Non si gioca con la vita …  a partire dalla legge 40 

 

 

Editoria

 

 

(Roma) Dalla  curiosità e dalla rabbia  per l’approvazione della legge 40 è nato il libro Non si gioca con la vita (Editori riuniti,   12euro) della giovane autrice milanese Eleonora Cirant, presentato lo scorso lunedì presso la libreria Rinascita di Roma. Il libro è il risultato di un anno di riflessioni sulla fecondazione assistita maturate nel corso di numerosi incontri, convegni e manifestazioni in cui diverse generazioni di donne e uomini si sono interrogati e hanno espresso le loro posizioni ed esperienze  a riguardo. Cirant li ha ascoltati,  scoprendo una realtà sociale “molto più articolata e multiforme rispetto a ciò che viene detto da chi ha fatto questa legge”. Tra gli interrogativi emersi c’è il desiderio di maternità, su cui l’autrice si è interrogata in prima persona, una maternità non più vissuta come destino ma come progetto e scelta consapevole. Una scelta che porta  ad una riflessione sul rapporto con le tecnologie, che  può provocare molte ansie e perplessità rispetto a temi delicati come l’embrione e la salute della donna, ma anche essere di grande aiuto. La tecnologia, per l’autrice del libro, “può servire a riprodurre un modello di conservazione dell’esistente ma anche a inventare nuovi modelli o a praticare nuove forme di relazione”. 

“Personalmente io non farei ricorso alla procreazione assistita”ha dichiarato Cirant, mostrandosi comunque molto indignata verso una legge che entra nel privato degli individui mettendo in discussione la loro libertà di scelta. “Quello che il femminismo mi ha trasmesso - ha continuato - è che il soggetto deve parlare in prima persona e cercare la propria forma di libertà”; non si possono porre dei divieti, la libertà di scelta dell’individuo è fondamentale, e rappresenta il filo conduttore di tutto il libro.

Non si gioca con la vita è un ottimo strumento per conoscere in maniera precisa e puntuale i quesiti referendari su cui andremo a votare il 12 e 13 giugno, ma allo stesso tempo invita a riflettere su temi su cui si continuerà a discutere anche dopo il referendum,  tra cui  il rapporto tra vita e scienza e politica e scienza .

Per Giglia Tedesco dell’U.D.I, moderatrice dell’incontro,”il libro non sovrappone l’aspetto scientifico, l’aspetto sociale e l’aspetto politico, ma fa un intreccio molto ben riuscito”. Sesa Amici, parlamentare diessina, ha evidenziato la capacità del libro di attualizzare e contestualizzare il tema della legge 40, attraverso un punto di vista che non ha “paura di parlare di determinate questioni e lo fa con la consapevolezza che di fronte all’ignoto e alle paure ancestrali la migliore cura  in assoluto è la grande capacità di ascolto e il sapersi dare informazioni reciproche”.

La legge 40 è piena “di contraddizioni e di ipocrisie”, ha un atteggiamento punitivo in quanto produce un percorso a ostacoli che non tiene conto del soggetto che ha di fronte, delle sue ansie e delle sue paure, ma anzi lo tratta con disprezzo dal momento che gli impedisce il percorso più adeguato alla sua salute, ad esempio stabilendo l’obbligatorietà dell’impianto di tre embrioni. Per Amici questa legge è stata approvata con troppa fretta, senza la volontà di trovare una soluzione al problema della sterilità maschile e femminile, ma con il solo obiettivo di volersi prendere “una rivincita storica”, e di affermare una questione di principio per farla diventare la scelta di tutti, mettendo in discussione una legge già esistente, la legge sull’aborto, che è in netta contraddizione con l’attuale legge 40, che mette in conflitto le ‘ragioni’ del feto con quelle della donna,generando “una pericolosa rottura dello stato laico, con l’affermazione di uno stato etico in cui una questione di principio ha il sopravvento sulla  salute della donna e sulla ricerca scientifica”.

Ma dietro l’ipocrisia del principio etico,  come spesso capita, si può nascondere dell’altro. Dietro il divieto di fare ricerca sulle cellule staminali embrionali, a favore della ricerca sulle cellula staminali adulte, si potrebbero nascondere in realtà interessi economici, “una serie d’intrecci oscuri e loschi tra i ricercatori che fanno ricerca sulle cellule staminali adulte e finanziamenti pubblici…” che la stessa Cirant ha potuto constatare nel corso dei suoi studi sull’argomento. Del resto lo stesso dott. Gerardo Tricarico, intervenuto alla presentazione, ha affermato che alcuni giorni fa  un ministro rappresentante del governo all’Unione Europea ha sottoscritto un protocollo d’intesa per lo studio di cellule staminali embrionali, purché prodotte all’estero!

Insomma un divieto di fare ricerca sulle cellule staminali embrionali assolutamente inammissibile,in quanto - come ha spiegato il dott. Tricarico, padre di due bambine affette da una malattia genetica gravissima – “possono darci una serie infinita d’informazioni importanti per curare  malattie genetiche,tumori e molte altre malattie. Si preferisce non toccare gli embrioni congelati,molti dei quali in certificata incapacità procreativa, piuttosto che dare una speranza  in più a milioni di malati”.

Questo libro è uno strumento per  affrontare il referendum sulla legge  40 e rispondere adeguatamente alle domande che, da più parti, si levano rispetto una questione che a volte appare tecnica e spinosa. Per impedire, semplicemente,  che si giochi con le nostre scelte e il nostro futuro.

(Delt@ Anno III, n. 118 del 26 maggio 2005)                                                                                                      Milena Manicone