Bartolomeo Pinelli - Riposo dell’Autore - 1809 (particolare)

L'incisore romano Bartolomeo Pinelli (1781 -1836 ) ci ha lasciato, col suo lavoro, un ritratto straordinariamente vivo della Roma a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. È forse l'ultimo artista capace di raccontare con sensibilità ancora preromantica il fascino di una città papalina e barocca, immune dai guasti architettonici e culturali che sarebbero arrivati, di lì a pochi decenni, con l'unità e col ruolo di Capitale.

Una città che eccitava, con le sue impressionanti rovine immerse nella natura, la nascente sensibilità romantica, ma che non doveva essere, almeno nelle zone poco frequentate, molto sicura. Chi si avventurava fuori del centro abitato, in quegli anni, doveva essere pronto a incontri di ogni tipo.

Pinelli, per il suo lavoro, doveva girare molto ed era sempre accompagnato dal fedele cane corso. Lo sappiamo perchè amava spesso raffigurarsi nelle scene di vita cittadina che ritraeva. Ebbene, in tutti questi autoritratti, troviamo, immancabile al suo fianco, il fido compagno.

In questa pagina potete vedere il dettaglio di una stampa, datata 1809, in cui l'Autore si rappresenta davanti la Piramide Cestia, luogo pittoresco e solitario, in una mano un libro, nell'altra un nodoso randello. Il grosso cane a terra, è raffigurato con grande cura. Certo, alla luce dello standard attuale, si fanno notare gli assi paralleli e il muso lungo. Ma si tratta, comunque, di un soggetto di grande mole e potenza, con una testa davvero notevole.

Come già detto, ci sono numerose altre rappresentazioni di cani corsi nell'opera di Pinelli, ma spesso l'esecuzione è meno accurata, la qualità è inferiore e l'immagine, in qualche modo, appare stereotipata. In pochi altri casi, come in questo, si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad uno studio dal vero e il ritratto di corso che ci viene restituito, può ben dirsi emozionante.