Quintessenza. di Mary Daly

 

 

Editoria

 

 

Domenica 2 ottobre si è tenuta presso la Libreria Esoterica di Piazza Missori a Milano, la presentazione del libro: “Quintessenza” della teologa e femminista radicale Mary Daly, da parte di Luciana Percovich.

“E’ un libro speciale”, dice, “che fa succedere delle cose”. Da tempo si aspettava un editore per questo saggio e “Le porte di Venexia”, collana  tutta al femminile, ha dato la sua disponibilità.

Quando si introduce il punto di vista femminile in campo spirituale, dice Luciana, si ottiene una grande risposta da parte delle lettrici, l’unico problema è la distribuzione.

Quintessenza è un libro che presenta diversi livelli di lettura e contiene diversi importanti messaggi.

E’ un saggio, ma nel contempo anche un romanzo, nonchè un’opera del genere fiction, perché così si presenta. Contiene una visione che non appartiene solo alla visione del reale; si parla infatti del quinto elemento, inteso come etere, spirito, sostanza delle anime.

E’ un libro che va letto e sperimentato su di sé, nel quale dominano la scena, i significati del tramare e del tessere, verbi che appartengono da sempre al femminile. In un mondo patriarcale, il nostro, che poi è quello descritto dal romanzo, le donne sono impegnate a tessere trame, per sopravvivere, proteggersi e lottare.

La collocazione temporale del testo è il periodo che va dal 1998, anno in cui è stato edito e il 2048, nel quale avvengono una serie di eventi catastrofici in grado di sovvertire quest’ordine patrilineare; le cose accadono sempre più rapidamente sotto gli occhi dell’indifferenza: vi è la guerra dei Balcani, che precede molte altre catastrofi, di cui però l’autrice, che scrive nel 1998, non sa nulla e che sono per esempio: il disastro delle Twin Tower, la guerra in Alghanistan e in Irak, gli uragani Katrina e Rita.

La fisionomia del pianeta è cambiata: molte terre si sono inabissate, un intero continente (il Continente Perduto e Ritrovato) è riemerso. I governi del mondo e le loro economie sono collassati ovunque, e con loro il patriarcato, che ne costituiva l’ossatura. Le donne di tutti i continenti – le Streghe Viaggianti e le Veggenti, le Donne Selvagge e le Vecchie Sagge, le Luminose – come uccelli migratori si sono dirette, guidate da un impulso comune, nel Continente Perduto e Ritrovato, sono tornate a casa. E ora stanno “Centrando, Equilibrando, Mettendo a Fuoco, riguadagnando l’Integrità Originale che sembrava essere stata fatta a pezzi nello Stato della Diaspora”(cioè il nostro oggi).

Caratteristica di questo romanzo è la sincronicità; Mary, che vive, scrive e pubblica Quintessenza nel 1998, viene evocata da una Sorella del Futuro, Anni, che vuole ripubblicare il libro tanto amato nel Cinquantenario della prima edizione, il 2048. Anni è una studiosa del mondo pre-catastrofe, vuole capire meglio la realtà di quel periodo, come vivevano donne e uomini e che posizioni aveva assunto il femminismo di fine millennio di fronte ai problemi tanto gravi che si andavano accumulando; per lei appare un tempo così assurdo e irreale, così si rivolge a Mary per cercare di ricostruirlo e comprenderlo. Mary – che non sembra sconvolta più di tanto da ciò che le sta capitando - è a sua volta assai curiosa di sapere cosa è successo in questi cinquanta anni.

Così, con altre vecchie sagge, affrontano temi come: la guerra, i genocidi, con la conseguente sopraffazione del genere femminile, la pornografia, la diaspora  delle donne e dei popoli, il fondamentalismo cristiano, americano, vaticano; la manipolazione delle coscienze.

Il racconto di Anni e le spiegazioni di Mary formeranno così i Commenti del 2048 che verranno aggiunti a ogni capitolo di Quintessenza.

Con indomito coraggio, queste donne hanno la capacità di nominare ciò che ritengono vero, tant’è che il libro spesso usa verbi in ing, che stanno ad indicare: essere in divenire, l’essenza del quinto elemento e sono quattro: Be-longing, Be-speaking, Be-laughing e Be-dazzling, che rispettivamente indicano il manifestarsi sul piano ontologico dell’Essere, del Desiderare, Nominare, Ridere e Abbagliare. “Queste azioni/modi di essere delle Donne Selvagge – così definite in quanto irrispettose delle leggi del patriarcato - smontano la schiavitù e l’inesistenza simbolica e permettono quel salto quantico che inaugura il loro/nostro gioioso Esserci nel farsi della nuova Creazione” così afferma Percovich.

