L’umanità dell’internet
(le vie della rete sono infinite)

omini

di Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it



Capitolo 50
Gergo, sigle, “faccine”


Ci sono vocabolari ed enciclopedie sul gergo della rete – che naturalmente è soprattutto in inglese. Si tratta di un linguaggio ironico e divertente, ma un po’ “iniziatico” perché era nato in un mondo un po’ speciale, di persone con buone competenze tecniche e una particolare cultura – e perché in gran parte funziona solo in inglese.

Vedi The jargon dictionary e in italiano Il gergo telematico.

Uno dei giochi del gergo sta nello scrivere una parola con un’ortografia diversa ma che (in inglese) si pronuncia nello stesso modo. Come, per esempio, phat invece di fat (grasso) wyrd invece di weird (strano) be4 per before (prima) cu per see you (ci vediamo) filez per files (intesi come software) warez (una deformazione di wares, “cose in vendita•, che si usa per definire l’offerta di software “fuori dal comune”). Eccetera...

Da queste usanze di deformazione fonetica è nata anche l’abitudine di usare numeri al posto di parole.

Una diffusa e perniciosa tendenza è quella delle schematizzazioni dei “presunti esperti” di business online, con la proliferazione di sigle che usano 2 al posto di to e che significano poco o nulla. Vedi B2B B2C C2C C2B e Il generale Biperio e il flop del wap

Per la maggior parte delle persone che oggi usano l’internet il net jargon è solo (se ne hanno voglia) una curiosità culturale; ovviamente si può comunicare in rete anche senza avere alcuna idea del significato dei termini gergali. Ma ce ne sono alcuni che continuano a ricorrere abbastanza spesso e che è meglio conoscere.

Abbiamo già parlato di spamming, flame, off topic, quoting, posting, eccetera (comprese le varianti “italianizzate” di alcuni termini inglesi). Ce ne sono altri, come per esempio newbie (una persona “nuova” della rete, che non sa ancora come comportarsi) e netizen (cittadino della rete – cioè tutti; ma in particolare quelle persone che dedicano attenzione e interesse ai diritti e alla coscienza civile). Gli americani usano geek per definire la mentalità dei programmatori o tecnici o appassionati dell’elettronica (quelli che noi chiamiamo “smanettoni”).

Geek non significa “geco” (come credono alcuni in Italia). È una parola gergale di etimologia incerta. Indica una persona strana, inquietante o un po’ matta. Il significato è analogo a freak (che in rete si divertono a scrivere phreak). I “patiti” dell’informatica applicano questi termini a se stessi con ironico orgoglio. Sono quasi sinonimi di hacker (naturalmente inteso come “smanettone” e non come aggressore o “intruso”).

Ricorre spesso, anche in italiano, la parola bug (insetto fastidioso – qualcuno la traduce “baco”) per indicare un guasto, difetto o errore di programmazione in un software (e ne nascono neologismi come “debuggare”).

Ma le etimologie sono spesso complesse... pare che bug venga da un medioevale bugge che voleva dire folletto dispettoso o spaventapasseri.

L’elenco potrebbe essere interminabile... ma in generale se incontriamo un termine che non conosciamo non è difficile dedurre dal contesto il suo significato. Dobbiamo però ricordare che nel “gergo” è diffuso l’uso di metafore o di “traslati” scherzosi; perciò una parola può avere un significato diverso da quello che sembra a prima vista.


Sigle

Nella corrispondenza in rete (sia personale, sia in aree di discussione) ricorrono abbastanza spesso sigle, derivate dall’inglese, che può essere utile conoscere, perché sono usate abitualmente anche da chi scrive in italiano. Alcune sono espressioni della normale corrispondenza inglese, altre sono proprie della rete.Nella telematica, come nell’informatica, è molto diffuso l’uso di sigle o di “acronimi”; in modo così esagerato da indurre spesso all’ironia.

Per esempio la sigla PCMCIA (che in realtà significa Personal Computer Memory Card International Association) è scherzosamente interpretata come People Can’t Memorize Computer Industry Acronyms: “la gente non riesce a ricordare le sigle usate nel mondo dei computer”.

Eccone alcune fra le più diffuse (usate abbastanza spesso anche in italiano). Ci sono sigle che erano già di uso comune nella corrispondenza (in inglese) prima che nascesse la “posta elettronica”; altre sono nate con la rete.

