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Clara Miccinelli

Recensione di Nerofumo

A Malaga, nel 1618, il destino sta tessendo la sua ragnatela fra le lapidi d’un piccolo cimitero. Qui, sul sepolcro di Blas Valera, gesuita meticcio dal misterioso passato, morto 20 anni prima, il grande inquisitore Juan de Mariana s’imbatte in un ambiguo conterraneo del defunto, che sembra deciso a vendicarne la memoria, premeditando uno sconcertante omicidio.
Il morto era figlio bastardo d’una bella peruviana, violentata da un sanguinario
conquistador. Da vivo, aveva scatenato la vendetta del temutissimo Generale dei gesuiti Claudio Aquaviva, che l’imprigionò per lunghi anni, poi l’esiliò nella lontana Spagna, e infine ne cancellò il nome dai documenti dell’Ordine. Perché Blas “il maledetto” era pericoloso: sapeva leggere le corde colorate e annodate degli Incas, che l’Inquisizione bruciava come “libri del diavolo”; e possedeva carte compromettenti contro Cristoforo Colombo, Francisco Pizarro e la conquista stessa del Perù. Ma quali altri inconfessabili misteri aveva portato con sé nella tomba? E dov’erano finite le donne da lui amate?
I due protagonisti riesumano la vita di conquistatori e missionari del Nuovo Mondo, macchiati da
sacrilegi carnali, perversioni sessuali, inganni e torture. Eppure uno sa più di quanto dice, l’altro rivela più di quel che dovrebbe… E intanto, a Roma, il successore di Aquaviva riceve una lettera dal defunto Valera: una “lettera dall’inferno”, scritta col nerofumo, che ha tutta l’aria d’un ricatto. Ma chi ha interesse a risuscitare il fantasma di Blas? E chi ha ucciso il marrano, trovato decapitato nello stesso cimitero?
NEROFUMO. La doppia ombra del gesuita maledetto” è un romanzo sui sentimenti, che racconta le emozioni di uomini e donne alle prese con passioni contrastanti, amori e tradimenti, vendette e riscatti. Ma è anche un avvincente thriller ricco di colpi di scena, che condurrà i lettori di fronte ad una duplice, sconvolgente, imprevista verità.



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