Amanti e Regine: le donne e il potere nell’anciènt regime.  

 

 

Editoria

 

 

(Roma). Alla libreria Bibli Benedetta Craveri ha presentato e raccontato il suo ultimo libro, frutto di tre anni di lavoro, sulle donne e il potere alla corte di Francia, tra il 1500 e la Rivoluzione, dal titolo Amanti e regine. Il potere delle donne, ed. Adelphi, che raccoglie una ventina di ritratti storici  da Caterina de’Medici a Diana di Poitiers, da Madame Du Barry a Maria Antonietta.

La corte francese è un unicum nelle corti d’Europa per i numeri della presenza e della visibilità femminile, già dal regno di Francesco I, che inventa una nuova forma di regalità, spettacolarizzando la sua corte. E le donne sono un elemento fondamentale per questo tipo di corte che unisce cultura, frivolezza e gusto erudito per la bellezza e per le arti.

Non immaginiamoci un’epoca d’oro per le donne: le regine diventavano mogli in base ad accurate strategie e alleanze politiche e la possibilità di governare era legata solo alla morte prematura del marito e all’età troppo tenera dei figli ed eredi. Nonostante l’eccezionalità del caso tre donne hanno lasciato un segno tangibile nella storia francese: Caterina e Maria de’Medici e Anna d’Austria.

La studiosa, in base agli epistolari e ai memoriali che danno della storia una visione più individuale e particolareggiata ricostruisce la figura di queste tre donne, consegnandoci un ritratto più vero e completo di loro come mogli e come madri, e il loro rapportarsi al potere. Ridimensiona e di molto per esempio, la leggenda nera creata e diffusa per tre secoli intorno a Caterina, moglie di Enrico II e madre di Carlo IX e Enrico III: donna intelligente e brillante che oltre che perfezionare l’eleganza della corte con il proprio raffinatissimo gusto italiano, tiene la reggenza del Paese praticamente per 30 anni, essendo un genio assoluto della politica, durante il critico periodo delle guerre di religione, tentando finchè possibile di equilibrare le posizioni dei cattolici e degli ugonotti, con l’unico obiettivo di salvaguardare per i figli il patrimonio di famiglia, la Francia stessa.

Dallo studio scientifico delle fonti memorialistiche emerge, per esempio, anche come la “questione della collana”, intrigo politico romanzato da Dumas, ha un riscontro reale nei compromettenti fermagli di diamanti donati da Anna d’Austria, madre di Luigi XIV, al suo spasimante inglese.

Da sottolineare è come le donne, sia regine che amanti, nel XVI secolo avessero un’ottima educazione umanistica ed erudita, conoscessero la filosofia greca e sapessero leggere in latino e greco rispetto alle donne di corte del 1600, meno erudite ma forse più esperte di galateo e di eleganza. 

Se le regine, in fondo non sono artefici del proprio destino, ma si trovano poi casualmente nella posizione di governare, molto devono alla loro intraprendenza, intelligenza e capacità di seduzione le amanti: donne che “lottano” per raggiungere il riconoscimento formale di essere “la favorita”, e di mantenere i privilegi contro l’invidia di concorrenti e mogli legittime.

Il libro di Craveri, pur essendo un’accurata ricerca storica e storiografica, è scritta sotto forma di narrazione proprio per rendere piacevole il racconto del potere “abusivo” che le donne potevano raggiungere alla corte di Francia in pieno Anciènt Regime, e come nonostante fossero “cittadine a metà”, queste donne siano riuscite a raggiungere e mantenere questo potere.   

                                                                                                                                                                   Anna Gloria Capodieci