La perfidia delle donne”, di Valeria Palumbo

 

 

Editoria

 

 

(Roma). Venti donne, venti storie terribili. “La perfidia delle donne”, in uscita per Sonzogno, è l’ultimo lavoro di Valeria Palombo, dedicato a venti profili di donne che hanno lasciato l’impronta nella storia, anche costo di loschi espedienti. L’autrice è una giornalista appassionata di storia e ha già pubblicato sul tema: “Prestami il volto”e “Lo sguardo di Matidia”(Edizioni Selene), “Le Donne di Alessandro Magno” e “Donne di Piacere”(Sonzogno). Questa è la volta delle donne perfide e senza scrupoli. L’arco di tempo ricoperto è molto ampio, si parte dall’antichità per arrivare al Novecento ma le storie in fondo si somigliano tutte. Agrippina minore che avvelenò l’imperatore Claudio e il suo erede Britannico per dominare attraverso il figlio Nerone; Irene di Bisanzio, la madre accecatrice, che cavò gli occhi a Costantino V; Isabella di Castiglia, che, dopo aver promesso un terzo dei benefici delle Nuove Indie a Colombo rinnegò il patto e lo sbatté in prigione; Carmen Polo che ignorava le suppliche di amici, spose, fidanzate e figli di coloro che suo marito Francisco Franco mandava al patibolo.

Storie da brividi, tutte rigorosamente vere. Vicissitudini di donne che si approfittano degli uomini per arrivare al potere: dei mariti, dei padri, perfino dei figli… Non per puro gusto sadico, ma per uno scopo preciso che, nella maggior parte dei casi, ha a che fare con il potere. Molte figure femminili dalla vita tempestosa, però, ci sono state dipinte da storici e letterati come vergini innocenti. Valeria Palombo ha cercato di leggere tra le righe dei documenti che ci sono pervenuti e ristabilire la verità storica, evitando le trappole delle fonti antiche. E’ bastata l’ascesa al trono per ripulire la reputazione storica di molte fanciulle che avevano un “curriculum licenzioso” o avevano liberamente fatto uso delle forme più spietate di tortura.

Per chi ha paura delle donne e per chi le sottovaluta, un libro che testimonia la loro spietata fantasia.

(Delt@ Anno IV, n. 79 dell’11 aprile 2006)