Molte nuove isole sono comparse nel mare della nostra letteratura
nell’ultimo decennio. Da
L’isola del giorno prima di
Umberto Eco, filosoficamente collocata a qualche anno di distanza da la
Nuova Atlantide di Francis
Bacon, a L’sola dell’angelo caduto
di Carlo Lucarelli, identificabile con Ventotene negli anni del
fascismo; da L’sola che brucia
di Gianni Farinetti, la vulcanica Stromboli, a L’isola che se ne
andò di Filippo D’Arpa, la più
beffarda di tutte: l’isola che non c’è, ma che un giorno ci fu – si
materializzò il 27 giugno 1831, nelle acque del canale di Sicilia – e
che forse ci sarà di nuovo, Etna permettendo. Spazi finiti. Orizzonti sconfinati per la fantasia e
l’immaginazione. Orme sulla riva sempre dirette verso il mare. Se il rapporto tra geografia e letteratura è
inevitabilmente denso e suggestivo, per le isole esso è ancora più
significativo, in quanto è la loro stessa separazione a marcare diversi
modi di esistere, di pensare e di pensarsi. Non a caso le isole
costituiscono, da sempre, un motivo letterario composito e intrigante,
oggetto di continue rielaborazioni di mitologie e storie, attorno al
quale l’immaginario umano si è trovato a confrontarsi. Il volume, curato da
Monica Luongo e Giuliana Misserville, che prende le mosse dal V
seminario estivo della Società Italiana delle Letterate, dedicato al
tema delle “Isole”, contiene nove saggi-narrazioni scritti dalle isole o
sulle isole, reali o immaginarie. Nove esempi di scritture femminili e
femministe in cui si intrecciano suggestioni originalissime, identità,
esistenze, isole di pietra e di parole, arcipelaghi delle differenze,
sogni, tesori, naufragi.
Grazie ai preziosi contributi di Paola Bono, Alessandra Riccio,
Marie-Hélène Laforest, Maria Vittoria Vittori, Elisa Cazzola, Jessica
Falconi, Monica Luongo, Giuliana Misserville e Bia Saracini, questo
libro esprime un’estetica
del limite in bilico tra geografia e letteratura, in cui l’isola, luogo
bifronte - di sogni, scoperte e avventure, ma anche di solitudine e
ripiegamento -, rappresenta la metafora più convincente e, al tempo
stesso, rassicurante per descrivere le più diverse condizioni del sé.
Mentre il mare che la circonda non smette mai di significare la misura,
il limite che l’uomo deve imporsi.
[…] Il mare ci circonda ed è allo stesso tempo il cammino. Ora, un
cammino che si apre e si chiude, pone dei problemi […] La pelle che ci
avviluppa, è la nostra isola, la nostra insularità. Non possiamo
uscirne, lei ci accompagna dovunque. Siamo tutti insulari in senso
proprio. Siamo obbligati a mostrare i nostri sentimenti sulla nostra
pelle e a leggere, sulla pelle degli altri, i loro sentimenti…
(Desanti 1995, cit. in Marie
Susini, o la Corsica come metafora, Giuliana Misserville)
(Delt@
Anno VII,
N 85 del 21 Aprile 2009)
Claudia Frattini
LE CURATRICI
(fonte: http://www.iacobellisrl.it/edizioni/isole.html)
Monica Luongo,
giornalista, scrive per il sito www.donnealtri.it e Leggendaria. Gender
expert per il Ministero degli Esteri e osservatrice elettorale per
l’Unione Europea è attualmente presidente della Sil.
Giuliana Misserville fa parte della “Simon de Beauvoir Society” ed è tra
le socie fondatrici della Sil. Ha lavorato presso la
Biblioteca della Camera dei Deputati. Si occupa di scritture femminili e
femminismo, con particolare attenzione al pensiero e alla letteratura
francese. |