieramento di polizia.

Improvvisamente iniziano le cariche. Gli agenti si buttano brutalmente sulla folla con le loro jeep.

I dimostranti si difendono come possono, lanciando sassi e paletti di legno. In breve la zona tra piazza Verdi e piazza Politeama si trasforma in campo di battaglia. Viene eretta una barricata al centro della strada ma a questoi punto i poliziotti cominciano a sparare sulla folla.

 

Il primo a essere colpito è Giuseppe Malleo di 16 anni che viene raggiunto al torace da una pallottola di moscetto.

 

Cadono poco dopo a terra privi di vita Andrea Cangitano di 14 anni, ucciso a colpi di mitra e Francesco Vella operaio di 42 anni.

 

La quarta vittima è Rosa La Barbera di 53 anni raggiunta da uno dei tanti colpi sparati all'impazzata dalla polizia mentre si apprestava a chiudere la finestra di casa.

 

Il tragico bilancio del nuovo crimine poliziesco è quindi di quattro morti. Cangitano e Vella cessano di vivere subito, mentre Malleo e La Barbera moriranno nei giorni successivi all'ospedale.

Altre 36 persone riportano ferite da arma da fuoco, 370 dimostranti vengono fermati e 71 di essi tratti in arresto.

 

Dei tre diversi procedimenti penali ch seguirono, ilpiù importante è quello di Palermo che ha inizio il 16 ottobre dello stesso anno, sotto la presidenza del dottor Mannino.

Dopo 12 giorni di dibattimento tutti i 53 imputati vengono condannati a pene che vanno fino a 6 anni e 8 mesi di reclusione.

I poliziotti che hanno sparato e ucciso non solo non vengono incriminati ma addirittura vengono sentiti in aula come testimoni d'accusa.