Mentire con le statistiche
Un articolo in Tutto sbagliato, tutto da rifare25 luglio 2010
La Brambilla,
gli altri
e il mentire con le statistiche
Questa non è, propriamente, una recensione. Ma , partendo da un caso specifico, offre lo spunto per qualche osservazione su un modo molto diffuso di mentire con le statistiche, come annoterò alla fine. Qui è in blu (oltre ai link) la parte del testo che è tratta dalle mie osservazioni nelledizione italiana del libro di Darrell Huff. Lautore di questo articolo non ha identificato le (estese) citazioni, ma ha gentilmente messo in evidenza il libro e ha simpaticamente indicato alla fine di aver usato la fonte. [g.l.]
Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori, ha deciso che così non va e dichiara: Il Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla deve, a questo punto, rivelare esattamente chi le ha fornito i dati sul turismo che ha esposto nella recente conferenza stampa, parlando di un aumento da 25 a 30 milioni di italiani che andranno in vacanza.
Così finalmente sapremo chi denunciare per pubblicità ingannevole! Vorremmo perciò che, dora in avanti, vi sia una maggiore verifica e maggiore responsabilità, poiché un Ministro non si può permettere di fornire dei dati, anche se previsionali, così lontani dalla realtà.
Beh, che si siano svegliati?
Non lo so ma ne dubito, e la stessa affermazione me ne da atto, perché sarebbe bastato scorrere con gli occhi qualche rigo più sotto, per capire che i dati o le statistiche provengono dallOsservatorio nazionale del Turismo. Non ci vuole granché ... o forse non ci se nè accorti apposta?
Mentre aspetto che se naccorgano gli altri luminari (quelli del giorno, dellanno dopo o del mai), vale a dire coloro che lanno scorso non hanno detto nulla sui 37 milioni di ipotetici viaggiatori della Signora Brambilla.
Poi furono 25,9 milioni con uno sbaglio di soli 11 e passa milioni. E di altri simili casi la ministra ne ha dato un grande esempio.
Ma lo fanno apposta a dare questi dati o queste statistiche?
Spesso si.
Dati e statistiche si possono manipolare per tentare di dimostrare questa o quella tesi, ipotesi o preconcetto. Ma è ancora più frequente che si tratti di errori o superficialità cose citate o riferite senza verificarne lattendibilità o il significato. Non è raro che siano in gioco tutti e due i fattori (deformazioni consapevoli e stupidaggini involontarie) con conseguenze che sarebbero comiche se non fossero pericolose.
Lewis Carroll, al secolo Charles Dodgson, non scriveva solo le ambigue favole di Alice. Era un matematico. Questa è una sua osservazione: «Se vuoi ispirare fiducia, dai molti dati statistici. Non importa che siano esatti, neppure che siano comprensibili. Basta che siano in quantità sufficiente».
E la Brambilla probabilmente lo sa.
Ma le statistiche sono una cosa seria. Usate bene, sono uno strumento di notevole utilità. Lo sa per esperienza chi, come me, si è trovato molte volte a doversene servire per motivi di studio e di lavoro. E poiché ne deve trarre conseguenze significative, è costretto a capire come funzionano e perciò ad approfondire lorigine e la natura dei dati. Spesso scoprendo che il significato è molto diverso da quello che sembra (o che i numeri sono privi di significato ed è necessario non tenerne conto per non cadere in pericolosi errori).
Le statistiche non uccidono (se non in alcuni casi, come quando sono lorigine di un errore medico o della mancata prevenzione di un disastro). Ma linformazione è unarma, spesso usata come tale. Le statistiche sono uno strumento dellinformazione e anche per ingannare gli avversari con numeri falsi o manipolati. Diceva Winston Churchill: «le sole statistiche di cui ci possiamo fidare sono quelle che abbiamo falsificato».
Si vince con le statistiche avendo informazioni migliori, più attendibili e perciò più utili. Ma non basta avere dati. Si tratta anche, o soprattutto, di saperli capire e gestire.
