Oggi compio quindici anni e il primo chiarore del giorno mi ha subito
svegliata. Strano: non ha colpito le palpebre, ma un punto al centro del
mio corpo che d’improvviso si è schiuso a ventaglio, lasciandomi
un’ansia, una trepidazione, come un batter d’ali nel petto.
Dopotutto è solo il mio compleanno
[…]
Cecilia è mito, leggenda: nobile ragazza romana
convertitasi al cristianesimo nel II secolo d.C., sotto Marco Aurelio;
patrona dei musicisti per errore d’interpretazione; figura scolpita nel
marmo da un giovanissimo Stefano Maderno; statua folgorante, opera
divina, che commuove Sade durante il suo viaggio a Roma; basilica
trasteverina che il 22 novembre di ogni anno si riempie di devoti,
drappi ricamati e rose rosse. Un personaggio immortale. Un’anima forte, commovente,
impulsiva, ostinata, che descrive, attraverso le pagine di un diario
privato, il suo mondo, la sua anima e il suo cammino esistenziale,
convinta che solo parlando con qualcuno di quel che scrive la vena si
esaurirebbe come per magia. Sensibilità e passione profuse dall’inchiostro pagina
dopo pagina Ma anche un’inquietudine profonda legata alle incertezze di
un’epoca e ad un percorso, denso di vita, immerso in un groviglio di
relazioni. Linda Ferri ci regala una storia indimenticabile.
Quella di una giovane donna alla ricerca di sé in una società e in una
cultura declinate al maschile e segnate dal presentimento della fine. Ma
una via di luce esiste, e Cecilia lo sa…
Il paradiso è il giardino perduto. E’ questo giardino.
Ci sarà mia madre: attingendo a una sorgente profonda, forse pronuncerà
il mio nome. Sentirò la voce calma di mio padre, riconoscerò il passo di
Telifrone e l’odore di latte di Carite. […].
Vedrò questi roseti e, in lontananza, le colline con la quercia
maestosa. Nel silenzio del mio cuore ci saranno ancora cose semplici e
frammenti d’eternità.
(Delt@
Anno VII, N. 100 del 12 maggio 2009)
Claudia Frattini |