Questo metodo sfrutta la capacità di molte piante di emettere radici da un ramo spezzato o anche solo scalfito quando la parte lesa viene a contatto con il terreno. I rami più adatti per effettuare le propaggini sono quelli giovani, prodotti nell'anno, che non hanno ancora fiorito. Il periodo migliore varia secondo le specie: autunno per quelle a foglia caduca, primavera - autunno per le sempreverdi. E' però necessario che i rami siano flessibili perché vanno piegati verso il suolo e interrati, dopo aver tolto le foglie e inciso la corteccia per un breve tratto. Per rampicanti (gelsomino, …) non c'è alcun problema; per gli arbusti (forsizia…) occorre fare più attenzione perché il ramo non si deve lesionare durante la flessione; le erbacee perenni, sono molto flessibili e l'incisione va effettuata, in estate, con l'unghia proprio per non recidere il tenero rametto. I tempi di radicamento variano di molto: da pochi mesi per le erbacee, anche due anni per taluni arbusti. Quando la parte apicale del rametto sarà diventata indipendente (le gemme apicali presentano nuove foglioline) si stacca e si trapianta.
Propaggine di Forsizia