L’umanità dell’internet
(le vie della rete sono infinite)

omini

di Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it



Questa non è una recensione, ma un articolo
di Georgia Garritano
su Mediamente – 20 novembre 2001



Internet che nome è?


La maggioranza lo scrive con l’iniziale maiuscola ma aumentano i sostenitori dell’uso della minuscola.

Internet o internet?  Se si pone la domanda a Spellweb, il sito che rivela qual è l’opzione più popolare nel web tra due forme linguistiche, si scoprirà che la prima variante prevale, ma di poco, con circa 53 milioni di occorrenze contro 52.

Se Internet debba essere scritto con l’iniziale maiuscola o con la minuscola è, infatti, un problema ancora aperto. Anzi, mentre all’inizio dello sviluppo della rete la risposta sembrava più chiara, oggi che il nuovo medium è diventato familiare a molti non c’è una norma ortografica comunemente accettata né, come è ovvio, da lingue diverse, né nell’ambito dello stesso codice linguistico.

Katie Hafner e Matthew Lyon, autori di When Wizards Stay Up Late – The Origins of the Internet così come il Foldoc (Free On-Line Dictionary Of Computing) distinguono tra internet con la i minuscola, che indica qualsiasi rete che utilizzi i protocolli Tcp/Ip, e Internet con l’iniziale maiuscola per riferirsi alla rete di reti amministrata da istituzioni pubbliche e private della quale il World Wide Web è parte.

Eppure, queste definizioni non hanno eliminato l’alternanza d’uso tra l’una e l’altra forma, soprattutto nei paesi non anglosassoni. Nella maggior parte dei casi chi scrive in italiano continua a usare l’iniziale maiuscola. Pochi fra questi fanno precedere il termine Internet dall’articolo. Tra loro lo scrittore Franco Carlini che ne Lo stile del web (Einaudi, 1999) spiega di aver optato per questa soluzione “in accordo con l’uso anglosassone”. Tuttavia ci sono anche altre scuole di pensiero.

Giancarlo Livraghi, esperto di comunicazione, in L’umanità dell’internet (Hops), pubblicato quest’anno, teorizza così la scelta della minuscola: «Credo che ci sia qualcosa di sbagliato nella diffusa abitudine di scrivere “Internet” con la “I” maiuscola a di trattare la parola come se fosse un “nome proprio”. Se qualcuno scrivesse “parlo via Telefono” o “ho visto su Biblioteca” o “guardo Televisione” o “sono in Giornale” o “scrivo con Posta” sarebbe preso per semianalfabeta o tonto. Perché non ci accorgiamo che è altrettanto assurdo usare in questo modo la parola “internet”?».

Secondo l’ideatore di Gandalf. Pensieri sulla rete e sulla comunicazione, questo «errore... può derivare da un’interpretazione sbagliata dell’ortografia inglese. Molti americani scrivono the Internet con la “I” maiuscola. Ma l’inglese usa le maiuscole in modo diverso dall’italiano (per esempio noi non scriviamo i nomi dei mesi e dei giorni, o “io”, con la maiuscola) ed è chiaro che una parola preceduta da the non può essere un nome proprio». Inoltre – aggiunge Livraghi – l’uso della maiuscola è concettualmente fuorviante perché sembra partire «dal presupposto che ci sia un Signor Internet e che abbia un suo sistema di opinioni e di comportamenti» mentre «la rete non è un “mezzo”, né una comunità chiusa e omogenea. È un insieme di centinaia di migliaia di comunità diverse, ognuna con una sua identità; e di milioni di persone che scambiano messaggi».

Una posizione, questa, che sta incontrando un crescente consenso, come sintetizza Luisa Carrada, autrice di Scrivere per Internet (Lupetti, 2000) e ideatrice di Il mestiere di scrivere, il sito dedicato alla scrittura professionale. Inizialmente perentoria – “nome proprio, quindi maiuscolo” – la giornalista è passata ad accettare il minuscolo, «soprattutto quando la rete è intesa come strumento» e a suggerirne l’uso esclusivo quando il termine «accompagna e specifica altri sostantivi (le tecnologie internet o il modello internet/intranet)».

Anche alcuni siti, nei loro manuali di redazione, raccomandano ormai di utilizzare la minuscola e l’articolo, come Interlex ad esempio, che consiglia di scrivere «l’internet, come la radio, la televisione, il giornale».

Quanto all’uso dell’articolo, esso presuppone un’altra questione, quella del genere. Internet è maschile o femminile? Sebbene molti ritengano che si tratti di un sostantivo femminile – in quanto deriva da “net”, rete – nella prassi, tuttavia, lo si considera comunemente di genere maschile. Anche i dizionari, ad eccezione del Garzanti, ammettono entrambe le possibilità.

Più o meno analoga la situazione in Spagna, dove non si ancora affermata una norma ortografica e il termine viene scritto indifferentemente con la minuscola o con la maiuscola, mentre, per quanto riguarda il genere, si è imposto, di fatto, il maschile.

In Francia, invece, l’abitudine a usare l’iniziale minuscola è piuttosto diffusa ma lessicografi non sono ancora arrivati a una conclusione sulla natura del nome, se si tratti cioè di un nome proprio o di un nome comune. Due dei più diffusi dizionari nazionali, il piccolo Larousse e il piccolo Robert, dei quali son recentemente state pubblicate edizioni aggiornate, accolgono perciò entrambe le dizioni. Quanto all’uso dell’articolo, a sollevare la questione è stato, in particolare, il quotidiano “Libération”. L’opzione “articolo più minuscola” ha avuto un certo successo ed è stata adottata dall’amministrazione pubblica.




Quanto al “genere”
non è solo una questione di grammatica
vedi  La rete è femmina  (n.d.r.)
 




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