(Roma) “La
vera lotta di classe è quella tra uomini e donne. E per ora, stanno
vincendo i primi. A parità di impiego, "lei" guadagna tra il 30 e il 60
% meno di "lui'. È maschilista la politica, dal vecchio paternalismo
democristiano al celodurismo leghista. È macho il mondo degli affari,
con leader che praticano la riproduzione omosessuale: capi uomini che
scelgono loro simili. Gronda testosterone la comunicazione mediatica e
pubblicitaria, un tripudio di grazie femminili sciorinate sul piccolo
schermo e sulla pubblica via per vendere auto, pentole, idee. E i
naturali alleati nella lotta per sfondare il soffitto di vetro? Solidali
solo a parole. La sinistra ha ereditato, tra i geni del Pci, l'omofobia
e un inconfessato maschilismo. I gay sono pronti ad allearsi per una
briciola di potere con il sistema fallocratico, di cui pure sono
vittime. E la solidarietà femminile è un falso mito: dagli uffici agli
studi televisivi, le donne si graffiano la faccia e si pugnalano alla
schiena, per di più sotto una patina di ipocrita dolcezza. Soprusi,
precarietà, prostituzione, disoccupazione e violenza: un panorama
desolante quello che presenta nel suo ultimo libro Klaus Davi ,
Fallocrazia" edito da
Rizzoli in libreria in questi giorni. Una analisi della condizione
femminile nel Paese che non fa sconti alle ideologie né ai buonismi. Nel
dibattito risuonano voci diversissime: Lapo Elkann e Francesco Cossiga,
Lea Melandri e Miriam Mafai... Tutti compatti a condannare un'Italia che
riduce le donne ad una sfilata di vallette, madrine, stelline, soubrette
e pornostar. Ma a quando una presidente del Consiglio, della Repubblica,
di Confindustria? A quando la rivoluzione del sistema, un nuovo patto
tra le vittime della fallocrazia?
Forse mai, perché "I partiti sono strutture misogine che mutuano dagli
ambienti chiusi come l'esercito, la marina, la Chiesa, logiche e
modalità di confronto molto simili ai nuclei omosessuali osserva Claudio
Martelli a proposito del libro
libro di Klaus Davi.
"Le cose oggi non sono cambiate
rispetto a quando facevo politica attiva - prosegue Martelli che ha
intervistato l’autore - possiamo dire che non viviamo nella Seconda
Repubblica ma tra le macerie della prima, e anche Forza Italia che
dovrebbe essere un partito nuovo in fondo e' un agglomerato di vecchi
partiti. Oggi i partiti non sono nient'altro che delle sette
confessionali moderne. D'altronde la misoginia e' una caratteristica
peculiare italiana. Mi dispiace dirlo ma la colpa di questo è anche
delle donne di sinistra: benché molto intelligenti, parlano un
linguaggio politichese peggiore di quello dei colleghi uomini. Il loro
rischia di essere un alfabeto patologico".
(Delt@
Anno V°, N. 215 del 22 ottobre 2007)
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