Perché io? Perché Calipari…Giuliana Sgrena racconta

 

 

Editoria

 

 

(Roma). Di quelle quattro settimane da incubo vissute nelle mani dei (sedicenti) mujaheddin iracheni, e poi della liberazione brutalmente interrotta dall’attacco delle truppe americane, che ha causato la morte di Nicola Calipari, quando ormai la salvezza sembrava a portata di mano...  Giuliana Sgrena racconta il  dramma vissuto  nel libro Fuoco amico (Ed. Feltrinelli), che  cerca di far luce sui mille misteri e il tragico vissuto di una vicenda che ha tenuto il paese con il fiato sospeso e che getta una luce inquietante sugli orrori di un conflitto che ormai sembra senza fine.

Giuliana Sgrena, in questo libro, racconta la drammatica esperienza del suo sequestro, del ferimento e della morte di Nicola Calipari, l’agente che poco prima l’aveva salvata dai rapitori. I ricordi del rapimento, le sensazioni quotidiane vissute in una stanza chiusa e al buio, gli incubi del sequestro, il rapporto con i rapitori si intrecciano alle tematiche della realtà irachena (guerra, sequestri, profughi, resistenza, terrorismo, religione, la condizione delle donne, il processo di balcanizzazione del paese ecc.) con richiami anche al passato regime, a Saddam, alle guerre, all’embargo, ai preparativi bellici angloamericani in contrasto con le decisioni dell’Onu e alla vicenda delle mai rinvenute armi di distruzione di massa.

Una realtà insidiosa che pone il problema del fare informazione su un terreno di guerra senza essere embedded con le varie truppe di occupazione.

 “Fuoco amico” non sono solo i colpi degli americani contro la macchina sulla quale viaggiavo insieme a due agenti del Sismi e che hanno ucciso Nicola Calipari, ma – racconta l’inviata de “Il Manifesto -  anche quelli “sparati” contro di me dai miei rapitori: io, impegnata contro la guerra e l’occupazione dell’Iraq, sono stata rapita da chi sosteneva di combattere per la liberazione del proprio paese. Per di più, sono stata rapita mentre cercavo testimonianze sugli effetti delle bombe che hanno distrutto Falluja, cercavo di dar voce a chi non può averla attraverso i giornalisti embedded.

Perché proprio me? È la domanda che mi ha tormentata durante la prigionia. Che fortunatamente è finita. E poi, l’angoscia: perché proprio Nicola Calipari? Avremmo mai una risposta? Non possiamo rinunciare a cercare la verità”.

Sgrena, inviata de “il manifesto”, negli ultimi anni ha seguito l’evolversi di sanguinosi conflitti, in particolare in Somalia, Palestina, Afghanistan, oltre alla drammatica situazione in Algeria. Negli ultimi due anni ha raccontato la guerra e l’occupazione in Iraq. Nei suoi servizi cerca di indagare la realtà che sta dietro lo scontro armato, la vita quotidiana delle principali vittime delle guerre moderne: donne e bambini. Ha dedicato particolare attenzione all’islamismo e al suo effetto sulla condizione delle donne. Attualmente collabora, tra l’altro, con RaiNews24, con il settimanale tedesco “Die Zeit”, con la radio della Svizzera italiana e con riviste di politica internazionale. Libri pubblicati: La schiavitù del velo, voci di donne contro l'integralismo islamico (manifestolibri 1995); Kahina contro i califfi, islamismo e democrazia in Algeria (Datanews 1997); Alla scuola dei taleban (manifestolibri 2002); Il fronte Iraq, diario da una guerra permanente (manifestolibri 2004).

Info: www.feltrinelli.it