non so come ci siete arrivati, a questa
URL, e vi posso assicurare che non è che siete arrivati a un gran
posto. Il sito è in costruzione, per la verità da un sacco
di tempo, e chissà quando e se mai vedrà la luce.
Nella mia pagina, anche quando sarà
pronta, non leggerete mai di quanto sono bravo, a quante associazioni scientifiche
e culturali sono iscritto, o ancora vedrete effetti speciali da far impallidire
Rambaldi. Non mi interessa e, poiché credo fermamente a quanto mio
padre, fino al momento della sua morte, mi ha sempre fatto notare circa
l'insignificante valore e la futilità degli onori e dei titoli,
preferisco raccontarvi un poco della mia vita, nella chiave che i lettori
che seguono le mie rubriche già conoscono da tempo.
Ho cinquantadue anni e vivo ad Atripalda,
un paesino in provincia di Avellino, perso tra le montagne, e noto solo
per una azienda vinicola, la Mastroberardino, che produce un gran "Greco
di Tufo", famosissimo in tutto il mondo, che costa fior di bigliettoni.
Altro non c'è, in questa cittadina, degno di nota, a meno
che qualcuno di voi non la pensi come me, e ritenga il fatto di poter passeggiare
nella piazza del paese, salutando e facendo quattro chiacchiere con il
farmacista, l'elettrauto, il fornaio, una delle più grandi fortune
del mondo. Scrivo per MCMicrocomputer da quindici anni, grazie alla dabbenaggine
di Marco Marinacci che non ha ancora scoperto da dove ricopio di sana pianta.
Ho voluto bene a una sola donna nella mia vita, e a lei devo praticamente
tutto. Mi onoro dell'affetto di alcuni amici (pochi, stanno sulle dita
di una mano), che sottopongo puntualmente alla tortura della lettura dei
miei racconti, man mano che li scrivo. Ma loro sono buoni d'animo, e non
me lo fanno mai notare.
Ritengo di essere stato fortunato; svolgo
un lavoro (quello serio) che mi piace molto, voglio bene a tutti e da tutti,
mi auguro, sono benvoluto; non ho accumulato ricchezze anche perché
non ne ho avuto mai occasione, e la cosa, sinceramente, non mi fa né
caldo né freddo: riesco a mettere a tavola ogni giorno un piatto
pieno, e mi ritengo una persona serena. Fino alla data del 5 luglio 1994
avevo sempre asserito che se il Padre Eterno mi avesse chiamato avrei fatto
con animo lieto le valige in dieci minuti, ringraziandolo di quanto aveva
avuto il buon cuore di concedermi, in base a chissà quale merito
acquisito in un'altra vita. Ma quel giorno, alle tre di notte, mi è
successa una cosa che mi ha reso la vita molto, molto preziosa. E' entrata
nella mia esistenza una bambina ucraina, Anja,
che ha sconvolto la mia inutile esistenza di lavoro, mi ha tolto trent'anni
di dosso, mi ha rincretinito come un collegiale al suo primo flirt, e mi
ha fatto ancora di più capire i veri valori dell'esistenza, e cosa
effettivamente significavano quelle lacrime che ho sempre visto negli occhi
di mio padre quando ci guardava, noi tre figli. Oggi quando mi specchio
in mia figlia, nei suoi occhi azzurri e trasparenti come un'acquamarina,
quando l'ho vista piangere alla morte di mio padre e di mia madre chiamandoli
"nonni", quando mi aspetta sul balcone che arrivi dal lavoro, quando fa
inorridire la ragazza del banco dei gelati chiedendo un cono "nutella e
uva", mi viene il sospetto che, nella mia precedente vita, appunto, debba
aver come minimo guidato una crociata o essere stato socio di Oskar Schindler.
E altro non credo vi interessi molto sapere,
anzi siete stati fin troppo gentili a leggere fin qui. Auguro a tutti,
indistintamente, il meglio che la sorte vorrà riservare ma ricordate,
se mi permettete una piccola considerazione, che la più bella cosa,
nella vita, è la vita stessa; purtroppo ha un solo difetto, è
gratis!
con gli auguri di una giornata serena,
raffaello de masi
mc1468@mclink.it
http://www.mclink.it/personal/MC1468