Il diario segreto di  Alice James

 

 

Editoria

 

 

(Roma) C'è un gusto particolare a leggere Alice James-Il diario 1889-1892 (Edizione Nutrimenti di Roma, pg.237, 16 euro) perchè, oltre a trattarsi di un’autrice che gode di gloria familiare in quanto sorella di Henry e William James, il primo famoso scrittore, il secondo non meno famoso filosofo, pioniere della moderna psicologia, il libro è stato vietato a lungo, per oltre settant'anni anni, per il suo carattere irridente, prima di poter essere pubblicato. Arriva ora per la prima volta in italiano, grazie ad un editore fuori dai supermercati editoriali, tradotto e introdotto da Antonietta Saracino, ed è un duro e serrato atto d'accusa, 'in controluce’ da parte di una donna al maschilismo e al perbenismo della sua epoca.

Quello di Alice James rappresenta un caso su cui riflettere in quanto figura schiacciata dalla fama dei suoi fratelli, costretta di fronte ad essi a sentirsi ‘differente’ pertanto assegnata ad una vita inferiore, grigia e senza sbocchi. Nel suo toccante ed intenso diario, Alice parla non tanto di sè quanto delle infinite altre donne come lei che non sono riuscite a sottrarsi allo stesso destino, cioè condannate al silenzio.

Siamo di fronte ad una donna che rifiuta il modello maschile di ‘angelo del focolare’ e che quindi, a un dato momento, decide di dare testimonianza del mondo nel quale è stata confinata con considerazioni: coaguli di pensiero, come ella bandisce nell'incipit, di vario ordine, politici, letterari, mondani, specchio di un certo mondo di fine Ottocento. È la voce di un malessere consumato in una sorta di ineluttabile conto alla rovescia, spaccato di vita in famiglia ma anche punto di osservazione di una società che per la celebrità della famiglia stessa si presentava come un universo raccolto, protettivo ma soffocante. Affine ai suoi fratelli per intelligenza e vocazione, non si pone limiti: parlerà con autoironia di molte cose, a cominciare dalla sua feroce condizione di ‘zitella inflaccidita’. Come osserva Saracino, alla mancanza di un 'corpo vissuto' sostituisce un 'corpo parlato', la parola si fa perno in modo iperbolico, il tenere un diario le permette di riannodare i fili infranti con pagine di invettiva, di sfogo e di analisi dei temi che le stanno più a cuore. Il suo occhio è quello di uno spettatore attento ma distaccato che presiede agli eventi dal di fuori. “'Il battesimo - dice amaramente - mi è stato negato dai miei genitori, il matrimonio da uomini insensibili e ciechi”...

Particolarmente aspra sulla condizione femminile, con un ricorrente ed impietoso leit-motiv: “Se la ricchezza e il potere costituiscono una discriminante per tutti, nel caso delle donne l'ingiustizia è maggiore quando alla povertà si aggiunge il 'disgraziato sesso' cui appartengono”. Il fatto grave è che Henry James, letto il diario fece di tutto per non farlo pubblicare poichè documento che gettava una luce maldestra sulla sua famiglia e sulla sua vita privata, e poco dopo bruciò la copia in suo possesso. Soltanto molti anni dopo il diario venne dato alle stampe e con molti tagli, in un volume dedicato agli James. Per l'edizione integrale si dovrà però aspettare il 1964, finalmente completo in tutte le sue parti (è l'edizione che ora appare in italiano), salutata dalla critica addirittura come 'uno dei capolavori ignorati della letteratura americana’ Soltanto settant'anni dopo la sua morte, Alice è riuscita ad ottenere finalmente quel che voleva, conquistare attraverso la scrittura un posto di tutto rispetto accanto agli altri James, quel posto che nel corso della sua esistenza le era stato ingiustamente negato.