TINA E FRIDA. Intervista alla pittrice Valeria Cademartori
(Roma)
In
occasione della mostra
“Dal Futurismo al Contemporaneo” visitabile fino al 21 aprile,
al Complesso dei Dioscuri al Quirinale (Via Piacenza n. 1), organizzata
(in omaggio ai maestri Marinetti, Boccioni, Mirko, Balla,
Capogrossi , Sclavi, Cagli, Crippa, Griselli, Purificato, Guttuso,
Schifano, Angeli, Martini, Sibò, Guerrini, Melotti e Scialoia)
dalle associazioni Culturali "Parioli" e "Papi" di Roma, e curata da
Mario Patriarca e Ugo Bellucci, che con forza e passione hanno dovuto
affrontare il difficile compito della selezione, offre un programma di
artisti ed opere ricco di nuovi talenti e di artisti e artiste affermat*
che rendono la mostra
estremamente interessante. Un accurato itinerario di percorsi tra
artisti operanti sul territorio italiano alla riscoperta di una
creatività ancora libera in tutte le sue più svariate forme
interpretative.
In
occasione dell’inaugurazione della mostra
abbiamo incontrato la pittrice
Valeria Cademartori, che
esporrà un suo lavoro di grandi dimensioni, che si inserisce nel
percorso artistico/culturale della mostra, affrontato con grande impegno
partendo dal prestigio delle opere dei maestri del passato con
l'accostamento di oltre cento artisti contemporanei interpreti attenti
degli sviluppi attuali della continua ricerca artistica.
A Valeria Cademartori capita di sentirsi dire: “brava:
dipingi proprio come un uomo!” ma lei ha come modello una donna
speciale: Camille Claudel. Valeria, vittima di bullismo, ci dice senza
mezzi termini che Dio;
storicamente è un mezzo per assoggettare le donne. Mi chiamo
Valeria, per desiderio di mio nonno che voleva una femmina. Per mestiere
dipingo, da almeno15 anni. Da quasi due anni vivo a Berlino, ma i miei
contatti lavorativi sono soprattutto a Roma, dove sono nata e vissuta. Passo quasi tutta la mia giornata in uno studio a
dipingere, dunque penso che questa immagine di me stessa mi rappresenti
bene. Inoltre la pittura è un’attività che si fa con le mani ...
I problemi logistici legati alla burocrazia ( pagamenti,
documenti, bollette, multe).
Come si caratterizza il tuo reddito, gli introiti che ti
consentono di sopravvivere?
Quale elemento differenzia la tua azione artistica come
donna rispetto all´universo maschile?
Però forse oggi una donna ancora fatica un po’ di più
dell’uomo a emergere, a causa di Il mio lavoro non lo penso “rispetto a”.
Io mi penso come persona,
per cui né il mio né l’altrui sesso rientra nei miei pensieri consci (
forse rientrerà in quelli inconsci.
Non sarà un caso, infatti, che io ammiri tanto Camille Claudel, Kaete
Koellwitz, Tina Modotti, ecc. di cui, oltre a riconoscerne il
talento straordinario, ammiro anche la forza, la costanza, la capacità
di non farsi mai ostacolare, Camille Claudel l’hanno chiusa in manicomio
per farla smettere, e non era affatto matta) da un mondo culturalmente
ritagliato sulla figura maschile.
Come pensi si debba relazionare, oggi, la donna al mondo
del lavoro, e come credi che sia cambiato il “valore-lavoro” rispetto
alla generazione precedente? Tuttavia credo che sia il mondo del lavoro a dover
cambiare. Per esempio rispetto alla maternità. Ancora colpevolmente
vissuta come un peso, una zavorra, nel mondo del lavoro e della
concorrenza. Maternità e paternità dovrebbero essere la stessa cosa
(sia l’uomo che la donna, in caso di prole, dovrebbero avere lo stesso
regime legislativo, avere gli stessi diritti e doveri familiari,
permessi pagati, e così via). Questo perché la cura della prole è
importantissima e riguarda entrambi i sessi ( qui in Germania per
esempio si vedono molti padri che curano i bambini, che prendono i
permessi mensili dal lavoro, e non credo vengano licenziati). Ciò
impedirebbe secondo me che la maternità continui a essere anche, come
ora, un vero e proprio ostacolo nella vita lavorativa di una donna. Puoi suggerirci un antidoto alla crisi economica globale?
Economicamente, umanamente ed ecologicamente. La concorrenza selvaggia, la speculazione finanziaria, li
trovo quasi immorali.
Rischiano ogni giorno la vita, si battono per i diritti
umani e civili. Continuano clandestinamente a dare un’istruzione alle
bambine e ai bambini. Un’istruzione laica, di certo non fondamentalista.
Ma nessuno da loro retta. Nessuno dei governi alleati in questa stolta e
inutile guerra. Neanche quando raramente parlano di “ricostruzione” e
Soprattutto loro, le donne. E lo stesso vale per l’Africa. Sono le donne africane le
più attente ai diritti umani, all’ambiente, alla formazione, e alla
sanità. Tutte queste sono donne fortissime, e io ne Anche la chiesa cattolica è una realtà che mi colpisce nel
modo in cui si rivolge alle donne. La riflessione che ho tratto da tutto
ciò è che in generale le religioni sono a misura di uomo, (nel senso di
maschio n.d.a.) che decide anche cosa deve fare la donna (velarsi,
sposarsi, infibularsi, non fare messa, ecc ecc.) “Dio”, dunque, è
storicamente un mezzo per assoggettarla. Invito tutti a connettersi sul sito
www.rawa.org. Mi sembra la realtà che raggiunge uno dei picchi più alti
di privazione della libertà e dei
Ho subito qualche forma di violenza da parte dei miei
compagni delle elementari, avevamo circa 10 anni. Si divertivano a
isolarci e a volerci spogliare con la forza e toccarci un po’ e
viceversa. Io fui isolata, ma riuscii a scappare grazie alla
campanella della “fine ricreazione”.
Per finire ti chiedo una breve riflessione sulla
condizione femminile nel tuo mondo, quello a te piú prossimo. Tracciane
un breve profilo descrivendo limiti, vantaggi e prospettive future da te
auspicate.
I
cambiamenti culturali avvengono, io penso, perché dopo molti ostacoli,
lotte, e mutamenti reali nella società, “ci si abitua all’idea”, o
cadono i pregiudizi.
Questo però è “marketing” del partito repubblicano più che un suo vero
cambiamento culturale. Ciò è avvenuto anche molte volte nei confronti
delle donne. (Delt@ Anno VII, N 68 del 31 Marzo 2009)
Angelica Alemanno |