Le Zone umide e il neo-femminsmo. Il caso Charlotte Roche

 

 

Editoria

 

 

(Roma) Zone umide della giovane autrice tedesca Charlotte Roche che in Germania ha raggiunto il vertice della classifica mondiale di vendite di Amazon (oltre a guidare le classifiche in Germania) è stato appena tradotto anche in italiano dalla Rizzoli. Il libro acclamato dalla critica come manifesto del neo femminismo si è imposto all’opinione pubblica internazionale per l’assalto all’ ideologia dell' igiene femminile esasperata e per l’esaltazione del desiderio femminile.  Charlotte Roche che si dichiara femminista ha voluto scrivere - dice - una critica radicale all' idea di donna che i media femminili e maschili gettano sul mercato: profumata, depilata, con i capelli perfetti, senza macchie e nemmeno un odore che sia naturalmente suo. Il risultato è Feuchtgebeiete, che in tedesco vuole dire palude ma può anche essere letto come vagina: i due termini sono collegati, pare, dal fatto che condividono una certa umidità. Vuole parlare di liberazione dalle imposizioni della società alle donne esaltando il corpo così com' è. Rifiuta, ovviamente, la definizione di pornografico che molti hanno dato del romanzo. Dice che la sua è una critica all' isteria igienista, alla cultura e alla vita da toilette. Al fatto che lei non conosce nessuna donna che oserebbe camminare verso l’ufficio, d' estate, con le ascelle non depilate. Racconta il tutto con un linguaggio adatto al tema. Charlotte ci guida alla scoperta del proprio corpo esaminandone i particolari più disgustosi. Le sensazioni, gli odori, i sapori vengono analizzati senza pudori con un autocompiacimento che farebbe arrossire qualsiasi uomo. Un intero vocabolario anatomico-sessuale viene coniato dalla protagonista, Helen Memel, Termini ed espressioni rompono tabù secolari, restituendo alla donna il diritto di parlare senza vergogna, né un briciolo di pudore, dei dettagli più intimi di se stessa. Perché se l’uomo ostenta una naturale tensione alla masturbazione, la donna nemmeno osa parlarne? Perché questa è ossessionata dalla depilazione e dalla pulizia come se non fosse normale anche per lei sudare e riempirsi di peli? Lo stesso si dica per le funzioni più “basse del corpo umano”, sviscerate a gran voce con dovizia di particolari da ogni macho che si rispetti ed elegantemente glissate da ogni ragazza che non voglia far scappare l’oggetto del proprio desiderio. Se è fuori luogo parlare di porno-letteratura, perché l’autrice non si ferma agli aspetti sensuali della fisicità femminili, ma li dissacra, smascherandone il lato più buffo cui nessuno è abituato, altrettanto azzardato sarebbe parlare di manifesto neo-femminista. La riflessione sul corpo come differenza e specificità del desiderio femminile è stato il cuore tematico del femminismo degli anni 70, cosi come il dibattito sulla pornografia che Charlotte vede come libertà sessuale delle donne ha attraversato da circo un ventennio le discussioni di teoriche e scrittrice femministe. Tuttavia il merito dell’opera è quello di consegnare al pubblico squarciando il velo di ipocrisia una riflessione nell’immaginario mediatico non ha trovato mai alcun spazio risanando quella distanza tra pensiero e pratica politica delle donne e società.

(Delt@ Anno VI, N. 216 del 5 novembre 2008)