Storia
del voto alle donne Italia |
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Editoria |
(Roma).
E’ una giovane storica, Giulia Galeotti, una donna minuta e
dallo sguardo acceso, che ieri pomeriggio, presentando il suo volume
“Storia del voto alle donne Italia”, edito da Biblink, è
riuscita ad affollare, di uomini e di donne, la splendida Sala del
Refettorio di Palazzo del Seminario a Roma. L’evento è stato organizzato
e promosso dal Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea
dell’Università “La Sapienza” e ha costituito un’importante occasione
per commemorare, oltre ai 60 anni del voto alle donne in Italia, anche
l’anniversario della morte di Nilde Iotti, celebrato lo scorso 4
dicembre. Alla presenza del Presidente della Camera Fausto Bertinotti,
sono intervenuti, in qualità di relatori, illustri rappresentanti del
mondo politico e dell’università: Anna Finocchiaro, Rosa Iervolino
Russo, Adriana Poli Bortone e Giovanni Sabbatucci, hanno tutti,
unanimemente, definito straordinarie queste 137 pagine che ripercorrono,
attraverso una chiave di lettura originalissima, il faticoso percorso
compiuto dalle donne per la conquista dell’elettorato attivo e passivo e
dunque per la piena cittadinanza e partecipazione alla cosa pubblica. Un
percorso che l’autrice affronta rispolverando in chiave prospettica il
mito, ripreso da Varrone, della contesa tra Atena e Poseidone per l’eponimia
di Atene, che sancisce, attraverso la punizione comminata dagli uomini e
il silenzio della dea, l’esclusione naturale delle donne dalla vita
pubblica, inaugurando una tradizione negativa e contrassegnata da un
silenzio ambiguo nelle Costituzioni e nelle leggi elettorali
ottocentesche di tutta Europa: “[…] per placarne il furore (di
Nettuno, il quale devastò la pianura con i flutti del mare, perché
sconfitto nella contesa contro Minerva) gli ateniesi inflissero alle
donne una triplice punizione, privandole del diritto di voto, di
trasmettere il loro nome ai nascituri e di essere chiamate ateniesi”.
Giulia Galeotti si lancia quindi in una ricostruzione equilibrata,
distanziata e storicamente fondata, che con sguardo aperto alla domanda
femminile di cittadinanza nelle altre realtà europee, si snoda
attraverso la storia del suffragismo e le vicende che hanno condotto le
donne italiane alla conquista del voto: l’Unità, la Resistenza delle
donne comuni e delle partigiane, il Decreto Bonomi (cosiddetto De
Gasperi-Togliatti, che il 23 gennaio 1945 decise l’estensione del
suffragio alle donne che avessero compiuto i 21 anni), la Consulta
Nazionale, le amministrative della primavera del ’46, le politiche del 2
giugno, l’esperienza delle Costituenti sono le tappe di questo percorso
che conduce il lettore fino al dibattito sulle quote rosa. E lo fa
attraverso tante voci di donne (solo per citarne alcune: Ada Gobetti,
Carla Capponi, Adele Bei, Lucia Bianciotto, Ines Pisoni, Nadia Gallico
Spano, Gisella Floreanini). I segni della straordinarietà di questo
volume sono davvero molti: innanzitutto, l’attualissimo e innovativo uso
delle fonti, rinvia, oltre che al dibattito pubblico, anche alle storie
private che hanno reso umanamente e storicamente denso e significativo
il faticoso percorso per la conquista del suffragio femminile; l’inedita
lettura che l’autrice restituisce delle conseguenze politiche e
culturali, a medio e lungo termine, derivate dell’assenza di gradualità
nell’immissione delle donne nella vita politica attraverso il suffragio.
In particolare, tramite un interessante confronto con altre e diverse
esperienze europee, l’autrice ha saputo dimostrare come in Italia, la
repentinità della conquista del suffragio femminile abbia
paradossalmente sfavorito, o comunque rallentato, il processo di
effettiva partecipazione delle donne alla cosa pubblica, non tanto negli
articolati di legge, quanto, invece, nella mentalità e nella cultura
comuni. A ciò si aggiunga la straordinaria intuizione di Giulia Galeotti
circa il fraintendimento storico, ancora molto diffuso e trasversalmente
condiviso, sulla presunta parzialità di ruolo e specificità politica
femminile, per cui le donne rappresentano le donne e sono
tradizionalmente destinate alle funzioni di sostegno ancillare, cura e
riproduzione sociale. Una lucida ricostruzione, quella di Giulia
Galeotti, che si ricollega al dibattito attualissimo sulle quote rosa e
sul ruolo delle donne in politica, anche sottolineando i connotati di
una lotta condotta sempre e comunque – anche da parte delle donne -
secondo considerazioni di merito (maternità, attività durante la prima
Guerra mondiale e partecipazione alla lotta di liberazione), piuttosto
che come domanda di un diritto inalienabile. L’appuntamento, a questo
punto, è fissato al giorno in cui, finalmente, una penna maschile,
speriamo altrettanto brillante di quella di Giulia Galeotti, avrà il
desiderio e la capacità di affrontare adeguatamente questo tema, ancora
interamente di pertinenza femminile.
(Delt@
Anno V°, N. 8 del 16 Gennaio 2007)
Claudia Frattini |