SORPRENDENTE L'EFFETTO NEVE NEL BIANCO DEI SUOI FIORI.
Nella distesa piana priva d'ombra,
sulla cima d'un colle verde d'erba tenera,
giunse Orfeo, e toccò le corde della cetra:
e subito d'intorno nacque l'ombra. E apparve la quercia
e l'albero delle Eliadi, e l'ischio dalle alte fronde,
il tiglio delicato, il faggio, il vergine lauro,
il fragile nocciòlo, il frassino utile per l'aste,
l'abete senza nodi, il leccio curvato dalle ghiande,
il platano felice, l'acero di vari colori,
il salice che vive lungo i fiumi e il loto delle acque,
il bosso sempre verde e l'umile tamerice,
il mìrto di due colori e il viburno dalle bacche cerule.
da "Cyparissus"
di Salvatore Quasimodo
Il viburno nelle tradizioni del nostro Appennino è considerato un albero maledetto perché si crede che i suoi rami siano serviti per legare Gesù alla croce. Risale a molto tempo addietro l'uso del suo legno. Addirittura nell'equipaggiamento dell'uomo del SIMILAUN sono state ritrovate (siamo alla fine del neolitico) frecce ricavate dai rami del viburno lantana. Le punte delle frecce erano in selce. Questo arbusto sempreverde è un tipico elemento del bosco di leccio. Le sue foglie hanno una tessitura ben individuabile al tatto. E' una bella pianta da cespuglio che, oltre ad una gradevole fioritura invernale-primaverile, produce anche belle bacche minuscole, a grappoli, di colore blu violaceo metallizzato di lunga persistenza. Nella casa contadina è spesso presente nelle siepi disposte vicino alla casa anche con la funzione frangivento. Il viburno può rallegrare l'abitazione se si dispongono i rami insieme a fiori colorati in larghi vasi, in tal modo riesce a dare anche un tocco country all'ambiente. Nelle allergie la fitoterapia consiglia le sue gemme che regolano i meccanismi dello spasmo bronchiale e normalizzano la funzione respiratoria. La pianta non necessita di potature regolari e la tecnica migliore per la moltiplicazione è senz'altro la talea.