Quel simpaticone
di zio Luigi

 



Claudia e Manuela stanno giocando a bridge, come tutti i giovedì. E, come il solito, parlano del più e del meno. Confondendo un po’ i mariti, che faticano a seguire contemporaneamente il gioco e la conversazione.

Manuela: Come va con la babysitter? Non sembravi contenta di quella che avevi.

Claudia: Non era una cattiva ragazza, coi bambini era gentile, ma sai... le gonne un po’ troppo corte, troppi ragazzi intorno. Non sono una codina, ma insomma... poteva dare un cattivo esempio a Deborah e Alfonsino. Ma per fortuna non ho più bisogno della babysitter, quando dobbiamo uscire portiamo i bambini da zio Luigi.

Manuela: Quale Luigi? Non hai fratelli né cognati che si chiamano Luigi.

Claudia: Ma no, lo chiamano “Zio Luigi” perché è un po’ lo zio di tutti i bambini. È tanto bravo, li fa divertire, ha una stanza per i giochi che si chiama “Il paese delle meraviglie”. È anche un ottimo fotografo. Ci sono tante fotografie che tiene lui, sono una sua collezione artistica; ma ne ha fatte anche alcune ai nostri bambini che ha regalato a noi, sono bellissime... quando vieni a cena sabato te le faccio vedere.

Manuela: Che bello! Hai sentito, tesoro di mamma? La prossima volta che andiamo fuori invece di chiamare Mariuccia ti porto da Zio Luigi. Ma dimmi, Claudia, Zio Luigi ha una bella casa?

Claudia: Bellissima, con un arredamento molto raffinato. Dev’essere anche molto ricco. Ha una sauna, un jacuzi, una piscina... una biblioteca con gli scaffali chiusi a chiave, devono essere libri preziosi... una grande videoteca... perfino uno studio fotografico e una saletta di proiezione per i film... ma in tutta la casa non c’è un solo computer.

Manuela: Ha famiglia?

Claudia: Credo che abbia una moglie... ma non l’ho mai vista. Sembra un tipo molto riservato. Non ha figli... la passione della sua vita sono i bambini. Insegna tante cose... e intanto li fa giocare. È talmente gentile che se qualche giorno faccio tardi sul lavoro va lui a prenderli al doposcuola. È molto amico di due insegnanti, anche loro così perbene...

Manuela: Che tipo è?

Claudia: Un bell’uomo, molto elegante. E tanto una brava persona... vedessi che stile... l’ultima volta che siamo andati a portargli i bambini c’era con noi Barbara, sai, la figlia maggiore di Antonio... quella che se va per strada si voltano anche i lampioni... guarda che faccia sta facendo Arturo solo a pensarci. Ebbene, vedessi che classe: è l’unico uomo che conosco che non l’ha spogliata con lo sguardo. Aveva occhi solo per i bambini.

Manuela: Che mestiere fa?

Claudia: È un professore di matematica, pare che sia un’autorità nel suo campo. Scrive anche libri per bambini. Ma, benché sia uno scienziato, come ti dicevo non ha un computer. Per il suo lavoro usa quello dell’università. Dice che è meglio non pasticciare con modem e collegamenti, si possono correre rischi.

Manuela: Altro che rischi! Guarda che cose tremende succedono...

Claudia: Beh, ti dirò che per un certo aspetto è un sollievo... Alfonsino sta ore e ore col suo computer... ha un sacco di giochi... fa un fracasso terribile, bang beng e urli, ogni tanto passando di lì ho visto cose un po’ brutte, sangue e violenza... ma non è peggio di quello che trasmettono in televisione... e così sta per i fatti suoi e posso fare le faccende in santa pace. Il problema è che da un po’ di tempo chiedeva di avere un collegamento a quella roba.. come si chiama... interpol...

Manuela: Oddio... internet: quella cosa tremenda con gli androidi, i mostri, la pornografia, il sesso virtuale, i pirati che ti entrano in casa e neanche te ne accorgi...

Claudia: Si, si, figurati, ero preoccupatissima. Oltretutto avrei dovuto seguirlo, per vedere dove andava e che cosa faceva, e chi le capisce quelle macchine lì? Ne ho una in ufficio, ma la uso solo per procedure aziendali... sai, quando hai imparato quelle quattro cose sei a posto. Ma figurati star dietro a un bambino che se ne inventa una ogni cinque minuti ed è molto più bravo di me...

Manuela: E invece...

Claudia: E invece con tutti questi scandali ho un buon motivo per dire di no. Anche mio marito... vero, caro? Insisteva che era educativo, che serviva per la scuola e per aprirsi la mente... adesso si è convinto che è meglio lasciar stare. Anche lui ha rinunciato a un collegamento a casa, usa solo quello dell’ufficio. Oddio, qualche problema c’è... non potendo collegarsi da casa ogni tanto deve star fuori la sera... ma è meglio che avere in casa una macchina pericolosa. Anch’io, del resto...

(Manuela, che sa qualcosa su come Claudia passa il suo tempo quando dice di avere lavoro fuori orario e manda il buon Zio Luigi a prendere i bambini, ha lo sguardo fisso sulle carte e un’espressione impenetrabile. Il marito di Claudia annuisce, distrattamente; sta pensando, fra sé e sé: “Meno male, non si è proprio accorta di dove sono andato con Barbara dopo che abbiamo lasciato i bambini da Zio Luigi”).

Manuela: E i bambini, non protestano?

Claudia: C’è Zio Luigi che inventa continuamente giochi nuovi, li tiene occupati con altre cose... adesso sono più tranquilli, silenziosi... fanno meno domande, specialmente su temi imbarazzanti... sembra che abbiano qualche piccolo segreto fra loro... sai, cose di bambini... insomma hanno altro per la testa, di intercoso non ne parlano quasi più.

Manuela: Fantastico.

Claudia: Eh, si, sono proprio contenta. Con un sorriso trionfante, guarda le carte e dice: Cinque cuori.

 


Per un approfondimento vedi anche:

Storia della crociata infame

Alice nel paese delle ipocrisie

La crociata, il macigno e il venticello

Dagli all’untore

Internet, il bambino e l’acqua sporca

Dalla parte dell’Inquisitore

 

   
 

 
Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it
  10 settembre 1998
 

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