I Garbugli della Rete - 22
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Siamo al centenario del famoso Jaccuse di Émile Zola sullo storico affare Dreyfus. In questa ricorrenza vorrei fare una precisa e severa accusa, non di pedofilia ma di perversa pedofobia. Qualcuno sta sistematicamente perseguitando le nuove generazioni (e non solo loro). Non farò nomi; non perché temo le ritorsioni di conduttori televisivi, giornalisti, scrittori, direttori di giornali e telegiornali, magistrati, forze dellordine, politici e altri svariati poteri. Ma perché i colpevoli sono così tanti che lelenco dei nomi e dei misfatti non starebbe in una pagina; ed è probabile che ne spunti qualcuno nuovo. Non accuso tutti gli appartenenti a queste categorie. In ognuna ci sono persone responsabili, che dicono e fanno cose giuste (o almeno non fanno cose perverse). Ma sappiamo quanti sono colpevoli di una costante disinformazione, oltre che di intollerabili repressioni e persecuzioni. Voglio accusare pubblicamente questi malfattori di gravi abusi e delitti. Non in unaula di giustizia, ma davanti al tribunale dellopinione pubblica e in particolare di tutte le persone che usano la rete e anche di quelle (tante, spero) che cominceranno a usarla nei prossimi mesi e anni. Se incontrassi per strada una bambina piangente in cerca di aiuto, dovrei stare attento a come fare per soccorrerla. Perché, specialmente se qualcuno scoprisse che sono un frequentatore della rete, rischierei di essere linciato al grido di dagli al pedofilo. Sembra di vivere in quellappestata Milano che il Manzoni descriveva nei Promessi Sposi. Gli abusi contro i minori sono un male profondo e antico. È bene portarlo alla luce, rivelarne lorrore, cercare soluzioni. Ma chi grida dagli alluntore non ha il diritto di fingersi difensore dei bambini e degli adolescenti. Diciamolo chiaro: è uno dei criminali persecutori. E lo sarebbe anche se (cosa di cui spesso dubito) fosse in buona fede. Sarebbe comico, se non fosse tragico, vedere famosi conduttori televisivi ignorare i molti messaggi ricevuti (in rete e per fax) e continuare imperterriti a dire che linternet è un covo di pedofili, pirati, intrusori, sabotatori. E vedere le stesse idiozie ripetute ad nauseam sui giornali. Sarebbe una presa in giro, se non fosse un intenzionale abuso, sentire un magistrato dire che ha bisogno di maggiori controlli, o un agente di polizia dipingersi come eroe perché si è avventurato nella selva della rete, in mezzo a unorda di pornografi e pedofili... quando sappiamo che in rete, da sempre, ci sono più poliziotti che malfattori; e che se qualcuno vuol fare il birichino non gli conviene mettersi sullinternet, perché è un modo per farsi acchiappare. Di storie curiose, ne potrei raccontare tante... conoscete il caso di quella ragazzina che si è messa a fare lesca, cioè la finta ingenua? Non ha incontrato pedofili, ma ha incastrato un sacco di poliziotti. Sarebbe patetico, se non fosse grave, vedere magistrati e forze dellordine (non tutti, per fortuna) continuare a sequestrare computer quando tutti sanno che basta fare una copia del disco rigido. Col bel risultato che non solo sono danneggiati i presunti colpevoli, spesso poi assolti, ma anche tante persone che nulla hanno a che fare con lindagine. Perché si capisca la gravità della cosa, dobbiamo aspettare che qualcuno renda inagibile larchivio di un medico e ci scappi il morto? Cè un bellarticolo del Prof. Gabriele Calvi che si occupa di un aspetto molto importante: il ruolo delle famiglie, della scuola e delle istituzioni, che non danno ai giovani quella cultura telematica di cui avranno bisogno. Ma non è tutto. Cè anche la perenne disinformazione, che sparge paura e diffidenza nelle famiglie. Ci sono gli ignobili e sciocchi tentativi di introdurre filtri che dovrebbero proteggere i minori e invece servono solo a togliere responsabilità a famiglie ed educatori e intanto aprono la strada a un sistema di controlli che ha un solo, orribile nome: censura. Con lipocrita complicità di certi provider che appoggiano queste iniziative, perché li mettono al riparo dalle critiche e aumentano i loro poteri di controllo... siamo tornati alla Santa Inquisizione o a Fahrenheit 451? No, cari lettori e care lettrici, non sto scherzando. Bisogna in qualche modo inceppare la macchina ipocrita e folle della disinformazione, della paura, della censura. Se non vogliamo che i nostri bambini e adolescenti (salvo i pochi privilegiati che crescono in famiglie più consapevoli) siano tagliati fuori dalla cultura del mondo e, quando cresceranno, abbiano gravi difficoltà a trovare lavoro. Poco dopo la pubblicazione di questo articolo, ho ricevuto parecchi messaggi, tutti di approvazione. Uno di questi mi sembra divertente e anche educativo. Lo pubblico con il gentile consenso dellautore. Forse neanche lei stesso si rende completamente conto di quanto ha ragione. Io sono un laureando in biologia molecolare di ventisette anni e la vorrei mettere al corrente di un episodio che mi è capitato. Cera un idraulico in casa mia, che alla vista del computer, passando davanti alla mia stanza si ferma e guardandomi con fare ammiccante i chiede non sarai uno di quelli che cercano i ragazzini nudi?... Tre salti in uno praticamente: 1) Ha il computer, perciò naviga nellinternet 2) Naviga nellinternet perciò è un po maiale 3) Se è un po maiale potrebbe esserlo molto di più E quel tono accondiscendente poi... mi creda: normalmente sono piuttosto garbato, ma quella volta venni decisamente meno. .............................................. Questo aneddoto fa parte di una piccola collezione daltri simili eventi personali di centinaia daltri raccontatimi da amici, colleghi o letti in rete. Marco Pontecorvi marco@maidireweb.com Fossero solo gli idraulici ... |
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