L’impegno politico delle donne nell’antifascismo 

 

 

Editoria

 

 

(Roma). Biografia e storiografia, microstoria e macrostoria. Questi gli intrecci inscindibili presenti nel volume di Sara Galli “Le tre sorelle Seidenfeld. Donne nell'emigrazione politica antifascista”, (Giunti, 2006),  presentato il 4 dicembre presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea, Palazzo Mattei di Giove, nell'ambito di "Opere prime. Ciclo di incontri con giovani storici".

L’opera di Sara Galli ha il merito di portare alla luce, attraverso lo strumento biografico, le drammatiche  e intense vicende delle tre sorelle Seidenfeld, ebree di origine ungherese emigrate a Fiume nei primi anni del Novecento, impegnate per tutta la vita nella causa antifascista e poi nella militanza politica comunista e trosckijsta. Attraverso la loro vicenda biografica, al tempo stesso, si svela la Storia e in particolare l’importanza dell’esperienza delle donne nella militanza antifascista, ancora così poco analizzata e conosciuta.

La scelta biografica si è presentata alla giovane storica come obbligatoria per analizzare l’impegno politico delle donne nell’antifascismo, in presenza di fonti così lacunose in riguardo, rivelandosi preziosa nel contempo per scandagliare la complessità del fenomeno della partecipazione femminile alla lotta politica.

Nell’evoluzione del rapporto delle tre donne con la politica ( dall’iniziale fervore rivoluzionario nel primo dopoguerra, corrispondente al periodo della loro giovinezza, alla perdita di autonomia politica a favore del sostegno dei propri compagni di vita in età matura, in corrispondenza della centralizzazione ai vertici del partito comunista, fino alla delusione per la politica negli anni Quaranta e Cinquanta) Sara Galli individua i tipi di scelte, i canali attraverso i quali il genere femminile è approdato all’impegno politico. L'intreccio degli affetti e delle passioni  politiche di Gabriella, Barbara e Serena Seidenfeld, della loro vita pubblica e privata, diventa emblematico dell’apporto peculiare dato dalle donne all’agire politico. Viene in sostanza riconfermato il labile confine tra autonomo impegno politico e dedizione sentimentale ai propri compagni di vita, tipico di una tradizione femminile che comporta l’attenuazione del ruolo di protagoniste nella vita politica a sostegno totale dei propri affetti.

Questa chiave di lettura porta però alla luce un'altra considerazione importante: la politica per le donne era un mondo di valori a cui conformare la propria esistenza, lontano da una concezione che vede in essa una professione, un lavoro distinto dalla sfera privata.

Il ruolo delle donne nel periodo della Resistenza antifascista assume quindi una connotazione molteplice. Spicca l’apporto nella creazione di reti militanti e affettive, ma anche di reti di trasmissione della memoria, come testimonia il largo uso delle corrispondenze delle tre sorelle Seidenfeld, quali fonti adottate da Galli per ricostruire la micro e macrostoria.

(Delt@ Anno IV, N.248 del 6 Dicembre 2006)                       Silvia De Silvestri