(Roma)
“Una donna, un voto”
questo il titolo dell’ultimo volume di “Genesis” (rivista della Società
Italiana delle Storiche) curato da Vinzia Fiorino e edito da Viella.
Andreina De Clementi,
prof. ssa di Storia Contemporanea e membro del Collegio dei docenti del
Dottorato di “Storia delle donne e dell’identità di genere in età
moderna e contemporanea” all’università l’Orientale di Napoli e
direttora della rivista, ne illustra il contenuto.
La scelta di questo tema, afferma De Clementi, è nata dalla ricorrenza
nel 2006 dei 60 anni dal diritto di voto (1946) e, come unica rivista di
storia delle donne italiana, è stato
piacevolmente doveroso per
noi affrontarla.
Tuttavia, con l’intento di evitare una ritualità cerimoniale, propria di
queste occasioni, abbiamo deciso di ampliare lo specchio tematico, pur
tenendo come punto di riferimento centrale il 1946 (Emma Schiavon,
“La campagna per il suffragio del 1919: la parabola di
Voce nuova”; Liviana
Gazzetta, “Votate all’obbedienza: parabole esemplari di dirigenti
cattoliche”).
Nei diversi contributi abbiamo prestato grande attenzione al
parallelismo tra la situazione italiana e quella francese (Sylvie
Chaperon, “L’ingresso delle donne nella vita politica: Francia e
Italia a confronto”), mettendo in luce alcuni aspetti paradossali: il
Fronte Popolare Francese (Claire Lescoffit, “Al governo senza
diritti: i paradossi del Fronte popolare francese”), ad esempio, pur
nominando delle ministre, non prevedeva l’elettorato attivo delle donne.
Il nostro viaggio va ancora più indietro nel tempo, continua De
Clementi, in particolare ad alcuni episodi di affermazione del
protagonismo femminile, come nei plebisciti del 1848 (Gian Luca Fruci,
“Cittadine senza cittadinanza. La mobilitazione femminile nei plebisciti
del Risorgimento (1848-1870)”), occasioni aperte al contributo delle
donne, o ancora nel secondo dopoguerra con i partiti (PCI e DC, in
primis) per la conquista delle elettrici (Simona Lunadei e
Lucia Motti, “A scuola di politica: luoghi e modi della formazione
delle donne della DC e del PCI”).
È importante ricordare, sottolinea De Clementi, che nell’arco
preunitario il Gran Ducato di Toscana garantiva l’accesso alle strutture
di rappresentanza, sebbene legato al censo (Angelica Zazzeri,
“Donne in armi: immagini e rappresentazioni nell’Italia del 1848-
Interessante è anche la biografia di Nadia Spano, nata nei primi anni
del 900, poi eletta alla Costituente, ricordata da Liliana Ellena,
“Nadia Gallico Spano: vita straordinaria di una comunista normale”.
Significativa, infine, è l’adozione di questo testo, pur essendo uscito
da poco tempo, in diversi corsi di storia delle donne, all’università di
Roma Tre e di Venezia, ad esempio, che è stata promossa dalla
Commissione delle Elette di Roma.
(Delt@
Anno V°, N. 245 del 18
dicembre 2007)
Elisa Salvati
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