Amiche e compagnDonne e politica in Basilicata nel dopoguerra (1943-1950) di Michele Strazza  

 

Editoria

 

 

E’ un attento lavoro di ricerca, basato su fonti storiche e bibliografiche, quello condotto da Michele Strazza nel suo saggio Amiche e compagne. Donne e politica in Basilica nel dopoguerra (1943-1950). Un viaggio tra fascismo e ribellismo. Una interessante ricostruzione, attraverso nomi e circostanze, di una fase tanto difficile quanto importante per il nostro Paese: sette anni in cui si decisero la collocazione dell’Italia nel Patto Atlantico, l’avvio della democrazia costituzionale, lo sviluppo sociale, economico e politico, anche grazie al decisivo apporto femminile. Anni in cui, parallelamente all’ingresso delle donne nei partiti e nelle organizzazioni femminili ad essi collaterali, si andava forgiando, insieme ad una più consapevole cultura laica e religiosa delle donne lucane, una più matura coscienza dei diritti umani e delle pari opportunità in Basilicata.

L’autore traccia una storia ricca di tumulti, manifestazioni non autorizzate, grida sediziose,  sollevazioni popolari, con assalti ai municipi e scontri con le forze armate che, alcune volte, si conclusero in un bagno di sangue. Tipiche forme di ribellismo sociale ed economico al femminile, messe in atto da mogli, madri e sorelle contro il progressivo impoverimento dei ceti rurali, gli aumenti dell’imposizione fiscale e l’introduzione di nuove tasse. Le donne, che vestivano il nero degli indumenti, degli scialli, delle gonne, divenute protagoniste durante la guerra e una volta seppellito il ventennio fascista, non restarono sull’uscio di casa a guardare, né si limitarono ad appoggiare le rivolte dei propri uomini, ma si fecero esse stesse promotrici di tumulti e di proteste che assunsero, a volte, forme violente. Tracce profonde di quell’impervio e faticoso cammino sulla strada della parità dei diritti che ancora oggi, dopo più di sessant’anni, segna i limiti di una democrazia incompiuta e vede le donne tese a recuperare terreno su molti fronti: dal lavoro alla politica, dalla vita familiare e domestica a quella sociale e pubblica.

L’autore attraversa con rara lucidità e dettaglio di particolari la progressiva presa di coscienza   femminile delle discriminazioni subite, l’affacciarsi delle donne  lucane al confronto politico, il loro ingresso negli spazi istituzionali ed il crescente impegno, sempre più da protagoniste, nel mondo familiare, sociale e lavorativo. Fino alla conquista dell’elettorato, all’indomani del quale esse si dimostreranno il vero motore del cambiamento, confermandosi, al tempo stesso, il perno di una sempre più precaria economia domestica. Un percorso in cui, oggi come ieri, si riverbera una concezione subordinata della militanza politica femminile: nessuna peculiarità, originalità, né tanto meno autonomia; semplicemente, un impegno politico inteso come apostolato sociale, nella limitazione dei suoi scopi e del suo campo d’azione a compiti di natura assistenziale politicamente secondari. Un cammino, quello delle donne lucane, simile ad ogni altro destino femminile, costellato di ostacoli e denso di pregiudizi, tesi ad evitare che il lavoro, così la  partecipazione politica e ogni altra conquista sociale e civile,  potesse trasformarsi in un mezzo per l’emancipazione e una buccia di banana posta sul terreno dei tradizionali ruoli di genere.

(Delt@ Anno VI, N 234 del 26  novembre 2008)                                           Claudia Frattini