Simona Toscano “
fundraiser”, supera con grazia i
propri limiti fisici
e ha qualcosa da ricordarci:
(Roma)
Simona Toscano, sceglie l´immagine della Primavera del Botticelli come
icona che meglio rappresenta il proprio stato d´animo attuale. Ci
descrive in breve come ha conquistato questo stato di colorata serenità,
ricca di luce e ombre: di contro ad una forzata forma di diplomaticitá
si esprime in lei indipendenza, cocciutaggine, prepotenza e,
soprattutto, una gran voglia di autenticitá. Oggi Simona pensa
soprattutto agli altri, ma non dimentica sé stessa.
L’immagine che ho scelto si è costruita un po’ da sé. Mi
contraddistinguono indipendenza, fin da bambina ho voluto esserlo
nonostante limiti fisici, cocciutaggine nel raggiungere ciò che
desidero, prepotenza poiché a volte credo ancora che serva per far
passare delle idee. In realtà a parte questo sono stata sempre
diplomatica, per fare tutti contenti, temendo soprattutto che qualcuno
potesse non vedermi di buon occhio. A un certo punto ho capito che non
solo non ero credibile, ma non ero felice. Da quando sono “me stessa” sempre, sono più felice, orgogliosa e sicura. Proteggersi non serve a nulla
Come hai deciso di occuparti principalmente di
fundraising? Puoi spiegarci
di cosa si tratta?
E’ capitato. Mi hanno fatto un colloquio presso
Il Fundraising di preciso è, come diceva
Henry
Rosso,
fondatore della prima scuola di
fundraising al mondo,
che sosteneva che il
fundraising è l'arte di insegnare alle persone la gioia di
donare(da wikipedia). Ciò che apprezzo del mondo anglossassone è I
mestieri non hanno
declinazioni.
“The Fundraiser” può essere sia uomo che donna.
Quali sono le altre attivitá quotidiane che ti occupano tempo durante la
giornata e che vorresti evitare?
Beh tutti abbiamo delle attività che vorremmo evitare. Però si può
trovare anche un lato buono nell’occuparsi di una casa e di tutte quelle
faccende che, col senno di poi, rendono la mia vita migliore.
Quale aspetto del tuo lavoro ti corrisponde di piú?
Beh sicuramente il contatto con le persone, più o meno conosciute, è
fondamentale per il tipo di lavoro che svolgo. La facilità di rapporti
che ho sempre avuto si è dimostrata fondamentale per la mia attività.
Come si caratterizza il tuo reddito, gli introiti che ti consentono di
sopravvivere? Oltre lo stipendio,
la pensione di invalidità nella mia vita ho altri introiti che mi
permettono di vivere sola e di avere l’assistenza personale quasi sulle
24 ore
Quanto pensi che conti l´indipendenza economica per un’effettiva
indipendenza emotivo-psicologica, o familiare come individuo nella
societá?
Moltissimo, quando sono stata indipendente economicamente dalla famiglia
ho istaurato un rapporto alla pari... purtroppo dipendere economicamente
da qualcuno ti imprigiona in un senso di impotenza.
Quale elemento differenzia la tua azione professionale come donna
rispetto all´universo maschile? Cosa credi di dover fare di
diverso (in piú o in meno)
rispetto a un uomo? Per quanto
riguarda il lavoro chi mi ha insegnato il mestiere di Fund Raiser era
totalmente appartenente al genere maschile, quindi sta a me ed alle
altre Fundraisers far si che questo mestiere ci calzi
Quale credi sia il valore aggiunto della tua esperienza femminile
rispetto a un uomo che fa la tua stessa attivitá?
Sicuramente l’elasticità mentale,
quando un mestiere è nuovo c’è anche la possibilità di arricchirlo di
inventiva.
Come pensi si debba relazionare, oggi, la donna al mondo del lavoro, e
come credi che sia cambiato il “valore-lavoro” rispetto alla generazione
precedente? Ora per la donna il
lavoro è uno dei modi, quasi il più importante, per la propria
realizzazione, sono pochi oggi i mestieri “da uomo”. Comunque se lo
stato delle cose è questo è solo grazie alle donne.
Conosci la realtá sociale, familiare o professionale delle donne negli
altri paesi europei? Sai parlarmi di qualche legge che ti ha colpito (in
negative o in positivo) di un altro paese e che si differenzia dalla
legislazione italiana? È attuale
il dibattito sulla legge 40 sulla fecondazione assistita, che è stata
dichiarata parzialmente illegittima, con Sentenza della Corte
Costituzionale del 31 Marzo, la quale afferma che la legge del 2004 lede
il diritto alla salute. Non conosco nel dettaglio leggi omologhe
di altri paesi ma ho sentito testimonianze anche dirette di coppie che
dovevano andare all’estero per provare a fare la fecondazione. Ricordo
sempre che, prima della sentenza, ci fu
un altro episodio teso ad arginare un’altra
aberrazione della suddetta legge. Uno degli ultimi atti del
Ministro Livia Turco, fu di introdurre la diagnosi preimpianto degli
embrioni fino allora vietata, ovvero gli embrioni non potevano essere
controllati prima di essere impiantati nella donna, quindi uno di questi
sarebbe potuto essere anche malato.
Quale realtá di genere del mondo contemporaneo ti colpisce
particolarmente e su quale hai maturato una riflessione forte?
È difficile assumersi questa
responsabilità. Posso solo raccontare l’emozione provata leggendo “Mille
splendidi soli” di Khaled Hosseini. Vari passaggi raccontano di come il
burka, nonostante io non
condivida il fatto che il burka si debba indossare per “legge”,
possa tuttavia anche essere una
difesa dal mondo esterno, protezione per se stessa della donna che lo
indossa. Non ultima, come nel momento più emozionante del libro, può
essere protezione per i figli, perchè il burka della loro madre
impedisce di vederla nel momento più doloroso della propria vita.
Se potessi usare questa intervista per denunciare una realtá che conosci
abbastanza bene da poterne raccontare l´ingiustizia, cosa racconteresti?
Hai mai subito una qualche forma di violenza in famiglia o sul lavoro da
parte di un uomo? Raccontaci la tua esperienza.
Si, lo devo ammettere. Nel mio passato c’è stato un episodio di violenza
psicologica da parte di un uomo che, per quanto io sappia, in ogni
istante si sarebbe potuta trasformare in violenza fisica. Ed ora conosco
quella trappola in cui si cade, a prescindere dalla formazione: io mi
dicevo come tante altre donne che lui era innamorato, e forse lo faceva
per me. Mi vergogno, ma è così.
Per finire ti chiedo una breve riflessione sulla condizione femminile
nel tuo mondo, quello a te
piú prossimo.
Nel mio mondo di tutti giorni ci sono donne di tutti i generi, questa
per me è una ricchezza: tutte quante, non c’è differenza di età né
culturale in questo, certo ognuna di noi elabora la propria condizione
commisurandola all’età o all’estrazione culturale, ma tutte sappiamo di
poter contare solo su noi stesse.
(Delt@
Anno VII, N 76 - 78 del 9 - 11 Aprile 2009)
Angelica Alemanno |