Le dissacrazioni di Paola Mastrocola sulla scuola d’oggi 

 

 

Editoria

 

 

(Roma). Paola  Mastrocola, la brillante autrice della Gallina Volante,  è nuovamente in libreria con la sua ultima opera: La scuola raccontata al mio cane, edito dalla Casa editrice Guanda.

La narratrice abbandona la copertura del romanzo per raccontare in modo lineare e semplice il suo punto di vista sulla scuola, nella convinzione che tacere quello che sta accadendo sia gravissimo da parte di tutti, ma soprattutto da parte degli/delle insegnanti, coloro che, per antonomasia, nella scuola dovrebbero crederci.

“Sono un’insegnante di lettere e vorrei continuare a fare il mio mestiere. Fino a sette o otto anni fa riuscivo, adesso non più. Peccato, perché era un bel mestiere.

Non so spiegare con esattezza cosa sia avvenuto; mi dicono che la scuola era vecchia e quindi andava rinnovata, e che per questo si è finalmente avviato un lungo processo di riforme. A me è sembrato un lento e inesorabile movimento verso il basso.”.

E’ l’ironico incipit del libro che si apre con una sorta di constatazione  sconfortata del fatto che insegnare lettere nella Scuola di oggi non è più possibile. Probabilmente non tutti sono d’accordo, ma l’autrice premette che non scrive con intenti critici, che vuole solo dare il proprio punto di vista a testimonianza di una realtà ormai innegabile: l’insegnamento ha perso la sua peculiarità principale, quello di essere legato in modo indissolubile alla materia scelta. Fino a pochi anni fa un insegnante di lettere doveva soltanto preoccuparsi di trasmettere un patrimonio universale di Tradizione letteraria appreso e sedimentato nel corso degli anni universitari: oggi, invece, basta una vaga, approssimativa e superficiale tuttologia per sedere in cattedra, tanto preparazione e cultura non serviranno a nulla perché sopraffatte dai “progetti”, dalla valanga di finte innovazioni ( legate o meno al computer ) che creano molto movimento e non danno nessun risultato fattivo. Shakespeare avrebbe detto “tanto rumore per nulla”.

   Piace, di questo libro, l’estrema chiarezza con cui l’argomento scuola viene raccontato dall’interno. Mastrocola non tergiversa su niente, ma non punta il dito contro nessuno. Analizza e analizzando diventa cola d’amarezza. Con una briciola di sano rimpianto per epoche in cui ogni professore aveva un ruolo e ogni materia aveva una sua identità.

   Molti hanno preso in mano questo testo convinti di leggere pagine al vetriolo contro questa o quella riforma, contro questo o quel ministro. Ma è apparso subito evidente che non si tratta di un pamphlet, né la “ trovata” di raccontare al cane è risultata una facezia. Paola a chi avrebbe potuto raccontare con pacatezza e verità assoluta i rapporti con gli studenti, con i colleghi, con i presidi ( una categoria speciale che sarebbe da studiare nel loro comportamento ambiguo e sfuggente ), con gli enti, con i programmi, con le sedute inutili e interminabili in cui si parla all’infinito del nulla? Al suo cane che, pazientemente, ha appreso il disastro che ormai impera nelle strutture scolastiche. Non si tratta, come un tempo, di edifici fatiscenti, di mancanza di gesso e di banchi, di cessi impraticabili, adesso è stato toccato il cuore della scuola, il principio dell’insegnamento che doveva trasmettere un fermento, un’idea, un metodo. Oggi i professori devono muoversi in tondo e inventarsi un’offerta per portare a spasso i ragazzi, per dare loro una buffa illusione. Scrive Mastrocola:  gli studenti “Li stiamo tragicamente ingannando. Tessiamo loro, giorno per giorno, riforma dopo riforma, una rete pericolosa, un imbroglio, una trappola mortale: questa scuola facile, socializzante, divertente, flessibile, adeguata, moderna, innovativa, computerizzata, assistenziale, permissiva, aperta… questa scuola non punitiva, non premiante, non meritocratica, non noiosa, non difficile, non esigente… questa scuola-parcheggio, giardino d’infanzia, centro sociale, club Méditerranée, questa scuola di griglie e di progetti, di moduli e percorsi, di obiettivi e strategie… questa scuola che noi adesso stiamo costruendo forse li rovinerà, condannandoli per sempre a una Ignoranza abissale che non potrà non avere conseguenze sul loro futuro professionale”.

   Insomma, siamo tutti responsabili del dissesto, e poiché la memoria ha perduto la sua importanza nel futuro assisteremo all’avanzata di un esercito di semianalfabeti che non sapranno orientarsi nel ginepraio sempre più fitto della complessità sociale a cui andiamo incontro.

   E’ evidente che Mastrocola conosce alla perfezione i meccanismi che sottendono all’insieme scolastico. Lei affronta ogni argomento con una narratività coinvolgente e suadente. Si avverte che nell’autrice c’è l’indignazione verso la  mediocrità e verso l’imbecillità, ma dalla sua penna non esce una sola frase di astio. E’ mortificata, dispiaciuta, vede la deriva di secoli di cultura andare verso l’imponderabile e se ne cruccia, denuncia ma indirettamente, attraverso il suo cane, attraverso lo stratagemma del far narrare le cose.

   Certo, chi non conosce che cosa è avvenuto nelle aule e nelle presidenze storcerà il naso e penserà che Mastrocola sia uno scrittore alla Starnone, ridanciano e caustico, e invece siamo al cospetto di  un’autrice alla cui base c’è un fondamento etico che viene dal lontano umanesimo e si spande in ogni direzione. Ma sia chiaro che non si tratta della rivendicazione dell’umanesimo sulla scienza, al contrario nella visione di Mastrocola c’è una integrazione che deve andare di pari passo, che dovrebbe andare di pari passo se ormai non fosse accaduto l’irreparabile.

Insomma, la scuola non è più scuola, ma soltanto una parvenza di struttura culturale che raccoglie la “fauna” umana come viene viene. E guai a dirlo a voce alta., guai a farlo sapere, il minimo che ti tocca sarà essere tacciati di razzismo e di nazismo.

 Ma al di là della denuncia serrata e vera in ogni dettaglio, questo libro è bello e godibile per come è intessuto e per come si svolge. Ha un suo ritmo, un suo clima, una sua tenuta e ciò la dice lunga su uno scrittore che qualsiasi argomento tratti lo fa con maestria e competenza, dando sempre quel piacere della lettura che riteniamo sia indispensabile anche quando si scrive di ingegneria spaziale o di partita doppia.

                                                                                                                                                                                              Lara Maffia