Lavoro a perdere, per un commercio equo&solidale 

 

 

Editoria

 

 

(Milano) Scegliere un prodotto che viene dal Sud del Mondo, che si tratti di cacao, tè, caffè o una semplice saponetta, comprarlo e consumarlo, sono ormai atti banali della nostra esistenza quotidiana. Eppure, dietro a quei prodotti c'è sempre una lunga storia fatta di donne, di uomini e di bambini sfruttati in condizioni di lavoro insostenibili, di prezzi decisi dai Paesi importatori più forti, ovvero i nostri. C'è spesso una storia di isolamento e di minaccia ai diritti della persona, come anche di mancato rispetto dell'ambiente. Tutto ciò è raccontato dal libro, Lavoro a perdere, equo e iniquo nella società globale, edizioni Paoline, a cura di Luciano Scalettari e Francesca Fabris. Il volume fa riflettere il consumatore che può scegliere con più acutezza e spostare i suoi acquisti, per dare un segnale politico ai grandi organismi economici. Aprire il portamonete significa decidere in quale mondo del lavoro vogliamo vivere; significa dimostrare solidarietà contro forme di sfruttamento; significa infine optare, anche nel proprio interesse, per un mercato finalmente umanizzato. Il libro spiega come il libero mercato ci ha abituati a una spirale di produzione in cui tutto deve costare sempre meno, proprio perchè ogni prodotto possa essere acquistato sempre più, in più esemplari e da soggetti diversi. e questo processo è funzionale alla ricchezza di una ventina di gruppi al mondo, perchè tale è il numero delle grandi transnazionali che in questo momento non soffrono, in termini economici. ma tutto ciò ha scapito dei piccoli produttori del Sud del Mondo.