AKA   Also Known As – lo pseudonimo di una persona (o il nome “vero” di qualcuno di cui si conosce l’alias) o anche semplicemente un modo diverso di dire la stessa cosa.

ASAP   As Soon As Possible – “il più presto possibile”.

BTW   By The Way – “a proposito”, o “fra parentesi”.

FUBAR   Fouled Up Beyond All Repair“pasticciato in modo irreparabile”. Si può dire di una cosa (per esempio una tecnologia o un testo) ma anche di una persona.

FWD   Forward – per indicare che si “inoltra” un testo scritto da qualcun altro.

FWIW   For What It’s Worth – “per quello che vale”.

FYA   For Your Amusement – “per divertimento”.

FYI   For Your Information – “per informazione”.

FYEO   For Your Eyes Only – “solo per te”, “riservato”.

IMHO   In My Humble Opinion – “secondo me” (“secondo la mia umile opinione”, ma spesso “umile” è inteso in senso ironico).

IOW   In Other Words – “in altre parole”.

OTOH   On The Other Hand – “d’altra parte”.

PITA   Pain In The Ass – persona noiosa, rompiscatole.

POV   Point Of View – “punto di vista”.

ROTFL   Rolling On The Floor Laughing – “mi rotolo per terra dalle risate”.

RSN   Real Soon Now – letteralmente “presto” o “fra poco tempo”; ma spesso usato in senso ironico, per intendere “chissà quando” o “forse mai”.

RTFM   Read The Fucking Manual – “leggi il fottuto manuale”. Viene detto a chi chiede troppe spiegazioni tecniche. Può significare anche Read The Fucking Message cioè “non hai capito bene e stai rispondendo a sproposito” o “leggi meglio ciò che è già stato scritto”. Per “eufemismo” la sigla viene interpretata anche come Read The Fine Manual o (ironicamente) Read The Fantastic Manual.

SNAFU   Situation Normal, All Fucked Up – forma gergale abbastanza diffusa in America, che pare sia nata nella marina militare. È un modo scherzoso per definire una situazione confusa, problematica o pasticciata.

TIA   Thanks In Advance – “grazie in anticipo”.

TIC   Tongue In Cheek – “sto scherzando”.

Alcune sigle nuove, che stanno emergendo nel mondo dei teenager americani, sono citate nel bel libro di Don Tapscott, Growing Up Digital. Per esempio JC (Just Curious – solo per saperlo); BMF (Biting My Fingerlails – mi mordo le unghie); BRB (Be Right Back – torno subito); BBL (Be Back Later – torno più tardi); LOL (Laughing Out Loud) per esprimere una forte risata. Un’altra abitudine diffusa è l’uso di parole fra asterischi (invece delle “faccine”) per esprimere un’emozione, come *wink* (strizzata d’occhio) o *smile* (sorriso) o *hug* (abbracciare) o *blush* (arrossire).


“Faccine” :-)

Anche in Italia è diffuso l’uso dei cosiddetti smiley, o emoticon, che in italiano sono noti come “faccine”. Fatte di parentesi, trattini e segni di punteggiatura,; in varianti più complesse, anche numeri e lettere. Ci sono nell’alfabeto ASCII alcuni caratteri che somigliano a “faccine” – ma sono segnali di codice che non si possono usare nei testi. Nella maggior parte dei computer è disponibile un alfabeto (wingdings) che contiene varie immagini fra cui tre caratteri come questi:

faccine

Ma sono caratteri che non si possono trasmettere semplicemente nei messaggi online.

Vedi il capitolo 48 sul problema delle “accentate” e di altri caratteri che non “passano” nell’internet. In particolare queste “faccine” non possono neppure essere “codificate” in html (cioè nel sistema web) in modo compatibile fra diversi sistemi operativi. Quando compaiono su un sito web di solito sono proposte come immagini o icone, non come caratteri contenuti nel “codice”.

Perciò, fin dalle origini della “posta elettronica”, si è diffuso l’uso di “segnali emozionali” composti con caratteri alfabetici e di punteggiatura: le “faccine”.

