“Voci di donne migranti”  A cura di Marisa Campanile

 

 

Editoria

 

 

 

(Roma) Dovevano essere delle semplici esercitazioni in lingua italiana e, invece, i testi “autobiografici” delle donne che hanno frequentato il laboratorio di accoglienza linguistica del Ciss di Napoli sono stati raccolti in un libro che sta facendo il giro di tutto lo stivale.

“Voci di donne migranti” è il titolo del volumetto, curato da Marisa Campanile ed edito dalla Pungitopo (80 pp. formato 12X70, €7,00), caratterizzato dal viaggio di transizione tra la terra di origine e quella di immigrazione, come anche dal percorso dalla lingua materna a quella del paese di adozione, appunto l’Italia, di un gruppo di oltre 30 donne, tutte provenienti dall’Est europeo. L'idea di raccogliere queste loro testimonianze in un libro è nata dalla relazione che si è instaurata tra le allieve e le insegnanti, che ha reso diverso e particolare il lavoro sulla lingua: a fine corso è stato, infatti, evidente che ciò che veniva espresso nei testi era soprattutto

l'esito di una pratica d'accoglienza riuscita.

A contraddistinguere il progetto è stato il desiderio di queste donne di raccontare la loro storia, il loro passato, sogni che per molte di loro non si sarebbero mai realizzati. Generosi i racconti di chi rivive nelle pagine di questo libricino la propria infanzia, i giochi che amava fare da bambina: il desiderio di essere un’amazzone su un cavallo bianco, in viaggio nel cosmo o desiderando di vestirsi da clown per la prima festa di Capodanno. O anche di chi ancora oggi enuncia l’amore per il padre, purtroppo morto di cancro a causa delle conseguenze di Chernobyl, cercando in tutti gli uomini che incontrerà la bontà e la saggezza di un uomo che “non insegnava,non educava mai e che, guardandolo, sarebbe stato bello avere un marito come lui”.

Quasi tutte sono partire dall’Ucraina o dalla Russia con alle spalle degli studi, qualcuna è riuscita a laurearsi in ingegneria. C’è, poi, anche chi ha realizzato il desiderio di diventare insegnante. Quel sogno nutrito sin da piccola quando, dopo avere imparato precocemente a leggere, volle insegnare ai suoi amici a comprendere la bellezza delle parole contenute nei libri. Un futuro che per loro poteva sicuramente essere diverso, ma che purtroppo si è dovuto scontrare con la difficoltà di vivere una quotidianità politica e sociale per nulla serena. Ecco, dunque, la necessità di abbandonare la famiglia, i figli, i mariti per cercare fortuna altrove, a Napoli per l’appunto. Dove, per superare l’amarezza e la tristezza, bisognava rifugiarsi in quei ricordi fatti di verdi pascoli, di erba piena di rugiada mattutina “che sembra si lavi il viso”, di uccelli, grilli e farfalle,di latte appena munto. Come dimenticare tutto ciò? Come fare in modo che i teneri ricordi non vengano cancellati dalla cruda e dura realtà?

“La voglia di scrivere mi ha aiutato sempre nella vita e questo amore l’ho trasmesso alle mie figlie, Irina e Svetlana – si racconta una delle coraggiose donne. Scrivevo per sopportare le sorprese della vita, quando non capivo, quando non trovavo vie di uscita.

Ho sempre pensato che avrei scritto un libro. Forse non sarebbe servito a nessuno, ma a me si”.

“Nessuno parla di noi – si legge nell’ultima testimonianza del libro. Cosa si può del resto raccontare di una donna che si sveglia alle 7.00 della mattina, si prepara ed esce da casa perché alle 9.00 deve cominciare a lavorare? Quando finisce il lavoro, fa la spesa e torna a casa a cucinare. Poi mangia, fa quattro chiacchiere con le amiche, guarda un po’ la tv e finisce la giornata.

Le donne straniere che partecipano alle trasmissioni televisione sono quasi tutte sempre costrette a prostituirsi. Ho la brutta impressione che un italiano medio pensi che tutte le donne straniere facciano questo mestiere”.

Nonostante ciò, non si abbattono mai. Ad alimentare la speranza è del resto la consapevolezza che nel giro di qualche anno avranno messo da parte quanto basta per tornare in patria a riabbracciare i figli, che nel frattempo si sono fatti grandi senza di loro. C’è, però, anche chi in Italia trova l’amore e costruisce qui il proprio futuro.

“Sono tutti racconti veramente molto belli e particolari – dice Barbara Amodeo, responsabile della comunicazione per il Ciss – che danno una prospettiva diversa della realtà vissuta da queste donne. Il progetto prende, però, ancora più valore grazie alla collaborazione con la casa editrice “Pungitopo” che lo ha voluto pubblicare e che ci offre la possibilità di usarlo come strumento di raccolta di fondi. La collana “sudsud” - di cui il volume

è una sorta di numero zero – ci consente di mettere  insieme le esperienze di connessione tra persone ed esperienze del Sud Italia e del Sud del Mondo, come sempre nello spirito della ‘Cooperazione Sud-Sud’ ”.

(G. S. asud’europa)

(Delt@ Anno VI, N. 125   del 3 Giugno  2008)