I dati possono essere generati e interpretati in modi diversi, spesso portando a risultati intenzionalmente ingannevoli o sbadatamente deformanti.
Accade spesso che un dato, una notizia o unopinione, arbitrariamente o incautamente pubblicata da uno, sia ripresa acriticamente da altri e abbia unenorme diffusione senza alcuna verifica sullattendibilità della sua origine.
Talvolta una bufala può sopravvivere per millenni (per esempio non cè mai stata alcuna prova attendibile che Nerone avesse incendiato Roma ... o che questanno verranno 30 milioni di turisti).
Cè unefficace sintesi di questa sindrome in unosservazione di Alessandro Manzoni. «Il buon senso cera, ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune».
Al che aggiungerei che forse cè qualcuno che ha timore del proprio futuro lavorativo ... e in questo caso sta zitto.
Insomma dalle statistiche del turismo si può imparare.
Ma ce ne sono troppe sbagliate, ingannevoli o male interpretate.
Per evitare di essere confusi o imbrogliati non occorre avere una laurea in matematica o conoscere in profondità i complessi fattori della significatività statistica.
Basta sapere che prima di fidarci dei numeri è meglio capire se hanno un senso e, se ce lhanno, quale può essere un credibile significato.
In Francia lINSEE ha dimostrato che ce la si può fare, ma il problema è a monte.Infatti credo che siano le istituzioni nazionali che forse non lo vogliono, per poter poi dare e dire ciò che meglio aggrada loro.
Mentre quelli che dovrebbero subito parlare per tacciare le false informazioni, lo confessano solo anni dopo ... sempre che lo facciano.
Con laiuto involontario
di Giancarlo Livraghi e Riccardo Puglisi
Mentire con le statistiche edizione italiana
di How to lie with statistics di Darrell Huff.
Luciano Ardoino
Non ho intenzione di entrare nei dibattiti sul caso specifico. (Di stupidaggini italiane in fatto di turismo mi ero occupato, su un tema diverso, tre anni fa). Ma mi sembra opportuno qualche commento generale.
Accade molto spesso che ci siano dati contraddittori. È ovvio che sono manipolati per favorire una o unaltra tesi. Ma diffidare non basta. È meglio capire. Per questo è utile, anche a chi non si occupa di statistiche, leggere un libro chiaro (scorrevole e divertente, ma scientificamente preciso) come quello di Darrell Huff.
In sintesi, tre osservazioni.
- È assurdo che si facciano così spesso previsioni e così raramente, a posteriori, si controlli se fossero attendibili. Per esempio, non solo nei casi citati da Luciano Ardoino, su turismo, viaggi e vacanze circolano ogni anno numeri svariati e contraddittori. Il fatto evidente è che (oltre a distorcere secondo particolari interessi) si sta tirando a indovinare.
- Visto che (su questo come su altri argomenti) si sparano tante cifre, molto diverse, è evidente che nella migliore delle ipotesi solo una potrà (forse) risultare vicina alla realtà e tutte le altre sono, inevitabilmente, sbagliate.
Nel caso delle vacanze estive, nessuna statistica con un significato coerente potrà essere disponibile prima dellautunno. Ma è probabile che nessuno se ne occupi prima di una nuova ondata di panzane nellestate dellanno prossimo.
- Soprattutto, è sconcertante che si continuino a diffondere, su ogni sorta di argomenti, numeri privi di ragionevole fondamento.
E questa è una, tuttaltro che irrilevante, manifestazione del potere della stupidità.In questi giorni dagosto, in centro a Milano, ho visto parecchie persone palesemente straniere (o, se italiane, inconfondibilmente in visita). Sarebbe molto sciocco se da questa minuscola esperienza deducessi unabbondanza di turismo in città. Ma molti dati che leggiamo non hanno una base statistica più attendibile. [g.l.]