Si dice che la psicoanalisi stia morendo, morirà, sia già morta. Ma una morte non è forse la premessa possibile d'una rinascita? E se questo è vero, dove rinascerà la psicoanalisi? Sulla rete?

... soltanto se si può dimostrare che quello dei due contraenti/analizzanti (terapeuta e cliente che chiede di accedere al servizio di psicoterapia on-line) non è un rapporto reale (cioè capace di incidere sulle singole realtà dei due contraenti), si potrà consequenzialmente concludere che la psicoterapia on-line è un impossibile.

Analogamente dovremo pensare impossibile, impraticabile una psicoterapia on-line se accettassimo l'assunto secondo cui lo specifico della relazione terapeutica, come è stato affermato, richiede necessariamente "una situazione di vicinanza fisica" e quello, connesso, secondo il quale l'attività di interpretazione non può aver luogo o, comunque, appare poco proponibile in una relazione in cui analista e paziente non siano fisicamente vicini.

Se, dunque, dovessimo ritenere che la vicinanza dei corpi costituisca la condizione necessaria e imprescindibile di una relazione psicoterapeutica, invalideremmo ogni relazione psicoterapeutica on-line in quanto tale. Se, insomma, si dà psicoterapia soltanto a condizione che analista e paziente partecipino, per così dire, di un setting fisico, una psicoterapia on-line non sarà per definizione mai possibile.

Occorre allora, preliminarmente a ogni discorso che abbia come oggetto la possibilità di una psicoterapia on-line, stabilire se in effetti il criterio della vicinanza fisica sia a tal punto vincolante. Ora, a noi sembra che questo modo di porre la questione sopravvaluti, per così dire, la lettera e penalizzi lo spirito, anzi, l'anima, la dimensione simbolica.

A noi sembra più probante porre la questione a partire da una considerazione di cosa veramente significhi rapporto analitico. In altri termini: si può stabilire un rapporto analitico tra paziente e analista a prescindere dalla loro vicinanza fisica?

Vogliamo allora ribadire che appunto questo viene configurato dalla psicoterapia on-line: un rapporto analitico, ovvero un rapporto nel quale i due analizzanti analizzano e possono, in virtù di questo movimento dialettico condiviso, accedere a possibili trasformazioni, a, diciamo così, minori, quotidiane rinascite.

Che ciò avvenga a dispetto della distanza geografica, dell'assenza della fisicità dei due contraenti (in una sorta di condivisa sospensione, anche morte del corpo), a dispetto dell'asincronia (come nel caso della psicoterapia via e-mail), nell'impossibilità di una condivisione visiva del volto dell'altro (come nel caso della psicoterapia via e-mail e via chat), non inficia quello che secondo noi costituisce al fondo la cifra caratterizzante il rapporto che si viene a stabilire: quanto sopra abbiamo indicato come ancoramento e che ha a che vedere, sostanzialmente, con la dimensione simbolica (piuttosto che letterale, di presenza letterale per esempio).

Anche on-line (e forse soprattutto on-line) si fa anima. E fare anima non passa necessariamente attraverso la condivisione di una fisicità. Rohde potrebbe comprenderlo meglio forse di molti sedicenti analisti dell'oggi, approdati a un terzo millennio le cui tracce rischiano già di perdere.

E a ridosso di Rohde e dell'antica, greca percezione dell'anima, possiamo comprenderlo anche noi. Antiche dottrine, come quelle che riguardano la capacità di automovimento dell'anima, trovano oggi forse imprevedibili concretizzazioni.

L'anima che si muove da sola, platonica e medioplatonica, è appunto l'anima che si cala nel rapporto terapeutico on-line. L'anima che lega nel rapporto i due lontani contraenti ancorandoli a sé, al proprio automovimento.

E' appunto di questo automovimento dell'anima, corrispettivo in fondo della dimensione simbolica, che si avvalgono i due analizzanti in una psicoterapia on-line.

La scrittura, l'invio, lo scambio d'una email, insomma, veicolano un movimento che legittimamente s'intitola all'anima e alla sua irrinunciabile tensione al rapporto.

L'altro acquista allora realtà, "Wirklichkeit", l'altro incide, ha effetti su di noi, le sue parole contribuiscono a costruire una storia comune, anche un registro comune, condiviso. L'altro è in rapporto, insomma. E' ancorato a un rapporto.

Paradossalmente potremmo anche affermare, alla luce di quanto precede, che proprio in questo inedito luogo del fare analisi, che è la psicoterapia on-line, a partire da questa sequela di mancanze (mancano o possono mancare i volti e le voci, manca in ogni caso la fisicità), si rivela la Wirklichkeit dell'anima, la sua realtà, la sua effettività che trascende i vincoli della lettera.

Con il loro riconoscersi attraverso un indirizzo email, ad esempio, e il loro condividere un registro di discorso, paziente e analista partecipano, a dispetto delle distanze, di una realtà simbolica che contiene in sé orme possibili di trasformazione.

Anche in rete, dunque, si può rinascere.