Per capire il significato di questi piccoli “ideogrammi” basta guardarli in senso orizzontale, cioè inclinare la testa verso sinistra. La forma più comune è il sorriso :-) ma è spesso usato anche il suo contrario :-( per esprimere un’emozione negativa. Oppure ;-) che indica una strizzata d’occhio o :-| che indica perplessità. Alcuni usano forme “abbreviate” di “faccine”, come :) :( ;):| C’è anche l’abitudine di “accentuare” le faccine raddoppiando la parentesi; per esempio un “grande sorriso” :-)) o :-)))

Ci sono molte varianti , come :-O “stupore”, 8-) “sorpresa” (o “occhiali”), :-/ “dubbio”... eccetera eccetera. Esistono “antologie” con centinaia di “faccine”; ciascuno può elaborarne quante vuole secondo la sua fantasia.

Ci sono molte raccolte di “faccine” online.
Per esempio vedi The Unofficial Smiley Dictionary.

Con la possibilità, offerta dai sistemi web, di “allegare” immagini, sembrava dimenticata la vecchia e divertente arte dei “disegnini ascii”; cioè di immagini realizzate con una combinazione di caratteri. Ma per fortuna non è scomparsa – e ogni tanto qualcuno la riscopre. Ce n’è una varietà infinita... eccone alcuni esempi.

Fra i più semplici ci sono la freccia...

------->

... e la rosa...

@>--’--,--

... o un semplicissimo pupazzetto...

_
_(")_
(_ : _)
/ ' \
(_/^\_)

... ma ci sono tante altre immagini, come l’omino che si affaccia...


 ‘’’
 (o o)
----ooO-(_)-Ooo----


... o gli omini che giocano al calcio...


            \O__     __O/       __O/

/_ /_ o _\
\/ / o \/ \ o ‘ / \_


... o un gufo...

                       ___       

<*,*>
[`-']
-"-"-

... o una formica...

                           \/

___ _@@
(___)(_)
/||| ||


... o l’infinita serie di disegni sviluppati sul tema della “mucca”...

            (__)
            (oo)
  /---------\/
 /|        ||
* ||-------||
  ||       ||
  ^^       ^^

... il mitico cane che da quindici anni è il simbolo della rete FidoNet...

                   /  \
                  /|oo \
                 (_|  /_)
                  __@/_ \   _
                 |     | \  \\
                 | (*) |  \  ))
   ______        |__u__| / \//
  / FIDO \        _//|| _\  /
 (________)      (_/(_|(___/   (tm)

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... e un’infinità di altre cose.

Ci sono anche disegni più elaborati, che invece di essere “fatti a mano” sono (almeno in parte) realizzati con l'aiuto di piccoli software concepiti per convertire un’immagine in “testo ascii”. Come, per esempio, questa.

                     
              8888  8888888
                  888888888888888888888888
               8888:::8888888888888888888888888
             8888::::::8888888888888888888888888888
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L’arte dei “disegni ascii” non è dimenticata. Ci sono persone in mezzo mondo (anche in Italia) che continuano a coltivarla. È stata una gradita sorpresa riceverne alcuni nuovi negli auguri per l’anno 2001.

Ci sono collezionisti di disegnini ascii, in Italia come in mezzo mondo. Alcuni mettono online le loro raccolte. Altri sono meno generosi... preferiscono non pubblicarle ma tenerle di scorta, per usarle quando se ne offre l’occasione.

Fra le raccolte pubbliche... vedi per esempio l’ampia e aggiornata antologia di Andreas Freise. L’autrice di alcuni disegni riprodotti nel libro è Joan Stark.   (Non tutti gli esempi che si trovano nel libro stampato sono riportati nell’edizione online, per evitare un appesantimento dell’html).

Naturalmente, è una questione di gusti. Qualcuno può decidere che questo genere di “fantasia artigianale” è superato e che dev’essere totalmente sostituito dalla possibilità di “allegare” immagini online. Qualcun altro (sono fra questi) può pensare che nei “disegni ascii” c’è invenzione, fantasia, divertimento; e che vale la pena, ogni tanto, di continuare.

È bene ricordare che per “passare” senza problemi in rete occorre usare solo i 127 caratteri ascii della “gamma ristretta” a 7 bit – vedi il capitolo 48.

E comunque non fa mai male la leggerezza, cioè il minimo ingombro di un disegno “fatto di caratteri” rispetto a qualsiasi immagine realizzata con un software di grafica.

In generale... che si usino o si inventino “faccine”, disegnini, segnali di emozione, sentimento o umorismo... l’importante è dare spazio alla fantasia, al calore umano, alla qualità della relazione. Qualcosa di più che semplicemente aggiungere duepunti-trattino-parentesi; anche se spesso una “faccina” al posto giusto può essere utile e simpatica.






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