Le macchine Marzo 1999 |
Giancarlo Livraghi gian@gandalf.it |
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Fin dalla nascita delle moderne tecnologie industriali
cioè da due secoli la letteratura, non solo fantascientifica,
ci sommerge di ipotesi apocalittiche. Le macchine, si immagina, si impadroniranno
del mondo e ci ridurranno in schiavitù. Di questa ipotesi sentiamo
spesso leco in opinioni che tradiscono un oscuro terrore della tecnologia.
Ma secondo me il problema è un altro.
Le macchine sono sempre più parte della nostra vita quotidiana; ci è difficile immaginare un mondo in cui non ci siano le automobili e gli aeroplani, in cui non sia possibile comunicare istantaneamente con (quasi) ogni angolo del pianeta, in cui non ci siano macchine cui delegare i compiti più faticosi e ripetitivi. Non è c è stata, e probabilmente non ci sarà, quella terribile rivolta degli schiavi per cui macchine intelligenti e replicanti si impadroniscono di tutto (e noi, gli umani, siamo carne da macello). Non è lintelligenza delle macchine che ci complica la vita; è il contrario. Le macchine sono sostanzialmente stupide e sempre più complicate. Più si complicano, peggio funzionano; e più difficile diventa per noi correggere gli errori e riprendere il controllo. Non occorre usare un computer per imbattersi quotidianamente in pasticci inestricabili dovuti a qualche tecnologia mal concepita o male utilizzata. È colpa delle macchine? Non credo. Le macchine eseguono in modo ripetitivo un compito predeterminato. Se non lo fanno bene la colpa è di chi le ha progettate, di chi le usa male e di chi le vende promettendo miracoli (o anche solo prestazioni diverse da quelle che una tecnologia è davvero in grado di offrire). Che cosa c'entra questo, qualcuno potrebbe chiedere, con il web marketing o più in generale con lattività delle imprese in rete? Secondo me, centra molto. Perché siamo caduti in una trappola da cui dobbiamo uscire. Dobbiamo smettere di aspettarci dalle tecnologie soluzioni impossibili; e dobbiamo smettere di scegliere metodi e strumenti in base alle risorse tecniche anziché in coerente obbedienza alle strategie d'impresa. Questo concetto è così ovvio ed elementare che dovrebbe essere inutile ripeterlo; ma lesperienza quotidiana dimostra che si continua a perseverare in questo incredibile mondo alla rovescia, dove le scelte tecnologiche prevalgono sugli obiettivi e sui contenuti. Con risultati che sarebbero comici se non fossero disastrosi. Questo non è solo un problema italiano. Ecco che cosa dice uno dei più intelligenti osservatori internazionali, Gerry McGovern, nel suo articolo Cash Registers del 15 febbraio 1999
Insomma... come dicono gli americani, la coda agita il cane. I problemi che affrontiamo quotidianamente nel definire le strategie dimpresa in rete sarebbero risolti molto più facilmente se si partisse dalla testa invece che dalla coda. Ma per far questo occorre applicare con pazienza e con metodo una risorsa preziosa, che nessuna tecnologia può sostituire. La materia grigia. Su questo argomento vedi anche: |
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