Il libro è una costruzione di immagini letterali potenti: la situazione di avanscena e retroscena è piuttosto ricorrente. La prima riguarda la vita che viene presentata dai mass-media, che spesso ci portano a vedere solo una porzione della realtà, falsata ed edulcorata; esiste invece accanto a questa finzione una vita reale fuori dalle luci della ribalta.

Rimembrare (che in italiano significa percepire attraverso il cuore) è un altro termine utilizzato nel romanzo ed è inteso sia come ricordare, sia come  il mettere insieme le membra di questo pianeta fatte a pezzi dall’abuso dell’uomo e dalla catastrofi naturali.

Le donne in questa tragica situazione hanno il compito di risvegliare la memoria genetica di un organismo che finalmente si può ricomporre.

E le Sorelle Antenate del passato permangono attraverso di noi nelle Sorelle Antenate del futuro, in un continuum spazio-temporale, che il patriarcato cerca in continazione di negare.

“Noi siamo l’incarnazione dei sogni delle nostre antenate, le sorelle del futuro saranno ciò che noi abbiamo saputo/osato sperare e immaginare” dice l’autrice.

Le Donne Radicali Elementari, come lei le chiama, riscoprono le radici, radici attraverso cui comunichiamo e che continuano a crescere e a germogliare anche dopo che gli alberi sono stati abbattuti o bruciati in superficie. Queste radici ci collegano e accomunano sotterraneamente a tutti gli elementi del cosmo, alle piante e agli animali, che non possono che essere sé stessi, veri; e questa verità è possibile solo stando nel “qui e ora”, in ogni piccolo gesto, pensiero, energia; e nella negazione di una complicità con il mondo falso e morto dell’avanscena.

Dice Luciana Percovich “Quintessenza è una utopia mistica moderna, un libro visionario e metamorfico, che ha il potere di cambiare la nostra visione e ci Tira verso la “Causa Ultima, che è l’inizio non la fine del divenire. E’ la Prima causa e la Causa delle cause, che dà all’agente la motivazione per Agire”, per continuare e non per esaurire la Creazione”.

“Niente di quello che facciamo è insignificante quando è visto alla Luce della Quintessenza. La quantità non è importante né lo è la distanza tra gli esseri separati che partecipano all’Armonia Cosmica. A contatto con la Quintessenza, le Donne Elementali diventano più che mai simili agli alberi e agli Angeli. Estendendo le nostre radici più in profondità, siamo libere di espanderci e partecipare alla creazione dell’universo”.

Queste le ultime parole di un libro, che riporta alla vera essenza delle donne, donne veggenti e donne guerriere, di caste e tradizioni ormai dimenticate, ma che si nascondono in alcune di noi, divise tra i fornelli, la carriera e la vita spirituale o filosofica, per chi la ricerca. E’ un testo che riporta alla visione di donne amazzoni, le stesse donne che ho ritrovato leggendo, già dieci anni fa, un altro interessante testo di esoterismo: “Luce, Amore, Potere, questa è la Via” di Om Oskraham e Halladah Hanahit, edito Adea, nel quale si parla di donne del Regno di Atlantide e di civiltà pre-egizie, con speciali poteri, “difensore” del pianeta ed iniziatrici di uomini, progenitrici di nuove razze sul pianeta, ciò che potrebbe realizzarsi, se già non è avvenuto, anche in questo secolo.

Quintessenza è un testo, trovo, che ridà molta dignità alle donne, che con la loro dimensione di cura, unita a una capacità di vedere oltre, sono in grado di prevedere i disastri del pianeta,  ma di non smetterne mai una protezione e una cura vigile, intente anche a salvaaguardare la propria sopravvivenza attraverso le trame sociali che tessono quotidianamente.

Ho riportato queste mie osservazioni nel dibattito seguito alla presentazione del libro, che hanno incontrato l’opinione favorevole della relatrice, la quale ha fatto osservare come, nelle civiltà precedenti all’età del ferro, vigeva una tradizione patrilineare egualitaria, dove non vi era prevalenza di una società maschile, guerriera, in cui le città erano prive di fortificazioni, perché non vi era la necessità di difendersi; con la società del ferro incomincia il patriarcato e la donna è relegata in un angolo, costretta a tesser trame. Putroppo i nostri libri di scuola fanno partire la storia dalla società del ferro, dimentichi di questa situazione egualitaria precedente, del tutto reale, che non ci permette di credere alla solita frase di circostanza, stordente le nostre coscienze che: “E’ sempre stato così”. Non lo è stato e se vogliamo non lo sarà, purché ritroviamo e rimaniamo nella nostra Quintessenza.

Buona lettura a tutte!

(Delt@ Anno III, n. 197 – 198 del 7 – 8 ottobre 2005)                                                                                              Valeria Cazzaniga